Relazione Arera, Besseghini: "Offerte del mercato libero poco attraenti"

- di: Barbara Bizzarri
 

"Ad oggi le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti". A dirlo, il presidente dell'Arera, Autorità per l'energia, le reti e l'ambiente, Stefano Besseghini, nella sua relazione al Parlamento, facendo il punto sul passaggio al mercato libero dell'energia con la fine del meccanismo di tutela per il gas e l'energia elettrica rispettivamente da gennaio e dal primo luglio scorsi. Besseghini ha evidenziato come, per quanto riguarda il gas, il mantenimento per i clienti non vulnerabili dell'offerta con il proprio fornitore con una tariffa definita Placet, in parte regolata ha comportato comunque "aumenti di spesa compresi tra il 3,7% ed il 12,5%".

Relazione Arera, Besseghini: "Offerte del mercato libero poco attraenti"

Diverso il caso dell'elettricità per il quale oltre al mantenimento della tariffa regolata per i clienti vulnerabili è stato introdotto il meccanismo a tutele graduali, applicato a chi non ha scelto alcun fornitore diverso da quello del sistema di tutela, con assegnazione degli operatori a seconda dalle zone, mediante asta. "Al di là dei tecnicismi, il risultato delle aste ha determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato nel servizio a tutele graduali di circa 113 euro/anno a parità di tutti gli altri costi". La situazione ad oggi vede i clienti elettrici italiani divisi in quattro categorie: i clienti vulnerabili serviti in tutela (circa 3,6 milioni) o sul mercato libero (circa 8,4 milioni), che possono in qualunque momento passare dal servizio al mercato e viceversa e manterranno questa prerogativa. "I clienti non vulnerabili, transitati automaticamente nel Servizio a tutele graduali (circa 3,6 milioni) oppure serviti sul mercato libero (circa 14,7 milioni), che potranno compiere qualunque scelta verso o all'interno del mercato libero ma non potranno scegliere di tornare nei servizi di tutela, salvo il caso in cui (per qualunque motivo) divengano vulnerabili o restino senza fornitore".

Nel 2023 inoltre sono stati riconosciuti oltre 7,5 milioni di bonus sociali alle famiglie in condizioni di disagio economico e fisico (4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni per quello gas), per un ammontare complessivo poco sopra i 2,1 miliardi e questo per effetto dell’innalzamento a 15mila euro della soglia Isee di accesso all’agevolazione, allargamento conclusosi fine 2023. Anche questi numeri sono stati illustrati oggi, martedì 9 luglio, dal presidente dell’Arera, nel corso della presentazione. Una riflessione che prende le mosse da due tasselli cruciali per il sistema, quello della sicurezza dell’approvvigionamento e della ridondanza delle infrastrutture, alla luce dei quali, ha osservato il numero uno dell’Arera, con un occhio ai due rigassificatori previsti dall’esecutivo e acquistati da Snam, “va scongiurato il rischio di un lungo periodo di mancato funzionamento per l’impianto di Piombino per il suo trasferimento”, mentre su quello di Ravenna, che “sembra rispettare i tempi di entrata in esercizio ma con un rimarchevole incremento dei costi«, occorrerà “un ulteriore sforzo di pubblico per consentire la collocazione a prezzi competitivi”.

Un capitolo delicato sul fronte delle bollette è poi rappresentato dalla vulnerabilità e qui Besseghini ha sottolineato come, in assenza dell’incentivo che ha caratterizzato le aste a tutele graduali “è facile prevedere che le valutazioni degli operatori in termini di valore del servizio saranno certamente meno premianti per i consumatori, per lo meno nel breve termine”. Non solo, per cercare di minimizzare gli stranded cost che si potrebbero formare in capo agli esercenti la tutela, «è previsto che i partecipanti alle aste possano formulare l’intenzione di rilevare dall’uscente parte della struttura aziendale atta all’erogazione del servizio o di subentrare nei contratti di servizio».

Quanto ai prezzi dell’energia, Besseghini ha voluto prima ricordare che “da sempre il prezzo medio per i clienti in maggior tutela è stato stabilmente inferiore a quello del mercato libero con la sola eccezione della fase più acuta dell’emergenza prezzi”. Più nel dettaglio, a marzo i clienti che hanno scelto una fornitura in maggior tutela hanno sostenuto un costo unitario lordo di 0,22 euro per kilowattora, a fronte degli 0,33 euro per kilowattora di chi ha scelto un’offerta fissa dal mercato libero e di 0,32 euro per kilowattora di chi ha optato per un’offerta variabile.

Passando agli altri settori, a cominciare dall’idrico, Besseghini ha rimesso in fila il lavoro svolto dalla regolazione che ha consentito al settore di crescere sotto il profilo della qualità del servizio e degli investimenti ma ora deve proseguire il percorso di riduzione del divario di spesa infrastrutturale del nostro Paese rispetto ai valori soglia di quelli più avanzati (in termini pro-capite, sui 275 euro per abitante nel quadriennio 2020-2023) e occorre un rafforzamento delle competenze tecniche a livello territoriale che resta, secondo Besseghini, “un fattore fondamentale per una effettiva e stabile crescita del settore”.

Sul fronte dei rifiuti, invece, il presidente dell’Arera ha posto l’accento sia sulla qualità del servizio con l’Autorità che è intervenuta via via stabilendo i criteri minimi alla base del contratto degli operatori e ha poi disciplinato anche la classificazione delle infrastrutture in modo da rendere sempre più efficace e puntuale la capacità di trattamento.

Infine un passaggio sull’attività di supporto ai consumatori che l’Arera ha messo in campo sia rafforzando i vari strumenti di sostegno, a partire dallo Sportello che ha visto un aumento delle chiamate (oltre 1,5 milioni, +23% rispetto al 2022), sia intensificando le collaborazioni con Guardia di finanza e carabinieri per individuare possibili irregolarità nei mercati dell’energia.

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