RDM Group: innovazione, sostenibilità e acquisizione spingono la crescita

 

Crescita sana e solida, fatta anche di molte acquisizioni strategiche come l’ultima, quella di Fiskeby, un’azienda importante svedese che apre a Reno De Medici - che ha sedi Italia Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e una rete commerciale in settanta paesi nel mondo - ulteriori potenzialità di mercato. I risultati del 2022, le previsioni per il 2023 e le prospettive a lungo termine. I quattro driver del programma di sviluppo, l’impegno per una sostenibilità spinta, con obiettivi sfidanti e la decisione di raggiungere tutti i target di Sostenibilità fissati al 2030. RDM Group, intervista all’AD Michele Bianchi.

RDM Group: innovazione, sostenibilità e acquisizione spingono la crescita

RDM Group è il primo produttore europeo di cartoncino ricavato da materiale riciclato. Un Gruppo dal cuore italiano, con un ufficio centrale a Milano ma con una presenza ormai consolidata a livello internazionale. Infatti, oltre all’Italia, il Gruppo ha sedi anche in Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e ha una rete commerciale in settanta paesi nel mondo. Una vera e propria eccellenza italiana. Ingegnere, nella vostra storia avete avuto una crescita sana e solida, fatta anche di molte acquisizioni; l’ultima recentissima riguarda Fiskeby, un’azienda importante svedese, produttore di cartone da imballaggio realizzato al 100% con fibre naturali. Ing. Bianchi, qual è la visione strategica di questa acquisizione?

Reno de Medici è un Gruppo che ha sede in Italia, con un cuore e una visione italiana, ma che opera a livello internazionale. Questo è un aspetto importante nei mercati europei e internazionali, perché, pur mantenendo una fornitura locale, abbiamo una mente strategica internazionale che ci consente di avere una crescita sempre più oltre i confini. L’acquisizione di Fiskeby porta l’azienda a essere geograficamente presente laddove ci sono opportunità e a fare sistema attraverso quello che noi chiamiamo internamente ‘multi-mill concept’, ovvero il principio secondo il quale l’azienda è in grado di realizzare soluzioni strategiche in più stabilimenti e in vari paesi europei. L’opportunità di espandere l’azienda in Scandinavia è unica perché è unico anche l’impianto per il quale stiamo completando l’acquisizione: si tratta, infatti, dell’unica azienda in Scandinavia a produrre cartoncino per imballaggi realizzato al 100% con fibre di recupero. Per questo motivo rappresenta pienamente la nostra visione. Con tale acquisizione arriviamo a essere il produttore più grande in Europa nel nostro settore. Nelle case di ogni cittadino abbiamo e siamo abituati a raccogliere molto efficacemente il materiale di fibra cellulosica, che poi viene recuperato attraverso i nostri stabilimenti. Questo è il concetto che è alla base dell’acquisizione.

Venendo ai numeri, qual è un quadro dei risultati acquisiti al 2022 e quale la prospettiva a lungo termine fino al 2030?

Il 2022 è stato un anno particolare, perché figlio degli eventi accaduti nel 2020 e nel 2021, su tutti il covid e il lockdown. Negli ultimi 2-3 anni, fra pandemia e guerra, abbiamo vissuto avvenimenti che è difficile vedere in decenni. Durante la pandemia la nostra attività non si è fermata: gli imballaggi che facciamo nei nostri stabilimenti riguardano anche materiali alimentari e igienici, fondamentali per la vita di ciascun cittadino. Per questo motivo non ci siamo fermati e abbiamo continuato a produrre. Conclusosi il lockdown, l’economia ha ripreso in maniera molto importante e vigorosa fino a metà 2022, quando i costi esorbitanti di diverse commodity, soprattutto nel settore energetico, hanno portato a un rallentamento. Lavorando in questo particolare settore ci accorgiamo mesi prima di una possibile crisi economica, in quanto riusciamo a intravedere per primi l’andamento generale e, infatti, abbiamo notato un rallentamento nella produzione e nei volumi già a partire dalla seconda metà del 2022. Come sappiamo, i costi sono aumentati, l’inflazione è schizzata e i tassi di interesse sono cresciuti molto rapidamente. Tutti questi fattori hanno determinato una riduzione della crescita a inizio 2022. Nonostante ciò abbiamo concluso l’anno in maniera positiva, chiudendo con un fatturato di oltre un miliardo di euro, precisamente 1miliardo e 200milioni, ovviamente frutto anche di altre acquisizioni, in particolar modo Eska e Paprinsa, e oltre 200milioni di Ebitda. L’anno 2023 va ancora un po’ a rilento: da una parte ci rende orgogliosi per aver concluso un’altra acquisizione con un rafforzamento delle performance, dall’altra ci troviamo di fronte, ancora una volta, a degli equilibri difficili da leggere che ci portano a operare in maniera meticolosa. Il Gruppo ha soluzioni che possono essere fondamentali per il futuro: mi riferisco, in particolar modo, alla sostituzione della plastica, a prodotti biodegradabili e riciclabili. Abbiamo l’opportunità di fare leva su questi fattori positivi per permettere al settore dell’imballaggio di essere ancora presente nel futuro, nonostante sia un materiale inventato migliaia di anni fa.

Avete pubblicato il bilancio di sostenibilità 2022. A riguardo, abbiamo segnato un paio di numeri: si registra un miglioramento, pari al 12%, della gestione del ciclo idrico e una riduzione del tasso di intensità energetica pari al 5%. Numeri emblematici, che fanno capire lo sforzo dell’azienda in questa direzione. Qual è l’impegno di RDM Group per la sostenibilità e cosa avete in mente per il futuro?

Per noi questi numeri sono importanti e rientrano nel programma strategico di miglioramento degli impatti ambientali. Nel 2021 abbiamo lanciato un piano di riduzione degli impatti ambientali che si basa su otto obiettivi di sostenibilità, fra i quali i più significativi riguardano il consumo dell’acqua e dell’energia; per un processo manifatturiero che consuma molta acqua ed energia è obbligatorio porsi questi obiettivi di riduzione. Abbiamo delle fabbriche, consumiamo risorse ed è fondamentale per noi fissare degli obiettivi di miglioramento sotto questo punto di vista. Abbiamo effettuato investimenti sia sull’acqua che sull’energia in diversi stabilimenti in Italia, Olanda e Spagna ed è in programma in Germania la sostituzione dei vecchi impianti con nuovi stabilimenti dalle moderne tecnologie, proiettati ad altre possibili soluzioni green. In Spagna, per esempio, abbiamo appena avviato un boiler elettrico attraverso il quale compriamo elettricità verde e, a sua volta, realizziamo energia termica. Inoltre, abbiamo un occhio sempre vigile riguardo alla decarbonizzazione con tante soluzioni che devono essere sviluppate. Gli obiettivi sono stringenti e, per questo, abbiamo inserito anche nuove competenze e responsabilità in azienda, proprio per permetterci di raggiungere tutti i target che ci siamo prefissati entro il 2030 e anche tutti gli obiettivi che ci impone l’Europa in tema di trasformazione industriale.

Avete un programma di sviluppo impostato su quattro driver: innovazione di prodotto, digitalizzazione, il programma di Lean Manufacturing e un altro programma che chiamate BBS, acronimo di Behavior-Based Safety, ovvero basato sulla promozione del comportamento sicuro attraverso il processo di osservazione da parte degli stessi lavoratori. Ce li può descrivere meglio?

Partiamo dall’ultimo citato, il BBS, un programma che ci aiuta a seguire tutti i comportamenti degli operatori che ogni giorno entrano nelle fabbriche. Siamo un’azienda manifatturiera e, per forza di cose, ogni giorno nelle nostre fabbriche siamo esposti anche a condizioni di pericolo: per questo motivo per noi è molto importante sviluppare tutte quelle teorie che ci aiutano a porre maggior attenzione al lavoratore in maniera corretta, per evitare che ci siano condizioni rischiose. Queste metodologie messe in campo educano e affiancano il lavoratore per permettere a tutti i dipendenti di essere sempre più attenti, vigili e di lavorare in maniera sicura. È un programma che abbiamo deciso di far partire da una fabbrica italiana a Belluno, ma che stiamo allargando in tutti gli stabilimenti. Allo stesso tempo stiamo sviluppando la Lean Manufacturing, un’opportunità di continuo miglioramento dal punto di vista della sicurezza, ma non solo; anche nella riduzione degli sprechi e nel miglioramento delle efficienze, nell’ottica di utilizzare meno e sprecare meno. Inoltre, stiamo investendo molto in tutte le fabbriche del Gruppo anche nella digitalizzazione, per far sì che i processi e i servizi siano sempre più digitalizzati, in tempo reale e personalizzati. In ultimo, e non per importanza, i prodotti: esistono una serie di nuove applicazioni e prodotti riciclabili e biocompostabili che possono rispettare la natura più di quanto sia stato fatto fino ad oggi. Si aprono, quindi, diverse opportunità da questo punto di vista.

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