Nasce il progetto "centro culturale per il paesaggio di Villa Caracciolo"

- di: Andrea Colucci
 

La via Popilia, ( via ab Region ad Capua ) l’importante via consolare che dall’antica Capua conduceva a Region (Reggio Calabria), costruita dal console Tito Annio nel 132°A.C., percorreva tutta la Calabria tirrenica e corrisponde quasi completamente all’attuale tracciato dell’Autostrada del Sole A2. Questo importante segmento viario è documentato nella Tabula Peutingeriana databile tra il II e il IV secolo d.C., e presenta una precisa mappatura con le stationes che nel tratto calabrese erano quindici,oltre alle postazioni ( curcus pubblici, mansiones, tabernae,mutationes ).

Lungo la via Popilia si trovano una serie di tesori archeologici, architettonici e culturali di cui ancora oggi il grande pubblico non ha conoscenza profonda.
Parliamo ad esempio di Acconia/Fondaco del Fico (Acque Ange) dove – si possono vedere le terme romane e l’abbazia agostiniana del XV secolo.
Oppure a Cosenza (l’antica Consentiam), il centro più importante della Via Popilia dove spiccano per bellezza architettonica il Centro Storico ed il Duomo.
Per finire, Soriano Calabro – dove si possono vedere: un diverticolo medievale della via Popilia in lastricato e selci, il parco archeologico e monumentale di san Domenico.

Lungo questo percorso Italia Informa si è voluta soffermare su un gioiello nascosto che in tempi brevissimi diventerà un polo culturale aperto alla fruizione del pubblico: è la storia di “Villa Caracciolo”.

Villa Caracciolo si trova a Lattarico (CS) in contrada “Contessa”.

Molto elegante l’architettura della casa che è stata conservata dai proprietari senza grandi stravolgimenti se non quelli causati dai vari terremoti che l’hanno privata di un piano. Straordinario il parco che conserva il suo progetto originario (di cui nell’archivio è conservato lo schizzo) che si estende su una superficie di oltre 4 ettari dove ci sono alcune costruzioni in pietra che erano abitazioni del personale al servizio della famiglia, ma anche stalle, frantoio in pietra, forni e vari depositi. Il fabbricato è databile agli inizi del XVIII secolo, ma nel XIX fu completamente ristrutturato. La famiglia Caracciolo si era trasferita a Montalto Uffugo nel 1743, nel 1779 nasce Ferdinando Caracciolo che poi per testamento lascerà nel 1818 la villa al figlio Luciano che la trasformerà in villa contessa. In data 28 marzo del 1843 con atti a rogito del notaio Lupatelli il feudo di Montalto passerà da Pietro Alvarez di Toledo a Luciano Caracciolo di Nicastro. A Luciano succede il figlio Ferdinando nato il 1857, che nel 1887 sposa Vittoria de Vera d’Aragona dei principi di Caposele. Ferdinando trasforma la villa in una residenza di campagna secondo i canoni delle c.d. “ville letizia”.
Nel piano nobile sui soffitti dei saloni ci sono delle interessanti pitture realizzate nel 1895 da Rocco Ferrari. In un salone parte della pittura di Rocco Ferrari si sovrappone ad una più antica databile alla metà del XVIII secolo che raffigurava puttini alati e decorazioni fitomorfe che Ferrari restaura inserendo altri temi, a destra invece dipinge completamente un ricordo di Napoli reso con il mito di Partenope, l’altra pittura, anche firmata e datata da Rocco Ferrari, è la più interessante perché a parte due riquadri dove sono raffigurati ricordi di viaggi della famiglia ad Agnano ed a Venezia tutto intorno c’è la descrizione del fondo dei Caracciolo riportato perfettamente nella descrizione del paesaggio che ancora oggi per alcuni tratti corrisponde con quello che si può vedere dalla finestra.

Proprio da questa passione dei Caracciolo, che progettarono e realizzarono un meraviglioso parco all’italiana e che fermarono il paesaggio in una pittura del soffitto del salone dove si racconta la natura, i luoghi ed i personaggi della Contessa, nasce l’idea progettuale di realizzare in collaborazione con il dipartimento di BEST dell’Università della Calabria un centro culturale dove la terra è memoria dei luoghi da trasmettere alle generazioni future.
Il progetto prevede la catalogazione di tutti i documenti dell’archivio della famiglia Caracciolo che saranno messi a disposizione degli studiosi dopo un lavoro di digitalizzazione, nonché il restauro e la catalogazione delle fotografie sul lastra di vetro della metà del XIX secolo. Il centro di ricerca, che consoliderà il rapporto già in essere con il dipartimento di biologia, ecologia e scienze della terra che ha seguito i lavori di restauro durante i quali sono stati organizzati degli stage con gli studenti dei corsi di laurea in diagnostica ed in restauro, realizzèrà l’orto botanico ed i musei. Il parco sarà attrezzato di segnaletica con la descrizione delle piante; saranno inserite anche delle piante officinali, già presenti e nuove, in zona controllata a scopo di studio e di ricerca con aumento del numero delle specie presenti per la conservazione della biodiversità. Sarà inoltre realizzato un piccolo museo naturalistico che contemplerà le specie presenti nell’ambiente, con cartellonistica che ne descriverà le caratteristiche, gli aspetti storico-culturali, compresa l’importanza economica, la parte etno-botanica e delle tradizioni locali. Inoltre sarò realizzato “il museo del paesaggio” che raccoglierà immagini antiche del paesaggio della Calabria Citra, che organizzerà mostre, concerti e letture che avranno come tema il paesaggio. Il museo sarà realizzato sul modello dell’ecomuseo che nasce come proposizione di un nuovo modello interpretativo dell’azione coevolutiva uomo-territorio, un museo della conoscenza, uno strumento cognitivo e descrittivo dei processi evolutivi rurali ed urbani e sede della valorizzazione del patrimonio materiale culturale; un museo laboratorio dove si metteranno in relazione metodologie e fonti diverse non solo materiali, ma anche documentarie, scritte, orali ed iconografiche.
Nei dialoghi, che nel laboratorio dell’ecomuseo si riaprono con le geometrie latenti dei luoghi con le tracce delle geografie e delle storie locali e con le immagini della memoria collettiva, possono prodursi le risorse per reinventare nuove identità territoriali per produrre paesaggio.

I risultati di una concreta realizzazione di questo progetto sono individuabili:
-nella giusta valorizzazione del luogo che sarà visitato dal pubblico più eterogeneo data la vasta offerta culturale-con gli scambi con scuole ed università straniere-con la fama internazionale -con la formazione di operatori specializzati e ricercatori
-con la crescita delle capacità ricettive-con l’occupazione di giovani nelle varie attività produttive.

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