Dopo un triennio segnato da eventi straordinari e profondi cambiamenti, l'Italia si trova di fronte a una nuova fase, che si prospetta complessa e ricca di sfide. A sottolinearlo è il rapporto presentato da Legacoop e Ipsos, che fotografa un Paese resiliente, ma allo stesso tempo preoccupato per il futuro. In particolare, il ceto popolare emerge come la categoria sociale più esposta alle insicurezze e più pessimista sulle prospettive economiche e sociali.
Legacoop, il ceto popolare più preoccupato
Simone Gamberini, presidente di Legacoop e consigliere Cnel (nella foto), ha evidenziato come il triennio post-pandemico abbia rappresentato un banco di prova senza precedenti per il tessuto economico e sociale del nostro Paese. Tuttavia, nonostante le difficoltà, l’Italia ha dimostrato una capacità di reazione che non si vedeva da decenni. “Il nostro Paese ha mostrato una forza e una determinazione straordinarie, riuscendo a superare ostacoli che avrebbero potuto paralizzare l’intero sistema”, ha dichiarato Gamberini, sottolineando il ruolo centrale delle imprese cooperative e della società civile nel garantire continuità e supporto alle comunità.
Un nuovo anno tra speranze e timori
Nonostante il quadro positivo sul fronte della resilienza, il rapporto mette in evidenza come il 2025 si prospetti un anno particolarmente difficile. Tra le principali fonti di preoccupazione emergono la violenza, le tensioni internazionali e un’economia percepita come sempre più instabile. Questi elementi incidono fortemente sullo stato d’animo degli italiani: il 61% della popolazione guarda al futuro con apprensione, ma tra il ceto popolare questa percentuale sale vertiginosamente all’80%.
Il peso delle disuguaglianze sociali
Il rapporto sottolinea come le disuguaglianze, già accentuate dalla pandemia, siano ulteriormente aggravate dall’attuale contesto economico. Il ceto popolare, già alle prese con la precarietà lavorativa, il caro vita e le difficoltà nell’accesso ai servizi essenziali, si sente oggi ancora più vulnerabile. Le preoccupazioni non riguardano solo la sfera economica, ma si estendono anche alla sicurezza personale e al benessere sociale. Questo senso di fragilità diffusa rischia di trasformarsi in un vero e proprio blocco sociale, alimentando sentimenti di sfiducia e isolamento.
“Serve coesione per affrontare le sfide del futuro”
In questo contesto di forte incertezza, Gamberini lancia un appello alla coesione e alla solidarietà, elementi fondamentali per affrontare le sfide che attendono il Paese. “L’Italia deve saper ritrovare il senso di comunità, riscoprire il valore del dialogo e dell’inclusione. Solo così potremo costruire un futuro che dia speranza anche a chi oggi si sente escluso o abbandonato”, ha affermato il presidente di Legacoop. Gamberini ha inoltre sottolineato l’importanza di politiche mirate a sostenere le fasce più deboli della popolazione, promuovendo al contempo uno sviluppo sostenibile e inclusivo.
Un futuro da costruire insieme
Il rapporto di Legacoop e Ipsos offre una chiara indicazione: il futuro non può essere lasciato al caso, ma deve essere il frutto di un lavoro collettivo, in cui ognuno si senta parte attiva e responsabile. È necessario investire in istruzione, formazione e lavoro, senza trascurare l’importanza della sicurezza e del benessere sociale. Solo attraverso un’azione concertata tra istituzioni, imprese e cittadini sarà possibile trasformare le sfide in opportunità e restituire fiducia a chi oggi vive nell’incertezza.
In un contesto globale segnato da crisi e tensioni, la sfida principale sarà quella di trasformare l’ansia in azione, la paura in resilienza e il pessimismo in speranza. Come sottolinea Gamberini, “il vero progresso non si misura solo in termini economici, ma anche nella capacità di costruire una società più equa, solidale e inclusiva”. Una sfida ambiziosa, ma non impossibile, se affrontata con coesione e spirito di comunità.