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Private debt italiano 2022, AIFI: "Anno ​record ​per ​raccolta ​e ​investimenti"

- di: Barbara Bizzarri
 
Private debt italiano 2022, AIFI: 'Anno ​record ​per ​raccolta ​e ​investimenti'

Il report annuale AIFI, realizzato in collaborazione con Deloitte, ha presentato i dati di mercato del private debt nel 2022. La metodologia utilizzata nella raccolta dei dati è uniformata a quella per il settore del private equity, in linea con quella internazionale: la ricerca evidenzia che il 2022 è stato un anno da record, in cui la raccolta degli operatori di private debt attivi nel mercato italiano è cresciuta del 15% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 1.131 milioni di euro, contro i 987 milioni del 2021. Tale dato rappresenta il valore più alto mai registrato. Gli operatori che hanno raccolto capitali sono stati 11, stesso numero del 2021. Gli ultimi dieci anni hanno registrato un'esplosione del mercato italiano del private debt, ovvero tutti quegli strumenti di debito sottoscritti attraverso canali extrabancari da investitori istituzionali. A partire dall'avvio del mercato, nel 2013, sono stati 25 gli operatori che, suddivisi tra domestici e internazionali con un veicolo dedicato all'Italia, hanno raccolto capitali, per un totale di 5,4 miliardi di euro, l'83% dei quali provenienti dall'Italia. Dal 2014 sono stati investiti in questo mercato 10,7 miliardi di euro, grazie anche all’attività dei soggetti internazionali, a cui è imputabile il 75% di questo valore.

Private debt italiano 2022, AIFI: "Anno record per raccolta investimenti"

“Il mercato del private debt compie dieci anni e in questa decade ha saputo occupare un ruolo via via più strategico per le imprese che necessitano di debito per la crescita - dichiara Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI -. I numeri record del 2022 non sono però sufficienti in un settore che potrebbe crescere ancora molto che per farlo ha bisogno di un supporto da parte delle istituzioni soprattutto nella fase di fundraising”.

Per quanto riguarda la provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato il 75% del totale. La prima fonte della raccolta di mercato sono stati i fondi pensione e le casse di previdenza (21%), seguiti dai fondi di fondi istituzionali (15%) e dalle assicurazioni (15%).

Esaminando gli investimenti, nel corso del 2022 sono stati investiti complessivamente nel mercato italiano del private debt 3.224 milioni di euro, in crescita del 43% rispetto all’anno precedente (2.261 milioni). Tale valore risulta fortemente influenzato da alcune operazioni, volte a supportare buy out di dimensioni significative. Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 262 (-7% rispetto alle 281 del 2021), distribuite su 133 società (141 nel 2021, -6%).

I soggetti domestici hanno realizzato il 52% del numero di operazioni, mentre l’82% dell’ammontare è stato investito da operatori internazionali. Per quanto concerne la dimensione degli investimenti, si segnala una tendenza sempre più marcata verso operazioni di dimensione rilevante; nel 2022, infatti, le società che hanno ricevuto almeno 100 milioni di euro ciascuna sono state 8, per un ammontare complessivo di 1.727 milioni di euro, in crescita rispetto alle 5 società dell’anno precedente, che avevano raccolto 1.127 milioni.

 I finanziamenti hanno rappresentato il 59% dei casi, le sottoscrizioni di obbligazioni il 35% e gli strumenti ibridi il restante 6%. Per quanto riguarda le caratteristiche delle operazioni, la durata media è di 5 anni e 8 mesi, mentre il tasso d’interesse medio è pari al 5,07%.

Con riferimento agli obiettivi delle operazioni, nel 2022 il 58% degli interventi ha avuto come scopo la realizzazione di programmi indirizzati allo sviluppo delle società target, mentre a livello di ammontare il 72% del totale ha riguardato debito a supporto di operazioni di buy out.

A livello geografico, la prima regione resta la Lombardia, dove è localizzato il 36% delle società italiane oggetto di investimento, seguita da Veneto (18%) ed Emilia Romagna (9%). Con riferimento ai settori di attività, al primo posto con il 24% del numero di imprese troviamo i beni e servizi industriali, seguito dall’ICT, con il 14%. Si sottolinea che il 49% delle società target ha meno di 250 dipendenti. Nel 2022 le società che hanno effettuato rimborsi sono state 131 (177 l’anno precedente, - 26%), per un ammontare pari a 307 milioni di euro (-14%).


“Negli ultimi dieci anni, il mercato del private debt ha sostenuto ritmi di crescita estremamente importanti sia a livello nazionale che internazionale. In un contesto di incertezza macroeconomico come quello attuale il private debt rappresenta una fonte di supporto strategico alle aziende e ai fondi di private equity per il supporto del sistema imprenditoriale italiano”, sottolinea Antonio Solinas, Leader di Deloitte Financial Advisory.

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