Deputato di FdI armato a festa di Capodanno? Nemmeno nei peggiori bar di Caracas

- di: Redazione
 
Andare armati ad una festa?
Oddio, forse nei peggiori bar di Caracas, come recitava una pubblicità di molti anni fa, facendo però capire che la clientela di quei locali era composta, ad andare bene, da ladri, spacciatori, magnaccia e altre categorie dello spirito. Ma se la festa per salutare l'anno che sta per finire è ospitata nientemeno che nei locali della pro loco di Rosazza (paesino del biellese di cui, lo confessiamo, fino a ieri ignoravamo colpevolmente l'esistenza), verrebbe da chiedersi chi è il genio che può pensare di recarvisi armato e, per di più, di consentire che dalla sua pistola parta un proiettile che ha ferito, accidentalmente, un uomo.
Circostanze che possono apparire di pura fantasia e che, invece, sono accadute, ci fanno porre, sul serio, interrogativi su come l'avventatezza, mischiata all'arroganza e alla presunzione (non di colpevolezza, ma nel senso di essere presuntuosi), possa essere figlia di una concezione di impunità. Che, in questo caso, come spiegheremo più avanti, è interpretata come ''immunità'', che è una delle più insensate prerogative di chi esercita un mandato parlamentare.

Deputato di FdI armato a festa di Capodanno? Nemmeno nei peggiori bar di Caracas

Riportando indietro il nastro, occorre confermare la location (la pro loco del paesino di cui sopra) e dare un nome al protagonista, Emanuele Pozzolo, deputato alla prima legislatura (con Fratelli d'Italia, anche se qui l'appartenenza al partito nulla c'entra se non il fatto che il parlamentare ne fa parte), che, su questo tutti pare siano d'accordo, è il proprietario della piccolissima pistola da cui è partito il proiettile che ha ferito lievemente il genero di un agente della Polizia penitenziaria che compone la scorta dell'on.Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia.
Cosa sia accaduto è chiaro in termini di conseguenze - il ferimento di una persona -, ma su come queste circostanze si siano realmente verificate è mistero, perché Pozzolo, ammettendo che l'arma è la sua, ha negato che, nel momento in cui essa ha sparato, era nelle sue mani.

Ora, una mente appena raziocinante e che ne capisce qualcosa di indagini e accertamenti (quale Pozzolo, da avvocato, dovrebbe pure essere) sa benissimo che, una volta che sostieni una tesi, spetta agli inquirenti accertarne la fondatezza con indagini e accertamenti. E nel caso di fatti legati all'uso di armi da fuoco l'esame che (quasi) sempre si fa è lo Stub (che da tempo ha sostituto il guanto di paraffina non sempre attendibile o affidabile), per accertare se qualcuno ha di recente sparato.
Davanti alle dichiarazioni originali di Pozzolo, cioè di non essere stato lui ad avere sparato, sottoporsi immediatamente allo Stub (sulla sua persona e sugli abiti che indossava) avrebbe eliminato ogni dubbio.
Ma lui, il parlamentare, l'avvocato, ha rifiutato di farlo subito, elevando tra sé e lo Stub l'immunità (che, ad onore del vero, riguarda le perquisizioni, personali e di domicili, non l'accertamento se ci sono particelle combuste) aumentando, quindi, in modo esponenziale i dubbi su cosa sia in effetti accaduto. Che poi si sia sottoposto all'esame solo alle 7,15 di oggi, martedì, quando il ''fatto'' è accaduto nella notte di Capodanno, è cosa che solo nella mente di qualche prevenuto può indurre a considerazioni maliziose...

Quindi, la palla passa ora alla Procura di Biella che dovrà accertare cosa è veramente successo, al di là delle parole di Pozzolo, e quindi assumere le necessarie decisioni, la prima delle quali se e con quali addebiti procedere nei confronti del parlamentare, posto che la pistola in questione era da lui legalmente detenuta (per protezione personale). Ma sin qui siamo nel campo di gioco della giustizia, nel quale però non ci si può limitare a fermarsi, perché di considerazioni da fare ce ne sono più d'una e tutte non benevole nei confronti del parlamentare di Fratelli d'Italia, partito che certo non si aspettava un fine d'anno scoppiettante (scusate la facezia, ma non potevamo frenarci) grazie ad un parlamentare che sino ad oggi s'era fatto notare soprattutto per le sue posizioni no-vax e pro-armi.
Ma, direbbe il saggio, quello era il passato.

Quando, invece, l'oggi racconta di una persona che è andato in un locale dove, sapeva, c'erano alcune decine di persone riunite per una festa e lo ha fatto portandosi addosso un'arma, per di più pronta a sparare, per come sembra sia accaduto, senza cioè che siano stati attivati i sofisticati dispositivi di sicurezza di cui la piccola pistola è dotata, tanto da pubblicizzarne gli alti standard.
Il primo, scontato commento, è che si va armati laddove si teme per la propria persona, anche se si sa che nel luogo in questione c'era la scorta personale di Delmastro, quindi con un certo margine di sicurezza.
Ma evidentemente questo non è bastato a Pozzolo che non solo aveva l'arma con sé, quanto, per come pare, l'ha estratta. Perché o per fare cosa resta un mistero. A meno di pensare che l'abbia mostrata a qualcuno solo per vantarsene. Ipotesi che fa abbassare di parecchie tacche la considerazione per l'uomo e per il parlamentare che, appunto perché tale, dovrebbe dare l'esempio o esserlo lui stesso.
Che la festa di fine anno a Rosazza non sia diventa tragedia è pura casualità perché, sebbene di piccolo calibro, la pistola, appunto perché per difesa personale, avrebbe potuto fare molto più male di quanto ne ha causato. E per cosa? In fondo, per confermare che, andando sempre per proverbi, l'abito non fa il monaco. Quindi l'essere deputato da solo non basta per essere apprezzato. A meno che camminare armati, e con la pallottola in canna, serva da spinta per accrescere l'autostima. E qui ci sarebbe da cedere la parola a chi ne capisce più di noi di psicologia.
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