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Uk, Canada e Australia riconoscono la Palestina: svolta G7 e Ue

- di: Marta Giannoni
 
Uk, Canada e Australia riconoscono la Palestina: svolta G7 e Ue
Uk, Canada e Australia riconoscono la Palestina: svolta G7 e Ue
Una svolta diplomatica decisa scuote il G7 e l'Ue: “due Stati, un futuro” torna l’imperativo, mentre l’Italia resta cauta.

(Foto: immagine della tragedia in corso a Gaza).

È uno di quei momenti in cui la diplomazia mondiale pare presa da una nuova corrente e segna un punto di svolta nella questione palestinese. Regno Unito, Canada e Australia hanno reso ufficiale il riconoscimento dello Stato di Palestina, entrando nel novero delle democrazie occidentali che cambiano registro deciso.

Una mossa coordinata, non improvvisa

La decisione non è arrivata per caso: già in luglio 2025, Regno Unito, Francia e Canada avevano segnalato l’intenzione di procedere durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre. L’adesione australiana e quella di altri Paesi europei nelle stesse ore consolidano l’idea di una azione diplomatica coordinata che mira a rimettere al centro la soluzione dei due Stati, con un calendario politico più serrato rispetto al passato.

Cosa dice la risoluzione Onu e come votano gli altri Stati

Nelle ultime sedute di settembre, l’Assemblea Generale ha approvato una risoluzione che ribadisce il sostegno alla soluzione a due Stati e incoraggia passi concreti per costruire un governo palestinese in grado di garantire sicurezza e negoziati credibili. La larga maggioranza in aula conferma che una parte decisiva della comunità internazionale ritiene maturi i tempi per un’accelerazione politica, con cessate il fuoco, riforme istituzionali e riconoscimento reciproco come condizioni di base.

L’Italia nel bivio: per ora vota, ma non riconosce

L’Italia ha sostenuto la cornice Onu sulla soluzione dei due Stati, ma mantiene una posizione prudente sul riconoscimento formale immediato. La linea espressa dal governo è netta: riconoscere adesso, “senza che lo Stato esista in modo pieno”, rischia di produrre effetti controproducenti. Tradotto: via libera al percorso politico, ma il riconoscimento arriverà solo al verificarsi di condizioni concrete sul terreno, dalla sicurezza al consolidamento istituzionale.

Reazioni, conseguenze e scenari futuri

Israele ha reagito con durezza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha definito il riconoscimento britannico un “premio assurdo al terrorismo”. Dall’altro lato, la leadership palestinese e i suoi sostenitori parlano di vittoria diplomatica, capace di dare slancio a una trattativa finora intermittente. In mezzo si muove l’Europa: dopo le scelte di Londra e Parigi, diverse capitali annunciano passi convergenti, con l’obiettivo di trasformare il consenso politico in iniziative verificabili su sicurezza, istituzioni e confini.

Contesto storico aggiornato

Negli ultimi anni la mappa dei riconoscimenti si è allargata in quasi tutti i continenti. Gran parte dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina riconosce formalmente lo Stato palestinese. Nel mondo occidentale, invece, il tema è rimasto a lungo divisivo. Il nuovo passaggio di Regno Unito, Canada e Australia ridisegna il quadro e accresce la pressione su chi mantiene una posizione di attesa, Italia compresa.

Una porta che si apre

Il riconoscimento coordinato non è solo un gesto simbolico: mette in discussione equilibri consolidati, riapre il dossier negoziale e costringe i principali attori a definire una strategia chiara. Per l’Italia, la scelta è tra valorizzare il percorso multistep — con tappe e condizioni — oppure imprimere un’accelerazione politica. In ogni caso, la finestra si è aperta: se la diplomazia saprà riempirla di contenuti reali, la prospettiva dei due Stati potrebbe tornare finalmente dal lessico delle dichiarazioni alla concretezza dei fatti. 

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