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Meloni sorride: il centrodestra accelera sulle candidature

- di: Marta Giannoni
 
Meloni sorride: il centrodestra accelera sulle candidature
Meloni sorride: il centrodestra accelera sulle candidature
Tra Veneto, Campania e Puglia il patto è nell’aria — ma le tensioni restano. Chi guiderà la coalizione?

(Foto: Giorgia Meloni, presidente del Consiglio).

La vittoria nelle Marche spinge Fratelli d’Italia a rivendicare un ruolo di traino nella definizione delle prossime candidature regionali. In ambienti meloniani l’umore è alto: se questo era il massimo sforzo del centrosinistra, il centrodestra intravede margini per accelerare l’intesa in Veneto, Campania e Puglia.

La premier guarda al calendario politico con una certezza: trasformare il vento favorevole in un accordo operativo tra gli alleati. Sul tavolo c’è la regia a tre con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, chiamati a sciogliere i nodi senza incrinare gli equilibri interni alla coalizione.

Il trionfo nelle Marche e la spinta verso le altre regioni

Il successo marchigiano, arrivato al termine di una campagna volutamente tenuta su un binario regionale, ha un valore che va oltre il perimetro locale. Nel quartier generale di governo si tira un sospiro di sollievo dopo i timori di un nuovo scivolone, mentre si insiste sul fatto che il centrosinistra ha schierato un candidato di peso. In questo clima, la maggioranza vuole capitalizzare il momentum per chiudere la partita delle candidature chiave.

Le regioni del nodo aperto: Veneto, Campania, Puglia

La mappa del centrodestra si gioca su tre caselle cruciali: un Veneto da ridisegnare, una Campania in cui testare l’ipotesi civica, e una Puglia dove il dossier procede più silenziosamente. Ogni scelta impatta i rapporti di forza tra FdI, Lega e Forza Italia.

Veneto: la partita più spinosa

Con il ciclo amministrativo che si avvia alla chiusura, il Veneto diventa la casella più sensibile per la Lega. Nel perimetro del centrodestra prende quota il nome di Alberto Stefani, considerato il profilo più coerente con la tradizione autonomista del territorio. “Il Veneto può andare benissimo a un candidato della Lega”, afferma Antonio Tajani, marcando al contempo la volontà di Forza Italia di restare seconda forza della coalizione. La posta? Tenere insieme rappresentanza locale e bilanciamento nazionale, senza alimentare frizioni con FdI.

Campania: civici come carta strategica

In Campania, dove l’elettorato moderato è contendibile, prende corpo la soluzione di un candidato civico in grado di parlare tanto agli ex Dc quanto a segmenti del centrosinistra delusi. “C’è malcontento e noi siamo pronti a offrire il nostro simbolo a chi vuole restare al centro”, rimarca Tajani. Il tema che agita la discussione è la gestione dei rifiuti: sul termovalorizzatore di Acerra la linea è netta. “Chiuderlo è privo di senso: se vogliamo combattere ciò che accade nella Terra dei fuochi servono impianti, altrimenti i rifiuti dove li mettiamo?”, insiste il vicepremier, distinguendosi dalle posizioni più radicali.

Puglia: sotto traccia ma decisiva

La Puglia resta la casella più silenziosa, ma non meno importante. Qui il centrodestra valuta un profilo in grado di parlare al tessuto produttivo e al mondo amministrativo. L’orientamento è evitare annunci affrettati: una “riserva strategica” utile a modulare l’equilibrio complessivo della coalizione quando la cornice sarà chiara anche nelle altre regioni.

Il ruolo di Tajani e la tensione interna

Antonio Tajani rivendica la funzione di mediatore: “Appena possibile faremo un vertice con Meloni e Salvini”, dice. E aggiunge: “Le scelte su Veneto, Campania e Puglia non sono condizionate dall’esito nelle Marche”. La strategia azzurra punta a un perimetro più largo, capace di includere amministratori civici e mondi moderati. Ma l’equilibrio è delicato: nella Lega serpeggia irritazione verso l’eccesso di protagonismo attribuito a FdI, mentre gli stessi meloniani temono che un via libera anticipato in Veneto riduca il proprio spazio d’iniziativa al Nord.

Scenari possibili e rischi strategici

  • Veneto alla Lega: rafforza il radicamento territoriale ma può ridurre la proiezione di FdI al Nord.
  • Campania civica: allarga il perimetro ma può scontentare le correnti più identitarie.
  • Puglia “di sistema”: candidatura ponderata per tenere unito il quadro nazionale.
  • Tempo: ogni settimana senza decisioni aumenta il rischio di disallineamenti locali e candidature di bandiera calate dall’alto.
Chiudere il cerchio su Veneto, Campania e Puglia senza lacerare i rapporti tra alleati

Mentre Meloni incassa e sorride per le Marche, la vera partita è altrove: chiudere il cerchio su Veneto, Campania e Puglia senza lacerare i rapporti tra alleati. Le carte sul tavolo — Stefani in Veneto, ipotesi civica in Campania, profilo di equilibrio in Puglia — delineano la strategia di un centrodestra che vuole arrivare al voto coeso e pronto a governare. La domanda, ora, è se i leader sapranno decidere in fretta quanto basta per trasformare il vento favorevole in un vantaggio competitivo nelle urne.

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