Dopo vent’anni di dominio socialista il senatore centrista Rodrigo Paz sorprende e si prepara a duellare con l’ex presidente Tuto Quiroga.
Bolivia al bivio storico: il ballottaggio che promette fuochi d’artificio
Il popolo boliviano ha scritto una pagina cruciale della sua storia politica: per la prima volta dal 2009, nessun candidato ha conquistato la maggioranza necessaria, sancendo un ballottaggio tra centristi e destra moderata. Con circa il 32 % dei voti – ben oltre le aspettative iniziali – il senatore Rodrigo Paz (Partito Cristiano Democratico) si è imposto come outsider decisivo. Lo seguirà l’ex presidente Jorge “Tuto” Quiroga (alleanza LIBRE) con circa il 27 %.
Il contesto: crisi e divisioni, la sinistra in caduta libera
Il Movimento al Socialismo (MAS), forza dominante per due decenni, si è frantumato. Evo Morales è stato escluso dalla corsa elettorale, ha invocato il voto nullo ed è tornato nel Chapare per mobilitare i suoi, mentre il presidente uscente, Luis Arce, ha rinunciato di sua spontanea volontà. Il risultato è un MAS dilaniato tra fazioni “arciste” ed “evistas”, pronto a scomparire dalla scena politica dopo vent’anni.
L’uomo sorpresa: Rodrigo Paz
Rodrigo Paz Pereira si presenta come la vera rivelazione del turno elettorale. Nato in Spagna nel 1967, ex deputato e sindaco di Tarija (2015–2020), punta su valori cristiani, lotta alla corruzione, decentralizzazione e riforma del sistema giudiziario. La sua campagna, apparentemente modesta, ha guadagnato seguito soprattutto tra chi vuole un’alternativa al populismo di sinistra e alla destra classica.
Quiroga non molla: riforme dure e aperture estere
Jorge “Tuto” Quiroga, figura storica della destra boliviana, punta su una linea di rigore economico: riforme sostenute dal FMI, privatizzazioni e apertura agli investitori stranieri soprattutto nel settore del litio, elemento strategico per attirare capitali e creare velocemente entrate. Un mix che punta a rassicurare i mercati, ma che rischia di scatenare tensioni sociali.
Le condizioni economiche: boom dell’inflazione e scarsità diffuse
La Bolivia si trova in piena crisi: inflazione galoppante (tra il 19 % e il 23 %), mancanze di carburante, generi di prima necessità scarsi, recessione pesante e spaccature nelle riserve di valuta estera. Una situazione che ha spinto i cittadini a cercare soluzioni nuove, anche a costo di un cambio radicale di paradigma politico.
Il cammino verso il ballottaggio: date e scenari
Il secondo turno è già programmato per il 19 ottobre 2025, data in cui il Paese deciderà se voltare pagina con Paz o optare per la linea più tradizionale e rigorosa di Quiroga. Il ballottaggio si annuncia serrato: uno scontro tra un riformista religioso e un conservatore pragmatico, con il destino della sinistra ormai ai margini.
Uscita da un ciclo ventennale
La Bolivia è sul punto di uscire da un ciclo ventennale. Il centro di Rodrigo Paz ha preso il volo, sfruttando la stanchezza da MAS, mentre la destra di Quiroga si prepara a offrire rigore ed efficienza. Per la sinistra resta poco più di una sparuta presenza. Il ballottaggio del 19 ottobre promette scintille: sarà un duello tra speranza riformista e stabilità autoritaria, con il litio e le riforme al centro del tavolo.