PMI, le "Imprese Vincenti" di Intesa Sanpaolo fanno tappa a Cuneo

- di: Barbara Leone
 

Fa tappa oggi a Cuneo la quinta edizione di “Imprese Vincenti”, il programma di  Intesa Sanpaolo per la valorizzazione delle piccole e medie imprese, esempio di eccellenza del made in  Italy. L’incontro, ospitato presso lo Spazio Varco, vede protagoniste 10 realtà piemontesi e liguri, che  racconteranno la propria storia aziendale e le strategie grazie alle quali hanno consolidato il proprio percorso  di sviluppo del business. Tra i parametri di selezione, le azioni indirizzate verso i filoni progettuali del PNRR e  di Transizione 5.0.

PMI, le "Imprese Vincenti" di Intesa Sanpaolo fanno tappa a Cuneo

“Imprese Vincenti - ha sottolineato Andrea Perusin, Direttore Regionale Piemonte Sud e Liguria di Intesa Sanpaolo - in questi cinque anni ha ottenuto un grande apprezzamento perché dà voce alle storie e ai progetti delle Pmi, e  alla loro capacità di affermarsi sul mercato nazionale ed estero. Le dieci aziende che premiamo oggi sono  l’espressione del miglior made in Italy, nei diversi settori di riferimento, ed esempi virtuosi per il contributo  restituito al tessuto economico e sociale del territorio. Hanno dimostrato grande capacità di tenuta e risposto  alle nuove tendenze del mercato, cogliendo il valore di sostenibilità, digitalizzazione, ruolo sociale  dell’impresa. Da parte nostra, siamo pronti per supportare la loro crescita stabile e inclusiva: nel primo  trimestre di quest’anno abbiamo erogato alle imprese e alle famiglie del Piemonte e della Liguria oltre 650  milioni di euro. Il territorio ha beneficiato di 18 milioni di euro per investimenti sostenibili, circular economy e  mutui green”.

Quest’anno il roadshow farà tappa nelle principali città italiane con 15 appuntamenti fino a ottobre, organizzati  in collaborazione con VISA. Per ciascun incontro sono state selezionate dieci aziende del territorio. Tre incontri  saranno dedicati all’agribusiness, alle imprese sociali e al terzo settore, e a imprese estere che operano  nelle geografie della Divisione International Subsidiary Banks di Intesa Sanpaolo. Un evento conclusivo riunirà le 150 “Imprese Vincenti” in un momento di confronto sui fattori di successo dell’imprenditoria italiana. Nelle cinque edizioni del programma si sono autocandidate circa 14.000 imprese, di cui 4.000 solo quest’anno. Imprese che complessivamente contano 150.000 dipendenti e registrano circa 35 miliardi di euro  di fatturato. Inclusa l’attuale edizione, sono oltre 700 le imprese premiate, di cui circa 150 accompagnate in  Elite del Gruppo Euronext, partner storico del programma. Le 150 “Imprese Vincenti” dell’edizione 2024 sono state selezionate per aver attivato progetti o raggiunto risultati significativi in termini di valore economico e impatto sociale, innovazione e ricerca, transizione  digitale ed ecologica, export e sviluppo internazionale, passaggio generazionale e consolidamento  dimensionale, formazione e welfare. Premiata, più in generale, l’adozione di criteri ESG e lo sviluppo di  progetti di crescita che abbiano contribuito a creare valore per l’economia del territorio, occupazione e  benessere delle persone. “Imprese Vincenti” ha raccolto ampio interesse grazie all’opportunità offerta dalla Banca e dai partner di progetto  di inserire le aziende in programmi di accompagnamento alla crescita, ottenendo anche un’ampia visibilità nazionale. Alle imprese selezionate saranno forniti gli strumenti per affrontare tutte le fasi di vita del business, favorendo  l’investimento nei fattori intangibili (immateriali, R&S, filiera, formazione) e nei pilastri dello sviluppo: crescita  all’estero, sostenibilità, innovazione, transizione digitale e finanza straordinaria. Il programma sosterrà la  crescita delle PMI già focalizzate o che stanno investendo verso obiettivi sinergici a quelli indicati dal PNRR e  da Transizione 5.0, grazie anche al coinvolgimento di nuovi partner e alla partecipazione di Università e Centri  Nazionali di Ricerca.

Di seguito, le “Imprese Vincenti” di Piemonte Sud e Liguria. Venchi, 145 anni di storia, da Castelletto Stura (CN) ha portato il gusto e lo stile di vita italiano in 70 Paesi nel  mondo; TCN Vehicles Division, di Alba (CN), si distingue nel campo della meccanica per applicazioni  automobilistiche e motociclistiche; Leo Pizzo, di Valenza (AL), da oltre mezzo secolo rappresenta l'eccellenza  del distretto orafo italiano; Industria Grafica Eurostampa, di Bene Vagienna (CN), conta sei stabilimenti nel  mondo per la stampa di etichette ad alto valore aggiunto; Neoceram, di Novi Ligure (AL), è leader nella  produzione di pompe in ceramica e acciaio di altissima precisione utilizzate nell’industria farmaceutica, chimica  e alimentare; Nord Engineering, di Caraglio (CN), fornisce soluzioni innovative per la gestione dei rifiuti, per  ridurre l'impatto ambientale; Specialacciai, di Novi Ligure (AL), lavora a commessa fornendo servizi di  progettazione e lavorazione di prodotti magnetici, a grani orientati e laserizzati per diversi settori; Permare, di  Sanremo (IM), cantiere nautico noto per il marchio Amer Yachts, è diventata sinonimo di qualità e  personalizzazione nel segmento imbarcazioni e navi da diporto; Gruppo Patelec, di Cerrina Monferrato (AL),  vanta un elevato know-how tecnologico per la produzione di cordoni elettrici e cavi di alimentazione, in ambito  consumer e professional; Blastness, sede a Milano con origini spezzine, fornisce alle strutture ricettive sistemi  e servizi per affrontare al meglio il mercato digitale.

Leva distintiva del programma “Imprese Vincenti” è la presenza di un ecosistema di attori di prim’ordine a  sostegno dei percorsi di crescita delle PMI selezionate, con un progressivo arricchimento dell’offerta di servizi che  possa rispondere alle evoluzioni dei loro bisogni.  Formazione, competenze specializzate, soluzioni non finanziarie, advisory e conoscenza dei contesti tematici  caratterizzano il lavoro del team di partner di “Imprese Vincenti”: Bain & Company, ELITE e Gambero Rosso,  Cerved e Microsoft Italia, Coldiretti, NATIVA e Circularity, insieme a Digit’ed, Tinexta e AICCON, nuovi partner  dell’edizione 2024. Grazie al loro supporto per lo sviluppo di competenze su internazionalizzazione, economia circolare, reti  commerciali e cost management, le funzioni specialistiche di Intesa Sanpaolo, di International Subsidiary Banks  Division (ISBD) e di Intesa Sanpaolo Innovation Center accompagneranno i programmi di sviluppo offrendo  supporto specialistico e strategico.

Ma qual è il contesto economico del territorio protagonista di questa iniziativa? Ce lo spiega una analisi a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, che evidenzia come negli ultimi anni abbia mostrato un’evoluzione migliore rispetto alla crescita media  dell’area dell’euro. Una spinta importante è venuta dagli ottimi risultati ottenuti sui mercati internazionali,  dove si sono distinte le PMI italiane che realizzano più della metà del nostro export. I territori della Direzione Regionale Piemonte Sud e Liguria, con 32,5 miliardi di euro nel 2023,  intercettano il 5,2% delle esportazioni italiane. Un elevato contributo viene dal Piemonte Sud (quasi 22  miliardi di euro di export) dove i primi settori per vendite all’estero sono l’agro-alimentare (soprattutto prodotti  alimentari e vini), la meccanica, l’automotive, la chimica, la gomma e plastica e l’oreficeria. Le esportazioni  della Liguria (pari a più di 10,5 miliardi di euro nel 2023) per il 27% circa riguardano navi e imbarcazioni;  la restante parte delle esportazioni è costituita da chimica, meccanica, prodotti petroliferi raffinati, agro alimentare e metallurgia. Nel complesso le esportazioni dei territori della Direzione Regionale tra il 2016  e il 2023 sono aumentate del 51,5%. 

Alla buona dinamica dell’economia italiana ha contribuito anche la forte ripresa degli investimenti che  tra il 2016 e il 2023 hanno registrato un aumento pari al 35,7% a prezzi costanti in Italia (+33% per il Piemonte,  +47,5% per la Liguria). Abbiamo fatto decisamente meglio rispetto ai nostri principali competitor: la Francia  ha messo a segno un progresso del 19,2%, la Spagna ha mostrato una crescita del 14,3%, mentre la  Germania si è fermata al +4,5%. Si tratta di un cambio di passo significativo rispetto al recente passato: basta pensare che tra il 2008 e  il 2016 i nostri investimenti si erano ridotti del 22,4% (-12,5% per il Piemonte, -6,9% per la Liguria), mentre  quelli tedeschi erano saliti del 9,9%. Industria 4.0 (dal 2017) e Superbonus (dal 2021) spiegano questa  performance, sintesi del balzo delle costruzioni (+47,1% nel periodo 2016-2023), ma anche della dinamica  degli investimenti italiani in macchinari, mezzi di trasporto e ICT (+29,3%) e in beni immateriali (R&S e  software; +20,2%). Dopo il rallentamento osservato a cavallo tra il 2023 e il 2024, a partire dall’ultima parte dell’anno in  corso ci aspettiamo una ripresa dell’economia italiana che potrà contare sul contributo dei consumi e degli  investimenti. In questa direzione spingono il rientro dell’inflazione, la riduzione dei tassi di interesse e la  realizzazione degli investimenti del PNRR. L’80% della spesa effettiva del PNRR si concentrerà nel  triennio 2024-2026, con potenziali ricadute molto positive sul rilancio delle infrastrutture e sulla transizione  digitale e green e, in ultima analisi, sull’aumento del tasso di crescita potenziale del PIL.

Dal canto loro, le imprese manifatturiere hanno le risorse per continuare a investire in tecnologia e in  transizione green. Negli ultimi anni si è rafforzata notevolmente la struttura patrimoniale: tra le imprese  manifatturiere dei territori della Direzione Regionale oggi il patrimonio netto rappresenta una quota vicina  a un terzo del passivo, mentre negli anni 2000 si superava appena il 15%. Inoltre, nel post-pandemia le  disponibilità liquide nell’attivo, cuscinetto contro i rischi e risorse per investire, sono aumentate notevolmente:  in Piemonte si attestano al 9%, in Liguria al 10,4%. I ritorni degli investimenti in sostenibilità e in tecnologia sono rilevanti. Lo studio realizzato dal Research  Department di Intesa Sanpaolo sulle performance di 6.206 imprese manifatturiere piemontesi e 942 liguri  evidenzia chiaramente quali sono i vantaggi degli investimenti nelle leve immateriali. Le imprese con  certificazioni ambientali hanno mostrato una crescita del fatturato, tra il 2022 e il 2019, superiore rispetto a  quelle che non si sono attivate su questi fronti. L’adozione di queste strategie presenta dei ritorni anche in  termini di redditività, ad esempio l’EBITDA Margin delle imprese che hanno investito in certificazioni di qualità  è superiore rispetto a quello delle altre imprese. 

I vantaggi sono significativi anche per chi investe in fonti rinnovabili. Tra le imprese manifatturiere di  Piemonte e Liguria a più elevata marginalità unitaria (quelle cioè posizionate nel miglior 25% per EBITDA  margin sia nel 2019 sia nel 2022) la quota di aziende che utilizza impianti di autoproduzione di energia è più  alta e pari al 17,8%; nel resto del tessuto produttivo ci si ferma al 13,1%. Il divario è rilevante per tutte le  dimensioni aziendali. Secondo i dati dell’ultimo censimento permanente Istat, sono ampi i margini di  miglioramento per il nostro tessuto economico: basti pensare che nel biennio 2021-2022 solo il 5,7% delle  imprese italiane con almeno 3 addetti ha utilizzato fonti energetiche rinnovabili (FER; questa percentuale è  pari al 5,8% nel Nord-Ovest); si sale al 10,4% nell’industria in senso stretto. Questi risultati scontano  soprattutto la bassa diffusione di impianti di autoproduzione tra le imprese più piccole: nelle aziende  con 3-9 addetti l’utilizzo delle FER si ferma al 4%; la percentuale sale, ma resta comunque sotto il 50%, tra le  imprese con almeno 250 addetti, dove si arriva al 33,6% nel totale economia e al 46,1% nell’industria in senso  stretto.

Le sfide tecnologica e green che le imprese hanno di fronte possono essere affrontate solo con  capitale umano qualificato: va pertanto risolto il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. A maggio circa  il 50% delle posizioni ricercate risulta di difficile reperimento in tutti i territori della DR; al contempo,  ancora molti giovani conoscono poco le opportunità lavorative offerte dalle eccellenze imprenditoriali del  territorio ed emigrano all’estero in cerca di lavori remunerativi e carriera. Secondo i dati del Consorzio  Almalaurea, a 5 anni dal conseguimento del titolo, il 7,6% dei laureati piemontesi lavora all’estero e il 14,1%  dei rispondenti opera in altre ripartizioni geografiche italiane; in Liguria queste percentuali sono  rispettivamente pari al 6% e all’8,8%. Formazione e welfare sono elementi distintivi che possono trattenere  e attrarre lavoratori qualificati.

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