“Dieci anni di magistero sociale di Papa Francesco”: a Roma la conferenza del Segretario Generale della CEI Giuseppe Baturi organizzata dall'Ente Nazionale per il Microcredito

- di: Barbara Leone
 
“Dieci anni di magistero sociale di Papa Francesco”. E’ questo il titolo della conferenza del Segretario Generale della CEI, S.E. Mons. Giuseppe Baturi, svoltasi stamane presso il Centro Convegni Carlo Azeglio Ciampi della Banca d'Italia. L’evento, organizzato dall'Ente Nazionale per il Microcredito, è stato aperto dall'indirizzo di saluto del Vicedirettore Generale della Banca, Piero Cipollone, e introdotto dal Presidente dell’Ente per il Microcredito, Mario Baccini. Nel corso dell’incontro, moderato dal giornalista vaticanista Piero Schiavazzi, è stata letta la lettera e la benedizione inviata dal Santo Padre Papa Francesco. Nel portare l’indirizzo di saluto il Vicedirettore della Banca D’Italia, Piero Cipollone, ha sottolineato come “ dobbiamo recuperare la consapevolezza della centralità del nostro ruolo e dell'importanza dei valori a cui si ispirano i nostri comportamenti.

“Dieci anni di magistero sociale di Papa Francesco”: a Roma la conferenza del Segretario Generale della CEI Giuseppe Baturi

"I modelli economici - ha sottolineato Cipollone - assumono come elementi esterni, come dati esogeni, le preferenze degli individui e le tecnologie. Detto in altri termini le preferenze sono i nostri valori, quello a cui noi attribuiamo importanza, ciò per cui noi siamo disponibili a spendere le nostre risorse. I meccanismi di mercato per se non sono ne buoni ne cattivi; nella forma più semplificata sono un meccanismo efficiente per allocare le risorse di cui disponiamo per soddisfare i nostri bisogni le nostre preferenze. Se queste ultime incorporano la dimensione etica questa sarà riflessa negli esiti allocativi del mercato e si potrà evolvere da una visione orientata esclusivamente alla produzione della ricchezza e alla crescita a una visione funzionale a uno sviluppo umano integrale: materiale, socio-relazionale, spirituale”.

“Sono trascorsi cinque anni dal giorno in cui, nel febbraio 2018,l ’Ente Nazionale per il Microcredito, che ho l’onore di presiedere, sottoscriveva con la Banca d’Italia un protocollo d’intesa recante, insieme alla mia, la firma dell’allora Vicedirettore Generale, Fabio Panetta, oggi membro italiano del Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea”, ha esordito il Presidente dell’ENM, Mario Baccini nel suo discorso sottolineando che “Desideriamo portare in alto la ‘cultura del microcredito’, intesa come idea di una finanza che si fa piccola, che si fa ‘micro’, per rendere sempre più grande, sempre più ‘macro’, l’area di coloro che ne beneficiano e farne momento di formazione, come questa mattina, per la classe dirigente del Paese.

Ma desideriamo altresì continuare a operare dal basso, a partire dalle migliaia di microimprese, diciottomila nell’ultimo triennio, alle quali offriamo supporto finanziario attraverso lo strumento del microcredito, per mezzo della rete di intermediari che abbiamo convenzionato (ad oggi 38 banche con oltre 2.700 filiali, che ci consentono di essere presenti sull’intero territorio nazionale). "Le banche - ha proseguito Baccini - hanno svolto un ruolo determinante per l’avvio e l’espansione del microcredito in Italia, coordinandosi con l’Ente e dando vita a un vero e proprio ecosistema. Riteniamo tuttavia necessario aprire una nuova fase, che veda il microcredito diventare autonomo attraverso la piena operatività dei nuovi intermediari di microcredito istituiti dall’articolo 111 del Testo Unico Bancario. A volte gli economisti somigliano ai profeti: devono prevedere il futuro senza conoscerne tutte le variabili, con l’ottimismo della volontà, che è proprio della fede, ma anche della politica. In tale orizzonte, vogliamo credere alla profezia di Papa Francesco, che cito testualmente - conclude Baccini- e che assumiamo come slogan e mission dell’Ente: ‘Il microcredito umanizzerà l’economia’”.

Monsignor Baturi ha voluto portare una riflessione di ampio respiro sui 10 anni del magistero sociale del Pontefice, soffermandosi sull’idea dell’ aver cura, di assumersi la responsabilità collettiva anche nel pubblico sostegno e nelle attività pubbliche: “Per avere cura dell’altro è necessario osservare i nostri fratelli sapersi lasciar colpire, direi, dal loro grido, dal loro bisogno e non permettersi di non vedere di non sentire la loro richiesta di aiuto - ha sottolineato Monsignor Baturi -. Certamente questo sguardo di cura comprende e, non può non toccare, le profondità del corpo, dell’uomo, la sua sete di significato. Bisogna vedere l’uomo come una unità, un intero quindi non è possibile prendersi cura dell’uomo senza farsi carico dei suoi problemi e ciò può avvenire da parte di un uomo che si sente parte di una comunità e quindi sviluppa un’azione creativa: la definizione in fondo della dottrina sociale della chiesa da parte del Papa è esattamente in questa creatività della carità che è il cuore della dottrina sociale”.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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