Orazio Ferrari

- di: Tommaso Piras
 

Nato a Crotone, dopo un precoce e prolungato studio del pianoforte, inizia a frequentare il corso di contrabbasso al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli sotto la guida di Ermanno Calzolari, diplomandosi brillantemente con un anno di anticipo. Presso lo stesso istituto consegue successivamente la Laurea con il massimo dei voti, dando come tesi un récital in cui esegue solo musiche di Giovanni Bottesini. Inizia la collaborazione, anche in qualità di primo strumento, con diverse orchestre, ma per ragioni di varia natura l´attivitá di orchestrale non lo soddisfa ed enstusiasma completamente. Prova invece una grandissima passione per la Musica da Camera, molto piú congeniale al suo modo di intendere il contrabbasso ed il suo suono. Si trasferisce in Svezia, dove vince comunque un´audizione presso l´Orchestra della Accademia Nazionale Svedese, volgendo peró presto a dedicarsi piú intensamente alla sua concezione strumentale. Consegue un´altra Laurea con il massimo dei voti in Esecuzione d´Orchestra presso la Accademia Superiore per il Teatro e la Musica dell´Universitá di Göteborg, discutendo una tesi su Fryderyk Chopin, compositore del quale egli è un profondo e appassionato conoscitore.Si perfeziona con due tra i più prestigiosi concertisti in assoluto del contrabbassismo mondiale, come Franco Petracchi, in Italia e Joel Quarrington, in Canada.Si è distinto nei corsi dei più noti contrabbassisti solisti, come Boguslaw Furtók, Thomas Martin, Duncan McTier. Nel 2006 viene insignito del Diploma d´Onore alla 12^ Edizione del T.I.M. Torneo Internazionale di Musica, svoltosi in quell´anno a Roma.

Come nasce la tua passione, insolita per un contrabbassista, per la Musica da Camera?
Nella musica classica il contrabbasso è, nell’immaginario comune, uno strumento “relegato”, “confinato” nell’ambiente orchestrale, associato ai suoni gravi e ritenuto uno strumento essenzialmente ritmico. Seppur un poco superficiale, questa non è certo una visione del tutto errata, ma di sicuro è per me una visione troppo stretta. Si tratta invece di uno strumento molto versatile che, se maneggiato in un certo modo, può dimostrare una più alta dignità melodica. E’ per questo che ho deciso di affrontare in maniera “integrale” la musica scritta per il violoncello, lo strumento più prossimo al contrabbasso, sul contrabbasso appunto, sfruttando l’indiscutibile bellezza ed importanza del suo repertorio. Il discorso sulla Musica da Camera viene da sé. Essendo musica scritta per formazioni di pochi, pochissimi strumenti, essa, come requisito fondamentale, presuppone, oltre ad una più raffinata perizia tecnico-strumentale, una qualità timbrica e sonora di molto superiore. E’ proprio questo quello che più mi piace del fare musica.

M
usica per violoncello, dunque, ma sul contrabbasso. Cosa vuol dire?
Non sono certo il primo contrabbassista ad affrontare musica scritta per violoncello sul contrabbasso, ma di sicuro sono l’unico, con tutta probabilità, ad affrontare siffatto repertorio conferendo al contrabbasso una nobiltà di suono che si avvicina di molto a quella violoncellistica. Per di più, lo faccio senza aver modificato l’accordatura del contrabbasso. Questo è un aspetto tecnico di enorme importanza, un vero surplus. Di questo ne vado molto orgoglioso, perchè in questo tipo di lavoro c’è la consapevolezza di una precisa idea di suono e la capacità di ottenerlo. Il suono è il carattere più distintivo per un musicista. Il suono è tutto per ogni musicista.

Nel 2014 è stato pubblicato il tuo primo disco, in duo col pianoforte, intitolato “Chopin & Schumann”, un disco che va proprio nella direzione che ci hai descritto fino adesso e che ha fatto parlare di sè, una novità assoluta nel suo ambito ed un disco di successo per svariati aspetti. Ce ne vuoi parlare?
Per qualsiasi musicista realizzare un disco è uno dei sogni più ambiti. Oggi, un disco rimane comunque la migliore “testimonianza” artistica di se stessi, essendo appunto un documento che rimane nel tempo. Da quando iniziai, in un percorso di ricerca totalmente personale e solitario, a maturare questa visione contrabbassistica completamente fuori dai canoni, ho pensato che la realizzazione di un disco, di certo inedito e particolare, avrebbe rappresentato il migliore modo per diffondere questa mia visione. La bellissima etichetta italiana Velut Luna si è interessata al mio progetto proponendomene la pubblicazione, ed eccoci dunque arrivati a “Chopin & Schumann”, una prima incisione mondiale in coppia con il pianista italiano Marco Sanna. E’ un disco che ho voluto intitolare così per dedicarlo alla musica per violoncello di due dei miei più adorati compositori. Nel caso poi della Sonata per Violoncello di Chopin, ci troviamo di fronte ad una vera e propria perla, essendo l’unica composizione, di una certa consistenza, del grande compositore polacco a richiedere la presenza di un altro strumento oltre al pianoforte. Ma per un musicista, così come per qualsiasi artista, il progetto più importante è quello che verrà. E’ per questo che ho dei nuovi progetti discografici in corso di preparazione, sempre improntati su questo mio modo violoncellistico di intendere il contrabbasso. Le recensioni lusinghiere che questo disco ha ottenuto su alcune delle più rinomate riviste internazionali di musica insieme ai riscontri che ricevo dopo i miei récital, mi hanno confermato che la strada intrapresa è quella giusta. Di sicuro è un percorso che mi appaga e gratifica moltissimo.

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