L’Intervento/ Cacicchi e caos elettorale

Tra candidature e silenzi

La tornata autunnale delle prossime elezioni regionali si annuncia come la peggiore della storia. L'unico argomento di cui si parla è chi sarà il candidato, indipendentemente da come queste siano state amministrate. La sinistra è concentrata nella diatriba tra i “cacicchi”, la vecchia guardia comunista che vuole togliersi dalle scatole la Schlein e i “nuovi”, espressione del campo largo che tanto sta a cuore alla segretaria. Nel campo opposto idem con patate. Tutti tesi a piazzare i loro nelle caselle, senza manco una parola sulle competenze, le capacità amministrative, i problemi che affliggono i territori.

L’effetto sui cittadini

Del fatto che gli amministrati siano esasperati e non vadano più a votare non interessa a nessuno. Eppure i prossimi presidenti e consiglieri incideranno direttamente sulla vita di milioni di persone, alle prese tutti i giorni con il traffico, la monnezza, i servizi pubblici e amministrativi. Per non parlare della sanità, che la scelta scellerata degli anni ’90 – voluta dalla sinistra per contenere la Lega di Bossi – ha demandato alle regioni, determinando di fatto la nascita di 20 sistemi sanitari regionali e altrettanti centri di potere.

Il caso di Giardino Nomentano

Voglio riportare un esempio dell'assoluta incompetenza delle amministrazioni locali. Da oltre 30 anni abito a Roma, nel quartiere Giardino Nomentano-San Cleto: un posto tranquillo con molto verde. Finora l'unica lamentela rivolta all’amministrazione comunale era la monnezza che debordava dai cassonetti. Ma questa settimana, il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso, senza prove concrete, che le strade del quartiere dovessero sostituire la strada consolare della Nomentana. Un’arteria fondamentale che convoglia il traffico in uscita da Roma verso il Grande Raccordo Anulare e i comuni limitrofi.

Il risultato è che adesso le strade interne del quartiere sono attraversate da un flusso ininterrotto di auto, camion, tir, autobus urbani e interurbani, alle prese con semafori, strade strette, pedoni a rischio di lasciarci le penne e automobilisti col sangue agli occhi. Insomma, l'ira di Dio. Truppe di vigili urbani esasperati, con fischietti incorporati, passano la giornata ai semafori per impedire agli ignari automobilisti di ottemperare alle cervellotiche decisioni della Giunta e del Sindaco. Sono già avvenuti due incidenti e una donna è stata trasportata in ospedale da un’ambulanza che, ovviamente, non riusciva a passare.

Il sindaco e la scena di Totò

Sono tutti contrari: dai municipi, alle assemblee di quartiere, dai residenti a quelli di passaggio. Ma il nostro imbelle sindaco continua a sorridere nelle foto, mentre taglia nastri e riceve presidenti del mondo intero in transito per Roma (ma che certamente non passano dall’ex Giardino Nomentano), beato come un monaco tibetano sovrappeso.

Nel film Totò a colori c’è una bellissima scena in cui Totò, rivolto a uno, dice: “Lei è scemo!”
“Come si permette? Io sono il sindaco!”
“E allora è un sindaco scemo!”.

E mi fermo qui.