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Tre operai morti in poche ore: Vicenza, Napoli e Frosinone, l’Italia del lavoro che non torna più a casa

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Tre operai morti in poche ore: Vicenza, Napoli e Frosinone, l’Italia del lavoro che non torna più a casa

Una giornata, tre città, tre vite spezzate. Lunedì 6 maggio si è aperto con una scia di sangue che attraversa il Paese da nord a sud, dalla provincia di Vicenza a quella di Frosinone, passando per Napoli. Tre operai sono morti sul lavoro. Le circostanze sono differenti, ma il risultato è lo stesso: una morte violenta e improvvisa durante l’attività lavorativa, in contesti operativi che oggi i magistrati stanno ricostruendo, tra documentazione tecnica e testimonianze.

Tre operai morti in poche ore: Vicenza, Napoli e Frosinone, l’Italia del lavoro che non torna più a casa

A Vicenza, un uomo di 54 anni è precipitato da un’impalcatura durante un intervento di manutenzione industriale. A Napoli, un operaio di 37 anni è rimasto schiacciato da un macchinario all’interno di un sito logistico. A Frosinone, un 45enne è deceduto dopo essere stato colpito da una lastra di metallo caduta durante il montaggio di una copertura. Tutti e tre lavoravano in regime di appalto o subappalto, secondo le prime informazioni.

L’Inail: denunce in calo, ma cresce la mortalità in trasferta

I dati aggiornati dell’Inail fotografano una tendenza che sembra contraddittoria: diminuiscono gli infortuni segnalati, ma aumentano i decessi, soprattutto quelli in itinere, legati agli spostamenti per motivi di servizio. La curva degli incidenti mortali sul lavoro non accenna a calare in maniera strutturale. I settori più colpiti restano quelli dell’edilizia e della logistica, dove i ritmi sono serrati, i controlli spesso insufficienti e la catena delle responsabilità lunga e opaca.

Sindacati in allarme: “Non possiamo abituarci”
“È un bollettino di guerra che non possiamo più considerare normale”, dicono in una nota congiunta Cgil, Cisl e Uil, tornate a chiedere un piano straordinario per la sicurezza sul lavoro, maggiori ispettori, investimenti nella formazione e una revisione delle regole sugli appalti. “Serve un’azione immediata e sistemica”, insistono i sindacati, che accusano il governo di non aver ancora messo al centro dell’agenda il tema delle morti bianche, nonostante le promesse dopo i casi più eclatanti degli ultimi anni.

Schlein: “Una strage quotidiana”
Anche la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è intervenuta duramente: “Non possiamo continuare a chiamarle fatalità. Queste morti sono il risultato di un sistema che considera la sicurezza un costo e non un diritto. Servono azioni concrete, serve un passo avanti immediato”. Le parole sono state pronunciate a margine di un evento a Roma, e subito rilanciate dai canali social del partito.

Le inchieste in corso e il nodo dei controlli
Le procure locali hanno aperto fascicoli per omicidio colposo, come da prassi. In ognuno dei tre casi si indaga sulle condizioni di sicurezza nei cantieri, sull’eventuale assenza di dispositivi di protezione e sulla formazione ricevuta dagli operai coinvolti. Le prime relazioni degli ispettori territoriali dovrebbero arrivare entro la settimana, mentre si attende l’esito delle autopsie.

Ma il tema, ormai evidente, va oltre la giustizia ordinaria. Riguarda l’efficienza dei sistemi di prevenzione, la responsabilità delle imprese appaltanti, la qualità del lavoro nei settori dove la precarietà è la norma e non l’eccezione. Tre morti in un giorno sono un evento troppo grave per restare confinato nel breve ciclo della cronaca.

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