"Libro nero" delle ONG mette sotto accusa l'Europa: "Violenze gratuite contro migranti"

- di: Emanuela M. Muratov
 
C'è anche l'Italia, insieme ad altri Paesi europei destinazione (o solo punto di passaggio) di migliaia di immigrati illegali, nel dossier con il quale alcune ONG che si occupano di diritti umani denunciano soprusi e violenze cui sarebbero sottoposti coloro che, clandestinamente, raggiungono il continente. Si tratta di un vero e proprio "Libro nero", in due volumi per oltre, complessivamente, 1500 pagine, redatto dalle organizzazioni non governative che, dal 2016, si sono raggruppate intorno al progetto Border Violence Monitoring Network (BVMN).

Questa rete di ONG ha raccolto testimonianze ed ha svolto indagini sui casi di respingimento illegale di richiedenti asilo e migranti alle frontiere dell'Unione Europea e sulla violenza che, denuncia, li accompagna. Novecento casi identificati, 12.600 persone interessate: il documento, che è stato trasmesso al Parlamento europeo dalla Sinistra unitaria europea e presentato, oggi, alla Commissaria Ylva Johansson, responsabile degli affari interni, raccoglie centinaia storie e tante violazioni dei diritti umani.

Mappe, foto di luoghi e persone, dati precisi completano, nel libro, le testimonianze raccolte in Grecia, Italia, Croazia, Slovenia e Ungheria, lungo la rotta balcanica. Il materiale che è stato raccolto costituisce una accusa molto dura contro le pratiche che sarebbero esercitate lungo le frontiere esterne dell'Europa che, peraltro, dice di volere rafforzare ulteriormente il dispositivo di controllo. Come si capisce dal "patto migratorio" che è stato redatto dalla Commissione ed ora al vaglio degli Stati.

Secondo le ONG, le autorità dei Paesi menzionati, in negativo, nel "libro nero", alle domande loro poste si sarebbero limitate a smentite, spesso vaghe.
Il documento della rete BVMN analizza in profondità, questa volta, quella che, secondo Hope Barker, portavoce del gruppo, sembra "una pratica sistematica in corso", aggiungendo che, peraltro, la realtà della violenza sarebbe molto più diffusa di quanto hanno potuto registrare gli inquirenti.

L'eurodeputata tedesca del partito Die Linke, Cornelia Ernst, che ha visitato diversi centri di accoglienza per migranti, evoca "infinite testimonianze di violenza spietata, sadica o degradante". Le innumerevoli testimonianze, più schiaccianti per alcuni Paesi (Croazia, Ungheria) che per altri, coinvolgono la polizia, l'esercito e le guardie di frontiera. Sempre secondo le ONG, sono state evidenziale pratiche ricorrenti di furto, reclusione, violenza - anche contro minori -, sparatorie con lo scopo di spaventare, firme estorte da documenti non tradotti. I migranti raccontano di come sono stati "trascinati per terra come sacchi di immondizia, spinti in un fiume e colpiti dal lancio di pietre o fatti aggredire da cani". Molti degli intervistati hanno lanciato lo stesso grido: "Non siamo animali".
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