È polemica sulle dichiarazioni del dottor Zangrillo: "Il Coronavirus non esiste più"

 
I numeri sui contagi da Coronavirus in Italia continuano a scendere e mentre il nostro paese cerca lentamente di uscire dalla crisi creata dalla pandemia ed esplosa nella penisola circa 3 mesi fa, scoppia la polemica per alcune dichiarazioni fatte dal dottor Alberto Zangrillo.

Tutto è partito da quanto detto dal direttore del reparto di terapia intensiva dell'ospedale San Raffaele di Milano durante la trasmissione televisiva Mezz'ora in più, in onda su Rai3, riguardo la situazione in Lombardia: "Ora mi viene da ridere perché un mese fa alcuni epidemiologi dicevano di temere la nuova ondata in questo periodo con conseguente crisi della terapia intensiva. Invece il coronavirus ora clinicamente non esiste più. Lo dice uno studio del professor Clementi, direttore dell'istituto di virologia, insieme alla Emory University di Atlanta. La carica virale trovata nei test fatti negli ultimi 10 giorni è molto inferiore rispetto a quella di un mese fa. Sono consapevole del dramma vissuto dai pazienti che sono morti ma non possiamo continuare a dar la parola a chi si auto-proclama professore. Il virus dal punto di vista clinico non esiste più, questa frase la ribadisco e la firmo"

Zangrillo ha poi rincarato la dose su chiunque abbia fortino i numeri della pandemia in Italia dall'inizio dell'emergenza: "Borrelli, Brusaferro, il presidente del CSS ci propinano numeri senza valore da 3 mesi, cosa che ha bloccato il paese mentre noi lavoravamo. Ora chiediamo di ripartire per curare tutti gli altri, del campionato o delle vacanze non ci importa nulla".

Dichiarazioni molto forti quelle del medico del San Raffaele che sono state accolte con sorpresa dal resto della comunità scientifica, a partire proprio dal presidente del CSS, Franco Locatelli: "Accolgo le parole di Zangrillo con sorpresa e sconcerto, basta guardare i casi di nuovi contagi per capire che il virus circola ancora in maniera persistente nel nostro paese". Stesso tono usato da Luca Richeldi, pneumologo e membro del CTS: "Il virus sta ancora circolando, dare messaggi che non invitano alla prudenza è sbagliato: sicuramente c'è meno pressione sui nostri ospedali ma questo è il risultato delle misure di contenimento del contagio. La cautela deve essere sempre presente, in particolare dalle riaperture del 3 giugno: altri paesi non hanno usato tali misure e i loro risultati non sono confortanti".
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