USA: l'antirazzismo contro i personaggi iconici neri della pubblicità

 
Sbaglia chi ha pensato che il massimo del vento antirazzista che sta travolgendo gli Stati Uniti, dopo la morte violenta di George Floyd, avesse raggiunto il culmine con l'abbattimento di statue erette a celebrazione di personaggi storici che erano (anche) schiavisti.
La valanga revisionista (perché di questo si tratta, riscrivere l'Olimpo dei celebrati di un tempo alla luce della totalmente differente sensibilità di oggi) sta costringendo anche protagonisti economici della nostra era a cambiare, per evitare d'essere travolti da proteste o peggio.

Un processo che appare inarrestabile se è vero che la società alimentare Quaker Oats (che fa parte del gigante PepsiCo) ha annunciato di avere deciso di cancellare, dal ventaglio dei suoi prodotti, uno dei più famosi, ''Aunt Jemima''. Si tratta di una pastella per pancake che, sulle sue scatole rosse, praticamente le stesse da 131 anni, mostrano il volto sorridente di una donna. Di colore e, quindi, presumibilmente a servizio di bianchi, e di conseguenza collegata al triste fenomeno dello schiavismo.

Qaker Oaks ha motivato la sua decisione riconoscendo che ''le origini di Aunt Jemima sono basate su uno stereotipo razziale". Kristin Kroepfl, vicepresidente e direttore marketing di Quaker Foods North America, in un comunicato stampa, ha detto: "Mentre lavoriamo per progredire verso l'uguaglianza razziale attraverso diverse iniziative, dobbiamo anche dare un'occhiata al nostro portafoglio di marchi e assicurarci che riflettano i nostri valori e soddisfino le aspettative dei nostri consumatori". Kroepfl ha anche dichiarato che la società ha lavorato per "aggiornare" il marchio in modo "appropriato e rispettoso", ma, ha ammesso, con cambiamenti insufficienti.

Ora l'azienda sta lavorando all'elaborazione del nuovo profilo del suo prodotto, con un nuovo packaging e forse anche un nuovo nome. Una vera rivoluzione, pensando che le scatole rosse di ''Aunt Jemima'' sono state presenti per oltre un secolo in quasi tutte le case americane (ma anche di altri Paesi), nelle quali, usandone il contenuto per preparare pancake, a tutto si pensava meno che dietro ci fosse un messaggio subliminale razzista.
Al clima di intolleranza verso i simboli, veri o presunti, dello sfruttamento o della sopraffazione razziale hanno certo contribuito le prese di posizione di cui si stanno rendendo protagonisti personaggi del mondo civile, dallo sport all'arte. E forse, più di mille parole, di mille manifestazioni, di monumenti imbrattati, nella decisione di Qaker Oats ha avuto peso un video della cantautrice Kirby Maurier pubblicato su Tik Tok che ha veicolato un messaggio sul fatto che Aunt Jemima fosse una ''colazione razzista''. 

Una frase accompagnata da un gesto semplicissimo, quanto efficace, svuotare il contenuto della iconica scatola di pastella per pancake nel lavandino, aggiungendo ''Le vite nere contano, gente, anche a colazione". 
Il prossimo a cadere sotto la scure delle proteste sarà un altro ''zio'' dell'industria alimentare, Uncle Ben, marchio di riso e pubblicizzato attraverso il volto - sorridente, secondo lo stereotipo del 'nero buono e contento' - di un anziano afroamericano. Le prime scatole del riso Uncle Ben arrivarono sul mercato americano nel 1943 e per decenni (almeno sino agli anni '90) si accaparrarono la parte più importante del mercato. Ma ora la proprietaria del marchio, la Mars Food, ha deciso che il viso dello zio Ben, ritratto con un impeccabile papillon nero, dovrà sparire dalle scatole di riso. ''È giunto il momento di evolvere il marchio, compresi i suoi elementi visivi" , ha detto portavoce dell'azienda, non facendo esplicito riferimento alla campagna anti-razzista, ma lasciando intendere la decisione ne è diretta conseguenza.

Ma la storia non finisce qui. Tra un po' sarà un ricordo la bottiglia di sciroppo per pancake, con il marchio Mrs. Butterworth's, che raffigura una donna dagli inequivocabili tratti africani. Ora tutto sarà rivisto, con una revisione completa di marchio e packaging. Ed avrebbe i giorni contati anche l'attuale logo dei cereali Cream of Wheat, un cuoco - come tutti gli altri compagni di pubblicità - sorridente, con tanto di cappello bianco in testa.
Forse, tra tutti, il 'cuoco nero' è quello con la più chiara matrice razzista. Perché, quando fece la sua apparizione pubblicitaria, il suo nome era Rastus, appellativo dispregiativo attribuito ai neri d'America.
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