Gruppo Zucchetti, da 15 anni leader nel settore IT: intervista al Vice Presidente, Giovanni Mocchi
Zucchetti da 15 anni consecutivi è il primo Gruppo italiano nel settore dell’Information Technology: per parlare dei motivi di questa leadership consolidata da più di una decade, abbiamo intervistato il Vice Presidente, Giovanni Mocchi.
Dott. Mocchi, quali sono gli elementi essenziali che caratterizzano il Gruppo e rappresentano la spinta alla crescita continua? In altre parole, se dovesse scegliere alcune caratteristiche fondanti del Gruppo, quali citerebbe?
"La storia del Gruppo Zucchetti è molto affascinante. Il fondatore Domenico Zucchetti era un commercialista e, circa 40 anni fa, ha deciso di ottimizzare i processi del proprio studio: la sua intuizione è stata quella di introdurre la propria tecnologia sul mercato e venderla ai propri competitor. Così è iniziato il business del Gruppo, una realtà che oggi supera i 950milioni di fatturato, con oltre 6mila dipendenti. Alla base di questo enorme successo vi è sicuramente una prospettiva e una visione di lungo periodo oltreché una innovazione continua nel tempo. La proprietà infatti, in tutti questi anni, ha sempre reinvestito il suo capitale. Tra i 6mila dipendenti accennati abbiamo 1.500 sviluppatori e questo numero è la dimostrazione di una capacità di innovazione dei nostri applicativi.
I nostri punti chiave sono stati e continuano ad essere una continua e ossessionata ricerca dell’eccellenza, una capacità ed una fortissima spinta verso un’innovazione continua, una grande attenzione verso le risorse interne e, soprattutto, mettere al centro della nostra attività le esigenze del cliente.
Questi sono gli elementi essenziali, ai quali aggiungo anche la capacità di aprirsi completamente alle aziende che hanno saputo rinnovarsi nel tempo e, di conseguenza, sono entrate nel nostro ecosistema. Zucchetti, infatti, ha dimostrato una grande capacità di coniugare non solo una crescita organica strutturale basata sull’innovazione, ma anche una capacità di crescita nelle acquisizioni. In 40 anni ha saputo intraprendere, con grande coraggio, più di 100 operazioni di acquisizione. Operazioni, tra l’altro, che sono andate nella stragrande maggioranza a buon fine, a testimonianza di una grande capacità di aumentare il perimetro di business grazie ad una visione lungimirante che ha sempre contraddistinto il Gruppo, una politica aziendale partita proprio dal fondatore e tramandata negli anni anche ai figli Alessandro e Cristina, i quali hanno saputo portare avanti questo processo con ancor più vigore".
Zucchetti, per sviluppare le sue soluzioni, utilizza una sua piattaforma tecnologica (Infinity) e un suo tool di sviluppo (Sitepainter) che genera codice Java. Ciò ha permesso una totale indipendenza tecnologica e la creazione di un’offerta di software applicativi di grande efficacia. Può parlarci, più in generale, della leadership tecnologica del Gruppo?
"Zucchetti è un’industria che sa produrre software e, non solo in questo ambito, abbiamo intrapreso scelte lungimiranti nel passato che ci stanno largamente premiando nel presente.
Una di queste è l’aver sposato la logica Open Source, laddove è stato possibile. La nostra capacità è saper fare ingegneria con il software e abbiamo anche perfezionato un protocollo interno ed una capacità organizzata di sviluppare tecnologie, monitorarne la qualità e l’evoluzione continua nel tempo. Guardando indietro, la scelta intrapresa nel 2000 di riscrivere totalmente la nostra base applicativa, andando sempre più verso il web, è stata fortemente lungimirante: oggi ben 9 clienti su 10 scelgono la nostra offerta in Cloud rispetto a quella in licenza d’uso.
Inoltre abbiamo sviluppato anche un’integrazione con il mondo del mobile per i nostri applicativi: questo strumento ha permesso di ottimizzare grandemente i processi dei nostri clienti, basti pensare al settore HR, uno dei nostri principali business. Gestiamo, infatti, i sistemi-paga dei nostri clienti e complessivamente quasi un dipendente su due riceve un cedolino attraverso le procedure Zucchetti. In questo ambito,attraverso la app mobile Zucchetti abbiamo permesso facilmente un grande interscambio di informazioni fra i dipendenti e la loro azienda, con la conseguente ottimizzazione della comunicazione e un notevole risparmio di tempi e costi. Tale sistema ha reso anche possibile l’adempimento degli obblighi di informativa in relazione all’emergenza sanitaria del Coronavirus. L’attenzione che riserviamo all’ottimizzazione dei processi di lavoro è uno dei nostri punti cardine e questo valore ci sta premiando molto sul mercato".
Capacità d’innovazione basata su una cultura d’impresa incentrata sulla delega appare un tratto fondativo del Gruppo. Ma come questa ‘vision’ si sostanzia nell’organizzazione aziendale, nel modo di essere, di pensare, di agire dell’azienda?
"L’azienda opera da sempre attraverso ampie deleghe.
Lo scorso anno Harvard Business Review ha voluto conoscere la nostra realtà e ha approfondito il nostro lavoro scrivendo anche un libro dal titolo “L’incredibile alchimia del Gruppo Zucchetti. Hub di imprenditori, caleidoscopi e calabroni”. Il titolo del libro dice tutto: il Gruppo Zucchetti si è sempre contraddistinto per la capacità di avvalersi di tanti imprenditori che lavorano per un’unica strategia aziendale. Aggregare tutte queste capacità imprenditoriali e farle amalgamare fra loro ha significato operare in un contesto di ampissime deleghe.
Queste capacità sono indirizzate da un comitato direttivo, il quale rappresenta quello che può essere considerato una sorta di organo di indirizzo della Zucchetti: questo comitato si riunisce mensilmente e rappresenta il luogo nel quale vengono intraprese le decisioni strategiche nel medio e lungo periodo.
La capacità di imprenditorialità diffusa in tutti i livelli è una caratteristica fondante e distintiva di questa realtà, voluta fortemente dal fondatore Domenico Zucchetti e portata avanti dai suoi figli Alessandro e Cristina nel corso degli anni".
Continuate ad ampliare la vostra dimensione internazionale e il 15% del fatturato totale è già realizzato all’estero. Anche nel 2019 sono state messe a segno da Zucchetti importanti acquisizioni e partecipazioni in vari Paesi del mondo e il Gruppo si avvale di oltre 350 partner esteri che operano in più di 50 Paesi. In tale quadro, Zucchetti può essere considerata un acceleratore di nuovi business, un ‘hub’ per consentire ad aziende che operano in mercati emergenti di disporre sia delle risorse economiche e della forza commerciale sia di tutti i servizi necessari per crescere sul mercato?
"Come comitato direttivo ci siamo resi conto che, per assicurare un trend di crescita prospettico di questa azienda (passata, negli ultimi 10 anni, da 200 milioni a 950 milioni di fatturato) e per continuare a crescere in maniera costante nel prossimo futuro, avremmo dovuto porci come obiettivo anche la maggior internazionalizzazione della nostra realtà.
Negli ultimi anni, seguendo questa visione, abbiamo portato a termine diverse acquisizioni mirate, accedendo direttamente ai mercati di 11 diversi Paesi esteri. In questo passaggio si è evidenziata ulteriormente la nostra capacità di integrare un business diretto con un business di partner imprenditoriali: ne abbiamo, infatti, 350 all’estero e 1650 in Italia.
Siamo entrati, quindi, nel mercato di diversi paesi europei con molte soddisfazioni e ottimi risultati soprattutto in Spagna, Germania e Svizzera, ma stiamo crescendo in maniera importante anche altrove.
Non si tratta di una crescita solo del fatturato, ma anche di una visione di business che si allarga e si integra al tempo stesso: qualche anno fa ci siamo affacciati nel settore Hospitality, dove siamo riusciti a creare non solo integrazione di aziende tra di loro, sia sul settore Booking che per il gestionale, ma anche con il mondo dei commercialisti attraverso un ponte ideale rappresentato dalla fatturazione elettronica. Questo processo di integrazione ha permesso alle aziende, anche in situazioni di emergenza Covid, di adempiere alle loro attività attraverso l’integrazione logica dei dati tra un sistema e l’altro: se tanti studi commercialisti, per esempio, oggi sono riusciti a rimanere aperti è proprio grazie a queste innovazioni introdotte negli ultimi anni".
Come detto, siete leader nell’Information technology. Quali le prospettive del settore nel breve e nel medio periodo? Quali le aree specifiche di business che appaiono più profittevoli e in quali aree del mondo?
"Il Gruppo Zucchetti ha delle consolidate posizioni di leadership sui settori HR, ERP, Professionisti, nonché sicurezza e automazione; per quanto riguarda l’ambito dei mercati verticali siamo entrati ultimamente nel settore dell’Hospitality, della ristorazione e dei trasporti. Siamo molto presenti anche nei servizi Food & Beverage, nell’automotive e nei servizi digitali. L’azienda ha saputo allargare in maniera importante il suo business attraverso acquisizioni mirate effettuate negli ultimi anni, una su tutte riguarda Moxoff, spin-off del Politecnico di Milano specializzato in modellazione matematica, simulazione e analisi statistica. L’azienda si è dotata di capacità e competenze evolute per diffondere sul nostro mondo applicativo capacità di intelligenza artificiale e di big data analytics anche mediante un laboratorio dell’innovazione interno. L’evoluzione delle politiche aziendali è continua e mira ad accelerare innovazione di prodotto e di offerta.
In questo ambito, il mercato dell’Europa occidentale è il più interessante, ma ci siamo spostati anche in America Latina, aprendo in particolar modo in Brasile, dove siamo cresciuti velocemente in termini di business".
Siete noti anche per lo sviluppo efficace dei talenti. L’Accademia Zucchetti, solo per citare un esempio, è una bellissima realtà. Quali sono, in generale, le politiche di formazione e valorizzazione del personale che vengono seguite in azienda?
"C’è sempre stata un’attenzione estrema nella gestione, nella valutazione e nell’aggiornamento del personale: in azienda si dedica moltissimo tempo alla formazione e all’evoluzione professionale dei dipendenti, con tantissime ore di corsi e svariate opportunità. La nostra Accademia, in questo, è una continua fucina di iniziative sia sulla parte di sviluppo delle competenze tecniche che su quelle comportamentali (soft skills). L’azienda è sempre stata convinta che la qualità delle persone e la loro motivazione siano elementi trainanti dello sviluppo aziendale. Ogni persona ha il suo piano formativo deciso e delineato con il coordinatore del team e con l’ufficio delle risorse umane: il dipendente può integrare le sue competenze professionali anche con corsi di diverso tipo, come quello di inglese. Non si tratta quindi di una preparazione mirata solo ed esclusivamente al lavoro fine a se stesso, ma ad una vera e propria formazione a 360 gradi, volta anche a potenziare il bagaglio culturale del singolo dipendente in una visione trasversale delle competenze acquisite.
Negli ultimi due anni è stata creata e sviluppata quella che abbiamo definito l’Academy dei programmatori, ovvero un processo che parte dalle scuole: abbiamo iniziato dalla Lombardia, ma lo stiamo estendendo anche ad altre aree in Italia. Questo processo consiste nell’offrire l’opportunità ai ragazzi neodiplomati degli indirizzi scientifici di conoscere gratuitamente la nostra azienda, offrendo loro due mesi di formazione sulla tecnologia di sviluppo, al termine dei quali viene proposta la possibilità a chi è interessato di svolgere uno stage: circa il 90% alla fine ottiene un contratto di lavoro nelle aziende del Gruppo Zucchetti. L’obiettivo è colmare il gap tra scuola e lavoro, soprattutto in un mondo nel quale i nostri ragazzi sono chiamati ad essere sempre più duttili e devono sapersi adattare a diverse situazioni e ambienti di lavoro".
Siete un gruppo internazionalizzato e dinamico, ma che ribadisce la sua italianità, tanto che il 100% del capitale sociale è di proprietà di italiani. Cos’è per Zucchetti l’italianità, nel vasto settore in cui operate è realmente un valore aggiunto? E, per restare al quadro aziendale, come è avvenuto in Zucchetti il passaggio generazionale nella guida dell’azienda?
"L’azienda è nata con una cultura del pragmatismo e della concretezza, elementi tipici lodigiani, territorio dove è nata l’azienda e dal quale si è poi estesa. La nostra base è a 30 km da Milano e crediamo fortemente nelle nostre radici e nei nostri valori, che vengono costantemente apprezzati sia dai nostri dipendenti che dai nostri clienti. Queste basi culturali sono un tratto distintivo della nostra realtà e ci differenziano in maniera sostanziale da molte altre aziende, anche più blasonate.
È grazie a questa impronta culturale che noi riusciamo a decidere in appena 24 ore uno spostamento strategico aziendale: il 21 febbraio, per esempio, è partita l’emergenza Covid in Lombardia ed era un venerdì. Durante il fine settimana abbiamo costituito un comitato d’emergenza e già dalla settimana successiva 6mila dipendenti erano in smart working.
Il passaggio aziendale è stato un altro capolavoro ed esempio lampante delle caratteristiche culturali sopra citate: il fondatore Domenico Zucchetti aveva deciso che, al compiere dei suoi 70 anni, avrebbe passato il timone ai due figli Alessandro e Cristina, i quali sono cresciuti all’interno dell’azienda sin da giovani ed inseriti nei meccanismi operativi. Il passaggio dal fondatore ai figli è stato talmente perfetto e senza alcuno scossone che è stato riconosciuto a livello nazionale dalla Camera di Commercio con la vincita dell’edizione 2009 del Premio “Di padre in figlio”. La concretezza e la visione aziendale del lungo periodo è tipica di una famiglia imprenditoriale e sono caratteristiche che hanno contribuito fortemente alla vincita di questo premio, ossia un gruppo che ha un piano industriale a lungo termine e non un obiettivo finanziario volto a massimizzare l’EBITDA e i risultati di breve periodo".
Il vostro impegno nella battaglia contro il Covid-19 è stato molto forte, con varie iniziative messe in campo sia all’interno dell’azienda che verso gli stakeholder e la comunità in generale. Quali le più significative? Inoltre, crede che la pandemia, come in altri settori, cambierà in qualche modo le strategie di business del Gruppo?
"Molti dipendenti sono di Codogno e, dopo il primo focolaio, abbiamo subito messo in sicurezza il personale della nostra azienda. La famiglia Zucchetti ha poi offerto una donazione economica all’ospedale di Lodi, ma il direttore generale dell’Asst di Lodi Dott. Massimo Lombardo ha chiesto da subito un aiuto organizzativo. Più che una donazione economica, quindi, la priorità era quella di liberare le corsie ed i letti dai pazienti di Covid non ancora in una fase critica della malattia e, in quei giorni, erano la maggior parte.
Le strutture ospedaliere ci hanno chiesto, quindi, di sviluppare soluzioni che permettessero di gestire da remoto questi pazienti: noi abbiamo accolto questa sfida ed abbiamo realizzato una task force con competenze interne, ma anche aggregando capacità del nostro ecosistema aziendale (Macnil, Moxoff, Zucchetti Centro Sistemi). È stato creato un grande progetto di telemedicina che ha riscontrato un successo enorme: più di 7mila persone, infatti, sono state curate da remoto tramite il nostro sistema che ha permesso anche di raccogliere sistematicamente i parametri chiave dell’evoluzione della malattia e di creare, a sua volta, un sistema di monitoraggio per l’ospedale, capace di classificare i pazienti sui classici quattro livelli di criticità delle condizioni di salute (bianco, verde, giallo, rosso). Allo stesso tempo, il sistema ha permesso la creazione di meccanismi di allerta, capaci di prevenire situazioni difficili e di ospedalizzare immediatamente casi critici.
. Oggi utilizzano questa tecnologia gratuita le Asl di Lodi, Crema, Pavia, Torino e della Val Camonica, ma anche e soprattutto le case di cura nelle quali i tamponi non erano disponibili. Inoltre, l’azienda è riuscita in pochissimo tempo a creare le condizioni ottimali per gestire la fase 2 dell’emergenza: abbiamo inserito sul mercato per i nostri clienti diverse soluzioni tra le quali un servizio per monitorare l’ingresso in azienda dei singoli dipendenti, per verificare i livelli di pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro e strumenti per organizzare gli spazi al fine di mantenere il distanziamento sociale".