Strage silenziosa sul lavoro: tre vittime in un solo giorno tra Toscana, Salernitano e Lazio
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Ancora tre morti sul lavoro, in un’Italia che continua a piangere vittime in silenzio. Un bidello precipitato dal tetto di una scuola, un operaio schiacciato da un mezzo in movimento e un altro caduto da una scala. Tre vite spezzate in contesti diversi ma uniti dallo stesso filo rosso: la fragilità della prevenzione. Le tragedie si sono consumate tra Lazio, Toscana e Campania, lasciando famiglie devastate e comunità sconvolte. La dinamica degli eventi riaccende l’attenzione su un’emergenza nazionale mai davvero affrontata: quella delle morti bianche.
Strage silenziosa sul lavoro: tre vittime in un solo giorno tra Toscana, Salernitano e Lazio
In Toscana, la vittima è un operaio di 56 anni, travolto da un mezzo durante alcune operazioni logistiche all’interno di un’area industriale della provincia di Prato. Secondo le prime ricostruzioni, il lavoratore si trovava a ridosso di una rampa di carico quando un veicolo lo ha investito, senza che nessuno riuscisse a intervenire in tempo. I colleghi presenti hanno immediatamente allertato i soccorsi, ma l’uomo è deceduto poco dopo l’arrivo in ospedale. Le indagini aperte dall’Ispettorato del lavoro dovranno chiarire se vi siano state carenze nei dispositivi di sicurezza o errori di manovra.
A Scafati un sessantenne precipita da una scala
Nel Salernitano, a Scafati, un uomo di 60 anni ha perso la vita cadendo da una scala durante alcuni lavori di manutenzione domestica. Anche in questo caso, il decesso è avvenuto sul colpo. L’uomo, secondo quanto riferito dai familiari, si stava occupando di piccole riparazioni quando ha perso l’equilibrio. L’impatto con il suolo è stato fatale. Le autorità locali hanno avviato gli accertamenti di rito, ma l’episodio conferma quanto il rischio non risparmi nemmeno chi lavora in modo autonomo o su incarico privato, spesso senza le necessarie misure di sicurezza.
Nel Lazio un bidello cade dal tetto della scuola
Nel Lazio, l’ennesima vittima è un collaboratore scolastico precipitato dal tetto di un edificio scolastico mentre svolgeva lavori straordinari. L’uomo, impiegato da anni nell’istituto, era salito sulla copertura per verificare alcune infiltrazioni d’acqua, secondo quanto riferito dal dirigente scolastico. Un gesto di disponibilità che si è trasformato in tragedia. Nessuna impalcatura, nessuna imbracatura, nessuna protezione: la caduta non gli ha lasciato scampo. La procura competente ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e nei prossimi giorni verranno ascoltati testimoni e responsabili dell’edificio.
Una strage quotidiana senza clamore
Questi tre incidenti si sommano alle centinaia di morti che ogni anno si verificano nei luoghi di lavoro italiani. Una lunga scia che attraversa fabbriche, cantieri, uffici e scuole, ma che raramente conquista le prime pagine. Le statistiche raccontano di una media di oltre due vittime al giorno, un numero che resta drammaticamente costante nonostante campagne, proclami e riforme annunciate. Le parole, per quanto necessarie, non bastano più: servono controlli severi, formazione obbligatoria e una cultura della prevenzione che parta dal basso.
Le istituzioni sotto pressione
Alla luce dei nuovi decessi, le associazioni dei lavoratori chiedono interventi immediati. Il governo, già sotto osservazione per le scelte in materia di appalti e flessibilità contrattuale, è chiamato a rispondere con fatti concreti.