Tavolo sulla Moda al MIMIT, i sindacati: "Servono risposte concrete anti-crisi"

- di: Redazione
 
FOTO: femcacisl.it

Il tavolo sul settore della Moda tenuto al dicastero delle Imprese e del Made in Italy
è stata occasione per discutere dello scenario legato alla filiera e delle risposte attese soprattutto dai sindacati di categoria.

Tavolo sulla Moda al MIMIT, i sindacati: "Servono risposte concrete anti-crisi"

Nel suo intervento, Daniela Piras, Segretaria generale della Uiltec, è stata molto chiara: "Ci vuole una cabina di regia nazionale per dare risposte celeri alle esigenze del Made in Italy. Abbiamo ribadito il nostro no a tavoli regionaliperche non si possono focalizzare risposte, che meritano spazio nazionale, in confini territoriali. Riteniamo che gli interventi posti finora siano insufficienti rispetto alle esigenze del settore. Questo e’ il quinto tavolo che si riunisce e registriamo ulteriori criticita’ rispetto agli esordi. Mancano i tavoli tematici. Ci vogliono interventi urgenti, perché il settore vive transizioni, come quella digitale, che impattano fortemente sui livelli produttivi ed occupazionali. Occorre attrezzarsi, attirare soggetti nuovi, agire su formazione ed ampliamento capacità di abilitazione, agire sui giovani con un’adeguata capacità attrattiva. Occorre salvaguardare le filiere produttive, composte da piccole e medie imprese, che soffrono i cali della produzione ed il rincaro dei prodotti diminuiti sul mercato. E’ fondamentale che si intervenga su sviluppo e ricerca".

Al termine della riunione, la quinta del Tavolo della Moda, Filctem Cigl, Femca Cisl, Uiltec Uil hanno chiarito la loro posizione: "Come sindacato abbiamo il dovere di tenere la guardia alta rispetto alla crisi che vive il complesso settore del “Made in Italy”, per rispondere alle esigenze di tutela di una produzione di qualità e, soprattutto, della piena e buona occupazione. Proprio i dati relativi ai livelli occupazionali, produttivi e del ricorso alla Cassa integrazione sono sconfortanti e rivelano il peggiorato stato di crisi. Le organizzazioni sindacali hanno già contribuito a presentare richieste specifiche, sapendo che occorre prima di tutto attivare politiche attive e di sostegno, agendo con la massima attenzione per le crisi aziendali in atto, per l’innalzamento delle richieste di cassa integrazione e per il rialzo dei costi energetici che si stanno manifestando nei vari distretti del settore".

"È necessaria" – proseguono i sindacati - "una seria progettazione di politiche industriali che sappia rilanciare l’intera filiera. Riteniamo inoltre che sia giunto il momento di rinnovare i contratti collettivi nazionali ancora aperti, al fine di tutelare il potere d’acquisto alle lavoratrici e ai lavoratori interessati. Al Governo abbiamo chiesto e continueremo a chiedere: ulteriori agevolazioni per la crescita delle imprese dal punto di vista dimensionale; soluzioni utili a far rientrare quelle imprese che hanno delocalizzato all’estero; applicazione delle più moderne tecnologie, utili a certificare il prodotto di settore e la buona e sicura occupazione; acquisizione per i lavoratori delle idonee abilità per svolgere mansioni diverse o per migliorare quelle già utilizzate; sviluppo delle reti informative condivise; promozione della riconversione green delle filiere e sviluppo di piattaforme nazionali per il riciclo, riuso e smaltimento dei prodotti tessili; agevolazioni nell’acquisto di prodotti sostenibili”.

"Queste scelte di vera e propria politica industriale" -
concludono Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil
 - "devono essere incentivate dalle prossime determinazioni legislative e avere adeguate coperture attraverso le opportune indicazioni nella nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza e nell’approvazione conseguente del Bilancio dello Stato. A tali misure va accompagnato un deciso contrasto all’illegalità di utilizzo di manodopera e alla contraffazione. Solo in questa prospettiva possono trovare attuazione concreta le proposte e le iniziative utili alla crescita produttiva del Paese e dei correlati livelli occupazionali. Siamo convinti che sia possibile farlo realizzando la corretta sinergia nel rapporto tra sindacati, imprese ed istituzioni. In tale chiave occorrerà anche fare sistema tra i fondi disponibili per garantire un’equa ripartizione delle risorse a tutti i livelli del settore in questione. Solo seguendo tale logica si può dare un senso ai lavori che coinvolgono questo Tavolo".
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