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Sala non molla: Milano “migiorata”, tangenti e urbanistica sotto esame

- di: Vittorio Massi
 
Sala non molla: Milano “migiorata”, tangenti e urbanistica sotto esame
Sala difende Milano tra indagini e orgoglio civico
Il sindaco ribadisce il suo impegno nonostante l’inchiesta; Tancredi ammette “scelte imbarazzanti” su Marinoni.

Un’amministrazione tra indagini e orgoglio istituzionale

Milano sotto i riflettori: Giuseppe Sala (foto), sindaco della città, torna a difendersi con decisione dopo il terremoto giudiziario che scuote l’amministrazione e coinvolge, tra gli altri, l’ex assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi. Solo pochi giorni di silenzio, prima delle vacanze estive, e poi una lunga intervista radiofonica in cui ribadisce il proprio patriottismo civico. Sala rivendica il suo operato, sottolineando che anche lui è indagato, ma che ciò non ostacola il viaggio: “È provato” — afferma — “ma prevalgono dovere e voglia di lavorare”.

Durante l’intervista, il sindaco smorza le polemiche: “Milano è migliorata, è una città internazionalmente attrattiva, piena di studenti e investitori”. E scatta al contrattacco contro i timori legati ai nuovi grattacieli: “Se ora la paura è questa, significa che da Albertini in poi siamo stati tutti sindaci sbagliati”.

La rete d’inchiesta: arresti e accuse

Tra luglio e i primi di agosto 2025, la Procura di Milano ha emesso sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di Tancredi, Marinoni, il costruttore Catella e altri tecnici. Più di settanta gli indagati complessivi, tra politici, tecnici del Comune e privati.

Il sindaco ha chiarito che a suo carico è caduta l’accusa di induzione indebita, mentre resta ipotizzato il reato di falso — per aver firmato la nomina della commissione paesaggio, presieduta da Giuseppe Marinoni, anch’egli ai domiciliari.

La difesa di Sala: «Mai scelte personali»

Sala sottolinea di aver firmato la nomina dopo una procedura interna con un bando pubblico e una selezione da parte dei tecnici comunali: “Non è compito del sindaco esaminare una ad una le candidature”. La sua posizione, a oggi, resta quindi sottile: nessuna accusa diretta su corruzione o tornaconto personale.

Tancredi ammette: «Con il senno di poi…»

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Tancredi, attualmente agli arresti domiciliari, tende la mano a un ravvedimento sincero. Riferendosi alle proposte avanzate da Marinoni — figlie dell’inchiesta — ammette: “Col senno di poi erano scelte imbarazzanti”, senza però accantonare la difesa del proprio operato come mosso dall’interesse pubblico, non personale.

Ha inoltre rivendicato la legittimità delle nomine, sottolineando di aver agito — “valutando con gli uffici” — su una candidatura che sembrava ineccepibile, definita “una persona con cultura sull’architettura milanese”.

Sala: «Un errore su 300 progetti»

Il sindaco ammette l’errore su un caso emblematico: il progetto di un edificio edificato in un cortile vicino a case storiche in piazza Aspromonte. “Un intervento su 300, è stato sicuramente un errore”, dice, “ma il resto è ancora da vedere”. E su eventuali sbagli aggiunge: “Se ci sono errori, la colpa è mia… poi si vedrà la forma della colpa”.

Politiche locali e tensioni interne

Il caso ha acceso divisioni anche nella maggioranza. I partiti alleati — come Europa Verde — non hanno risparmiato critiche alla gestione urbanistica della giunta. Dalla Lega sono arrivate sollecitazioni affinché Sala rassegni le dimissioni, mentre lui risponde: “Continuerò a lavorare per Milano”.

Il contrasto tra visione e realtà giudiziaria

  • Visione di Sala: Milano va avanti, è cresciuta, attrae capitale e cultura internazionale. Gli errori ci sono stati, ma sono pochi e non rappresentativi. Sala mai si è mosso per finalità personali.
  • Realtà dell’inchiesta: 74 indagati, ordinanze cautelari per ex assessori, tecnici e costruttori, indagini su nomine e operazioni immobiliari sul filo dell’interesse pubblico.
Il quadro   

Questo episodio segna un punto di crisi per l’immagine della Milano moderna che Sala ha costruito in otto anni di governo. Da una parte, la difesa legittima e motivata dal senso del dovere. Dall’altra, accuse gravissime che coinvolgono nomine strategiche e operazioni immobiliari. In un sistema urbanistico dove la trasparenza dovrebbe essere parola d’ordine, anche un errore su 300 progetti può diventare spunto di bufera. L’atteggiamento di Tancredi — che parla di “scelte imbarazzanti” — e la fermezza di Sala nel respingere le accuse segnano ora il ritmo del dibattito politico milanese.

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