Michele m'è frate a me...ai fratelli di Emiliano un appalto della Regione ed è polemica

- di: Redazione
 
Noi siamo assolutamente sicuri, e lo diciamo con la mano sul cuore, che non ci sia niente, ma veramente niente di strano o di male sotto, fidando sempre, fino a prova del contrario, sulla correttezza dell'operato di chicchessia.
Ma certo comprendiamo come qualcuno (soprattutto avversario politico del Viceré del Tavoliere, Michele Emiliano) possa essere stato aggredito dal tarlo del dubbio, subito tramutatosi in sospetto, avendo appreso che a vincere un appalto per gli arredi di una sala comune della Regione Puglia sia stata una azienda che fa capo a familiari del presidente dell'ente, quindi, del padrone di casa (anche se il palazzo in questione è pertinenza del Consiglio).

Michele m'è frate a me...ai fratelli di Emiliano un appalto della Regione ed è polemica

La vicenda sarebbe rimasta sommersa tra le decine di pratiche e appalti che, a cadenza quotidiana, ogni Regione fa sia per migliorare la vita degli amministrati che per dare nuova efficienza alla propria organizzazione.
Ma la storia era troppo ghiotta per passare in silenzio, anche se stiamo parlando di cifre così ridicolmente basse da fare pensare che nessuna persona dotata anche solo di un neurone, che vive in un eremo chiamato cervello, possa pensare di rischiare la propria onorabilità per favorire un amico o, come in questo caso, i fratelli per un piatto di lenticchie.

La delibera in questione riguarda l'arredamento di un'area ristoro, nel palazzo del Consiglio regionale, per un ammontare di soli 41 mila euro, finito all'azienda di Alessandro e Simonetta Emiliano. A partecipare, con una procedura a trattativa diretta, erano state invitate tre ditte (due si sono poi defilate). Alla fine l'appalto, naturalmente, è stato affidato alla ditta superstite, poiché, come viene spiegato nell'atto ufficiale, la vincitrice ha proposto un ribasso dell'1% (in verità sorprendentemente pochino, visto come vanno queste cose, ma ci può anche stare), ''non considerando soggetti a ribasso il costo della manodopera ed i costi della sicurezza'', quale che sia il significato di questa precisazione alle orecchie dei neofiti.

Ai primi rumors, sono seguiti i cattivi pensieri e quindi le critiche a voce alta, alle quale lo stesso Emiliano e la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, hanno replicato ribadendo che la pratica è stata istruita nel rispetto di tutte le normative, allo stesso modo del suo esito.
Emiliano, peraltro, ha detto e ripetuto che, di questa vicenda, non ne sapeva assolutamente nulla.

Ora, senza volere entrare nelle dinamiche familiari di casa Emiliano (ci saranno rapporti tesi se i fratelli non hanno detto nulla al Presidente...), resta sempre da chiedersi se i cosiddetti motivi di opportunità facciano ancora parte del codice di comportamento di chi, in materia di pubblica amministrazione, sta ai due capi della corda, imprenditori e politici. Quasi che tutti, davanti alla possibilità di fare affari (ma si potrebbe estendere questa categorizzazione anche ad incarichi e consulenze), si sentano autorizzati a tutto. Anche celandosi dietro spiegazioni e scuse difficili da metabolizzare,
''Vincenzo m'è pate a me'', ripeteva all'infinito l'innocente Peppeniello di ''Miseria e libertà'', pensando che quella bugia (su chi fosse realmente il padre) potesse convincere tutti, nonostante l'evidenza, se solo la diceva in continuazione, anche se gli si chiedeva altro.

I consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, che forse non vedevano l'ora di scagliarsi contro Emiliano, hanno descritto l'accaduto e soprattutto le spiegazioni che sono state date ad esso come inverosimili. E lo fanno con le argomentazioni che avrebbero fatto consiglieri di parte avversa, se il presidente fosse stato un esponente della destra.
Le parole degli esponenti di Fratelli d'Italia sono sferzanti, non per il linguaggio usato, quanto per il ragionamento che sa tanto di presa in giro. ''Viene fatta" - si chiedono ironicamente - "una ricerca di mercato chiamando a partecipare l’azienda di famiglia del governatore, tenuto conto che la società si chiama proprio Emiliano srl? Ed è mai possibile che, in un momento di crisi come questo, due aziende non rispondono e risponde solo la Emiliano srl proponendo un ribasso dell’1%?''.
Per chi non l'avesse capito, in Puglia con un anno d'anticipo è già partita la campagna elettorale.
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