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Il vento di Trump: dopo il fact checking, Meta elimina anche i programmi su diversità

- di: Jole Rosati
 
Il vento di Trump: dopo il fact checking, Meta elimina anche i programmi su diversità
Meta rivoluziona le sue politiche interne, abbandonando iniziative per diversità e inclusione e intanto crescono critiche da tutto il mondo.
Il colosso dei social guidato da Mark Zuckerberg (nella foto), ha annunciato l’abbandono dei programmi dedicati alla diversità, equità e inclusione (DEI). In una nota interna visionata dai media americani, l’azienda ha spiegato che “il panorama giuridico e politico per gli sforzi in materia di diversità negli Stati Uniti sta cambiando” e che alcuni progetti, tra cui il ‘Diverse Slate Approach’, non sono più “attuali”.
Il Diverse Slate Approach mirava a garantire che almeno un candidato appartenente a una minoranza fosse incluso nei processi di selezione per posizioni manageriali. Grazie a questi programmi, Meta ha registrato un aumento del numero di dipendenti neri e ispanici negli Stati Uniti, passati rispettivamente dal 3,8% e 5,2% nel 2020 al 4,9% e 6,7% nel 2024.

L’ondata di abbandoni nel mondo aziendale
Meta non è sola in questa svolta. Aziende come McDonald’s, Walmart, Ford e Lowe’s hanno recentemente eliminato iniziative simili. Gli analisti sottolineano come questa tendenza rifletta un cambiamento culturale negli Stati Uniti, dove i programmi di DEI sono sempre più percepiti come divisivi in un clima politico polarizzato.
Tuttavia, l’impatto economico e sociale di queste decisioni è significativo. Un recente studio della Harvard Business Review ha dimostrato che aziende con programmi di diversità ben strutturati registrano una maggiore innovazione e redditività.

Lula e Macron contro Meta: “Libertà non significa diffondere bugie”
La decisione di Meta arriva poco dopo un’altra controversia: l’eliminazione dei fact-checker dalle sue piattaforme. In una telefonata, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva e il suo omologo francese Emmanuel Macron hanno espresso preoccupazione per il ruolo di Meta nella diffusione della disinformazione.
Libertà di espressione non significa libertà di diffondere bugie, pregiudizi e insulti”, si legge in una nota rilasciata dalla presidenza brasiliana. Lula e Macron hanno sottolineato la necessità di regolamentare le piattaforme digitali per contrastare la manipolazione dell’opinione pubblica.

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