Giorgia Meloni rivendica i risultati del governo, dall'emergenza per l'alluvione alle scelte sul cuneo fiscale

- di: Redazione
 
Un intervento che è diventato quasi un documento programmatico, la definizione di un codice di comportamento che il Governo si è dato per rendere efficace la sua azione a sostegno della ripresa delle aree sulle quali si è abbattuta la recente inondazione. Ma il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo in collegamento con il Festival dell'economia di Trento, ha affrontato alcuni delicati dossier che stanno punteggiando il cammino dell'Esecutivo, cui vuole dare risposte concrete e sulle quali non ci possono essere dubbi sull'efficacia alla quale il premier vuole improntare il percorso del suo governo.
Sulla situazione che si è creata soprattutto in Emilia Romagna (ma anche in altre zone, per le quali è stato già previsto l'inserimento tra quelle che beneficeranno di concreti interventi di sostegno) Meloni ha detto che la priorità del Governo è stata quella di ''dare risposte immediate alle imprese, ai lavoratori, alle famiglie, agli studenti, al comparto agricolo, sportivo, al mondo delle sanità: abbiamo lavorato a 360 gradi per dimostrare che non ci saremo voltati dall'altra parte non solo perché è doveroso per quei cittadini ma anche perché è importante per l'Italia nel suo complesso. L'Emilia Romagna è una locomotiva e se si ferma noi non possiamo mantenere buoni parametri macroeconomici che stiamo vedendo".

Giorgia Meloni rivendica i risultati del governo, dall'emergenza per l'alluvione alle scelte sul cuneo fiscale

Giorgia Meloni ha poi posto l'accento sull'anomalia di quanto accaduto, rispetto alla ''normalità'' della stagione.
"L'ondata di maltempo che ha colpito l'Emilia Romagna è stata eccezionale - ha detto-, sono caduti oltre 200 millimetri di pioggia in 36 ore, sommati ai 300 caduti nello stesso territorio nella prima settimana di maggio. In 15 giorni è caduta metà di tutta la pioggia che cadrebbe nella stessa zona in un intero anno. Il bilancio è grave in tema di vittime, per cui mercoledì abbiamo proclamato il lutto nazionale, ci sono oltre 15mila evacuati, attività economiche e produttive in ginocchio. Oggi non è ancora possibile la quantificazione dei danni complessivi, che sono ingenti. Lavoreremo sulle misure e sulle richieste da fare all'Ue".
Le rassicurazioni di Giorgia Meloni sono il corollario di uno sforzo che lei ha voluto fosse sostenuto dal Governo e che l'ha vista coinvolgere anche l'Europa, nella figura della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, alla quale, in occasione della recente visita che hanno fatto assieme nelle zone dell'alluvione, ha chiesto e ottenuto una vicinanza concreta dell'Ue. Una richiesta pressante, alla quale con der Leyen, visibilmente toccata dal dramma delle popolazioni colpite dalla tragedia, ha risposto positivamente.

L'enormità del dramma che si è determinato nelle zone sommerse di acqua e fango, ha ricordato il presidente del consiglio, non poteva che vedere una risposta immediata da parte dell'Esecutivo: "Di fronte a una catastrofe serviva una risposta immediata ed è stata data con il Consiglio dei ministri di martedì con cui abbiamo varato primi interventi per oltre due miliardi di euro, uno sforzo immane fatto in 72 ore per il quale devo ringraziare tutto il consiglio dei ministri".
Quello delle risorse è un tema che il presidente del Consiglio ha certamente ben chiaro. "Saremo chiamati - ha detto - a trovare le risorse necessarie. Una cosa è leggere i numeri e l'altra è vedere" i danni subiti. "Attiveremo soprattutto il fondo di solidarietà, c'è anche il fondo di coesione" ed è fondamentale anche la possibilità di "flessibilità dei fondi esistenti", anche del Pnrr. "Il Pnrr riguarda soprattutto la messa in sicurezza - dice - è un fondo strategico" per gli imprevisti. "Sono partita per il Giappone nominando un commissario alla siccità e torno" dovendone fare uno per il maltempo "la messa in sicurezza del territorio è priorità assoluta".

Il collegamento ha dato a Giorgia Meloni anche la possibilità di togliersi, come si dice, qualche sassolino dalla scarpa, segnatamente sul ruolo e il peso politico dell'Italia nell'Europa (come, ad esempio, potrebbe essere indicato dai rapporti con la Francia, da cui si sono levate voci dissenzienti rispetto ad alcune scelte del nostro Governo) e di come le presunte polemiche siano alimentate sul versante italiano.
"Il fatto che diversi Governi di estrazione politica diversa dalla nostra sentano il dovere di criticarci - ha detto Meloni -, non vuol dire che c'è un problema, vuol dire che il governo sta andando molto bene. Una certa narrazione rischia di essere smontata e questo è un problema che alcuni hanno, non con noi, ma con le loro opposizioni interne".

Al G7, ha voluto precisare Giorgia Meloni, "con il presidente Macron abbiamo avuto un incontro molto basato sulla concretezza, come sempre. Trovo abbastanza divertente una certa lettura che si dà delle nostre relazioni, anche un po' infantile, quando si dice, vi salutate, vi parlate, vi vedere...Tra Italia e Francia ci sono rapporti secolari, non cambiano per le dinamiche di politica interna".
Parlare di Francia ha significato anche dare al presidente del Consiglio l'occasione di fare un accenno alla politica estera italiana, soprattutto se essa si correla a situazioni che sono l'innesco di fenomeni epocali, quali la migrazione dai Paesi più poveri dell'Africa.

Parlando del piano Mattei che il Governo vuole promuovere, Meloni ha detto che "la sfida è convincere tutti a portare investimenti, è una materia di cui ci stiamo occupando tantissimo per riportare la Ue a essere più presente in un continente altrimenti depredato da altri attori" che non hanno "proprio" lo stesso approccio.
Virando sui temi economici, Giorgia Meloni ha rivendicato le scelte del governo, a cominciare dal fatto che la ''tassazione sul lavoro deve essere la priorità". In particolare, ha detto, il taglio del cuneo contributivo, contenuto in manovra e nel decreto del primo maggio, "ha un impatto importante con l'inflazione galoppante. È la cosa più importante che si può fare in questa fase. Non è tutto: la prima sfida è rendere questi provvedimenti strutturali, la seconda è allargarli ulteriormente''.

Le dinamiche salariali sono state un altro argomento approfondito da Giorgia Meloni, che ha ammesso che in Italia ci sono ''salari da fame''. Sul problema dell'inflazione, ha aggiunto, ''si dice che bisogna immaginare un salario minimo legale e poi si dice anche che abbassare il cuneo e rafforzare le buste paga è inutile: sono cose che non stanno in piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang".
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