Per Meloni la conferenza stampa un vero banco di prova
- di: Redazione
Più che la manovra, fatta sotto la scure di una situazione di ''cassa'' che non ha permesso di fare chissà cosa, a preoccupare Giorgia Meloni, che domani terrà la conferenza stampa originariamente fissata per la fine dell'anno, sarà il clima nel quale alcuni recenti episodi l'hanno costretta a muoversi politicamente.
Un evento che si preannuncia insidioso per il presidente del Consiglio.
Per Meloni la conferenza stampa un vero banco di prova
Un appuntamento con i media, dopo le ambasce legate alle varie scadenza dicembrine, che proprio non pensava di dovere temere (o almeno aspettare con un certo fastidio), perché gli interrogativi dei giornalisti probabilmente riguarderanno episodi che con l'azione di governo, nel senso più stretto del termine, hanno ben poco a che spartire.
Ma Meloni (che non è certo l'ultima arrivata su una scena che ormai calca da una ventina d'anni e quindi conosce le insidie dell'eccessivo trionfalismo, come quelle del giocare perennemente in difesa) , che sperava di potere parlare di grandi scelte e programmi, oltre che di traguardi raggiunti, sa benissimo che le si chiederà cosa pensi di fare davanti alla inquietante, quanto insulsa storia di un deputato. Emanuele Pozzolo, che è andato a festeggiare il capodanno armato di pistola, arma da cui è partito un colpo che ha ferito un giovane.
Se cioè, prima ancora che la giustizia si pronunci, da leader di Fratelli d'Italia, non ritenga di mettere lo ''sceriffo'' in castigo, per poco, tanto o per sempre.
Una storia che, lo ripetiamo, già incredibile di per sé, lo è diventata ancora di più davanti agli ostacoli che Pozzolo ha frapposto all'azione di chi indaga, sollevando a sua difesa l'immunità parlamentare. Come se questa prerogativa dei parlamentari possa coprire ogni cosa, ogni nefandezza o, come in questo caso, un gesto apparentemente inspiegabile e con un tasso di incosciente disinvoltura nel maneggiare le armi che da sola meriterebbe una cacciata da ogni consesso.
Vieppiù se parliamo del parlamento, quel consesso che, almeno un tempo, era il luogo deputato a celebrare le eccellenze della politica e ora, troppo spesso, viene indicato come un ricettacolo di interessi trasversali, pericolosamente vicini al malaffare. Non è questo il caso di Pozzolo, che ora dovrebbe comunque riflettere sull'enormità del suo gesto e prendere le decisioni conseguenti, a cominciare dal fare chiarezza sull'accaduto, prima che a farlo siano gli inquirenti.
Ma fosse solo questa storia ad avere reso la vigilia della conferenza stampa attesa come un evento mediaticamente importante, ben più di quelle di routine del passato.
Ci sono da chiarire alcuni aspetti della recente storia politica del Paese e di come una coalizione di maggioranza che si rappresenta come granitica mostri le solite crepe, quelle che si palesano quando, sull'interesse generale (collaborare per lavorare meglio) prevale quello particolare.
Superfluo tornare su Mes, Patto di stabilità, superbonus e altre storie, perché le distanze che si sono manifestate tra i singoli partiti della coalizione di governo sono evidenti e certo non coperte dalle ripetute sottolineature su come ci si voglia bene.