Medio Oriente: i combattimenti non fermano il lavoro della diplomazia

- di: Redazione
 
La diplomazia sta continuando gli sforzi per arrivare ad un cessate il fuoco tra Israele e Hamas, mentre, non solo nella Striscia di Gaza, continuano i combattimenti e i raid israeliani, peggiorando la già disastrosa situazione umanitaria . La scorsa notte, secondo quanto riferito da residenti, ci sono stati raid israeliani nel centro e nel sud della Striscia, in particolare nella zona di Khan Younis, la seconda città dell'enclave palestinese, dove si sono concentrate nelle ultime settimane le operazioni israeliane. Attacchi che, secondo il ministero della Sanità di Hamas, hanno causato la morte di almeno 105 civili (come sempre questo tipo di informazione non può essere verificata dai media internazionali che sono presenti nella Striscia). Secondo fonti israeliane, l'IDF ha ormai smantellato le brigate di Hamas che presidiavano Gaza City e Khan Younis.
Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha adottato una misura senza precedenti per sanzionare i coloni israeliani accusati di violenza contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata, dove la violenza è aumentata a margine della guerra a Gaza fino a raggiungere, secondo lui, ''livelli intollerabili''. Secondo Washington, le sanzioni colpiscono le persone accusate di ''atti di terrorismo'' o che ''minano la pace, la stabilità e la sicurezza'' nel territorio.

Medio Oriente: i combattimenti non fermano il lavoro della diplomazia

Da parte sua Israele ritiene che non ci sia ''spazio per misure eccezionali'' contro i coloni israeliani nella Cisgiordania occupata, dove la violenza è aumentata con lo scoppiare del conflitto.
''La maggioranza assoluta dei coloni sono cittadini rispettosi della legge, molti dei quali stanno attualmente combattendo in difesa di Israele. Israele agisce contro tutti coloro che violano la legge ovunque'', ha affermato in un comunicato l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

L'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi al centro di accuse da parte di Israele di connivenza con Hamas, ha annunciato che rischia di dover chiudere i battenti "entro la fine di febbraio, non solo a Gaza, ma anche in tutta la regione" , dopo che tredici Paesi, tra cui i principali donatori, hanno annunciato che avrebbero sospeso i loro finanziamenti. UNRWA è accusata da Israele di essere ''totalmente infiltrata da Hamas''.

Secondo l'Organizzazione mondiale della Sanità, nell'enclave palestinese, divenuta "inabitabile", la popolazione "muore di fame" ed è "spinta sull'orlo del baratro". Sul fronte diplomatico, il Qatar afferma che Hamas ha inviato segnali positivi sui colloqui di tregua, dando una "prima conferma positiva" alla proposta di una pausa umanitaria nella guerra con Israele e di uno scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Proposta che, ha detto Majed Al-Ansari, portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, ''è stata approvata dalla parte israeliana''.

Da parte di Hamas (il cui leader Ismaïl Haniyeh è atteso in Egitto in queste ore per discutere una nuova cessazione dei combattimenti) si precisa che la proposta prevede una tregua di sei settimane durante la quale Israele rilascerà tra 200 e 300 prigionieri palestinesi in cambio di 35-40 ostaggi detenuti a Gaza e di 200-300 camion al giorno di aiuti destinati alla popolazione palestinese.
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