Medio Oriente: Hamas studia una proposta di tregua, Israele tace

- di: Redazione
 
Hamas ha annunciato oggi che studiando una proposta di tregua nei combattimenti e nei raid aerei a Gaza, accompagnata dal rilascio di decine di ostaggi israeliani.
Sei mesi dopo l'inizio della guerra, i Paesi mediatori - Qatar, Egitto e Stati Uniti - hanno elaborato una proposta che si articola in tre fasi. La prima delle quali prevede una tregua di sei settimane. Il movimento islamista, pur dicendo di apprezzare gli sforzi dei mediatori e di desiderare un accordo, ha affermato oggi che gli israeliani ''non hanno risposto a nessuna'' delle loro richieste.

Medio Oriente: Hamas studia una proposta di tregua, Israele tace

Oltre a un cessate il fuoco di sei settimane, la proposta - come hanno rivelato fonti interne di Hamas - prevede anche, inizialmente, il rilascio di quarantadue ostaggi israeliani in cambio di ottocento-novecento palestinesi detenuti in Israele, l'ingresso di quattrocento-cinquecento camion di aiuti alimentari al giorno e il ritorno a casa dei residenti del nord della Striscia di Gaza sfollati a causa della guerra.
Pur senza sottoscrivere un cessate il fuoco definitivo o un ritiro dall'intero territorio, Israele ha fatto arretrare le sue truppe da Khan Younes, nel sud dell'enclave palestinese, cuore dei combattimenti delle ultime settimane, e ha annunciato ieri l'ingresso di 419 camion di aiuti umanitari. Si tratta del numero più alto dall'inizio della guerra.

Il suo ministro di Israele, Yoav Gallant, ha ritenuto ''il momento opportuno'' per concludere una tregua, che non ha tuttavia impedito che gli attacchi aerei continuassero anche la scorsa notte.
Anche se non ci sono chiare evidenze che la proposta possa essere accettata in ogni sia parte dai belligeranti, il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, si è detto più "ottimista" rispetto a qualche giorno fa, aggiungendo però che i negoziati sono lontani dall'essere giunti all'ultimo passo.

Anche di fronte alla possibilità di piccoli passi in avanti dei colloqui per una tregua, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu continua a dirsi favorevole a un'offensiva a Rafah, secondo lui l'ultimo bastione di Hamas nella Striscia di Gaza, sottolineando che l'esercito israeliano deve ''spazzare via'' le capacità militari di Hamas prima di considerare di porre fine alla sua operazione.
Quasi subito dopo l’annuncio di Netanyahu, gli Stati Uniti hanno riaffermato la loro opposizione a questa operazione a Rafah, dove sono ammassati un milione e mezzo di palestinesi, in condizioni molto precarie, la maggioranza sfollati a causa del conflitto.
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