Eccher (Csm): "Il ruolo di Mattarella fondamentale per la democrazia del Paese"

- di: Romolo Martelloni
 
Il ruolo del presidente della Repubblica è fondamentale per la democrazia nel Paese. A dirlo, cogliendo l'occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario presso la Corte d'appello di Trieste, è stata Claudia Eccher, che ha partecipato alla cerimonia in rappresentanza del Consiglio superiore della magistratura.
L'esponente laica del Csm ha sottolineato quanto sia essenziale, per il Paese, ''recuperare la smarrita fiducia dei cittadini nei confronti della giustizia, che da troppo tempo è diventata terreno di scontro, facendo perdere di vista gli interessi comuni della collettività. Ecco perché è importante il ruolo di garanzia imprescindibile nell'ambito dell'equilibrio democratico del Presidente Mattarella''.

Eccher (Csm): "Il ruolo di Mattarella fondamentale per la democrazia del Paese"

Il forte richiamo, da parte di Claudia Eccher, all'opera di Sergio Mattarella e al compito che affronta a difesa della democrazia ha assunto ancora maggiore valore perché giunto in concomitanza con la celebrazione del Giorno della Memoria. Una ricorrenza che lo stesso Mattarella ha ricordato con un discorso di altissimo profilo, che ha raccolto consensi convinti che hanno attraversato tutte le forze politiche.
L'avvocatessa Eccher ha quindi affrontato il tema dell'opera del Csm, di cui ha sottolineato ''l'ottima produttività nel primo anno della nuova consiliatura: a partire dal recupero dell’arretrato fino ad arrivare ad una sensibile riduzione dei termini per le valutazioni di professionalità dei magistrati''.

Un altro argomento su quale Eccher si è soffermata (e sul quale si è da sempre spesa personalmente) è stato l'impegno contro il fenomeno dei femminicidi.
Impegno, ha rimarcato, che ha l’obiettivo ''di sensibilizzare la Magistratura verso tutte quelle situazioni di pericolo che si manifestano sul territorio, stimolando, al tempo stesso, le autorità pubbliche al corretto utilizzo degli strumenti di prevenzione previsti dalla legge sul Codice rosso''.
A tale proposito il consigliere del Csm ha ricordato che ''sono state aperte diverse pratiche con l’intento di portare all’attenzione del dibattito consiliare vicende caratterizzate da errori di valutazione o problematiche organizzative in materia di tutela delle fasce deboli, e sono stati proposti piani formativi specifici alla scuola della Magistratura''.

In chiusura di intervento, Claudia Eccher ha rivolto un pensiero al giudice Rosario Livatino, ucciso da quattro sicari della mafia agrigentina, la Stidda, nel 1990, mentre, come sempre senza alcuna scorsa, stava raggiungendo il tribunale del capoluogo siciliano, alla guida della sua vecchia auto. Rosario Livatino, dal maggio del 2021, è stato dichiarato beato, il primo magistrato italiano ad essere riconosciuto come tale.
Di lui Claudia Eccher ha voluto ricordare alcune frasi, pronunciate nel 1984. Parole, ha detto il consigliere del Csm, attuali come non mai ''dal momento che propongono una figura ideale di giudice che offre di se stesso l’immagine di persona seria, equilibrata, responsabile, capace di condannare ma soprattutto di capire, e proprio per questo accettato dalla società''.
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