Sophia Loren, un’icona senza tempo: la Treccani la celebra come Personaggio dell’Anno

- di: Barbara Leone
 
È il 1960 quando Sophia Loren dà volto e anima alla tragedia materna di Cesira ne “La Ciociara”: un’interpretazione che le vale l’Oscar, e segna per sempre la storia del cinema. Con quella struggente forza espressiva, la Loren non solo porta sullo schermo l’orrore dello stupro di guerra, ma si consacra come simbolo universale della resilienza e della dignità femminile. A 90 anni, compiuti il 20 settembre scorso, oggi Sophia Loren continua a incarnare l’essenza dell’essere donna. È per questo che la Treccani l’ha scelta come Personaggio dell’Anno 2024, celebrandola come “un simbolo assoluto dell’essere donna”.

Sophia Loren, un’icona senza tempo: la Treccani la celebra come Personaggio dell’Anno

Gianluca Nicoletti, nel testo scritto per il Libro dell’Anno Treccani 2024, la definisce “modello dell’italianità muliebre in ogni vertiginoso splendore, come pure in ogni sua possibile fragilità”. Perché la Loren è stata, e resta, il volto di un’Italia che ha saputo risorgere dalle macerie del dopoguerra, portando con sé nel mondo il fascino e la complessità della femminilità italiana. Nata in povertà a Pozzuoli, Sophia Loren, Scicolone all’anagrafe, ha vissuto sulla sua pelle il dramma della fame e della guerra. Figlia di una madre che chiedeva l’elemosina per sfamare la famiglia, ha poi trovato nel cinema la sua occasione di riscatto. “Il cinema è stato lo specchio fatato della sua vita”, scrive Nicoletti, e attraverso la settima arte è diventata un simbolo culturale capace di attraversare generazioni e confini.

Una carriera, quella della Loren, costellata di ruoli che hanno esplorato le molteplici sfaccettature della condizione femminile. Da Cesira ne “La Ciociara”, che racconta il dolore universale delle madri, alla Filumena Marturano di “Matrimonio all’italiana”, figura indomita che lotta per la dignità dei suoi figli. Passando, tra i tanti, per “Una giornata particolare”, dove esprime una malinconica dolcezza, ritraendo una donna intrappolata nella sua esistenza, ma capace di vivere una fugace passione in un’Italia dominata dal fascismo. Ma ovviamente, Sophia Loren è stata anche un inno alla sensualità e alla gioia dei sensi. Il suo fascino, mai volgare, ha reso immortali personaggi come la pizzaiola sfacciata de “L’Oro di Napoli”, capace di mescolare ironia e carnalità in un’Italia ancora stretta dal bigottismo. “Sophia Loren è l’emblema della femminilità italiana più famoso al mondo, mai appannato e mai sorpassato dal perentorio mutare delle mode estetiche”, scrive infatti Nicoletti.

Dietro la leggenda c’è anche la donna, capace di affrontare scandali e momenti difficili con una grazia unica. Il suo amore per il produttore Carlo Ponti è stato un legame solido e indistruttibile, un esempio di fedeltà in un mondo spesso effimero. E poi c’è il coraggio di quella mattina del 1982, quando Sophia scese da un aereo a Fiumicino con un sorriso abbagliante per costituirsi, scontando una pena ingiusta (per evasione fiscale), trent’anni dopo, nel 2013 per l’esattezza, sarebbe stata riconosciuta tale dalla Cassazione. Oggi, Donna Sophia è celebrata non solo per la sua carriera straordinaria, ma per ciò che rappresenta: l’anima di un’Italia capace di emozionare e ispirare il mondo. A 90 anni, resta un modello di femminilità e forza, un simbolo universale che attraversa il tempo. E che, ad oggi, resta ancora ineguagliabile.
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