Medio Oriente: Israele attacca il sud del Libano, Nasrallah parla da capo di Stato e minaccia vendetta
- di: Redazione
Erano passate solo poche ore dal messaggio televisivo con cui il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva minacciato ''dure rappresaglie e giusta punizione'' per Israele, dopo le centinaia di esplosioni di dispositivi di comunicazione, quando gli aerei di Gerusalemme hanno cominciato a martellare installazioni militari del movimento armato sciita nel Libano meridionale.
A conferma che l'allargamento del conflitto al Libano, ormai alla stregua di uno Stato fantoccio nelle mani di Hezbollah, è ormai ad un passo. Con una necessaria premessa: Israele sa benissimo che attaccare Hezbollah, dal punto di vista militare, è cosa ben diversa che fronteggiare Hamas perché quello che obbedisce a Nasrallah non è un gruppuscolo di miliziani animati soprattutto da fervore religioso, ma una struttura militare vera e propria, resa forte, oltre che dal proprio arsenale, anche dal fortissimo indottrinamento politico.
Medio Oriente: Israele attacca il sud del Libano, Nasrallah parla da capo di Stato e minaccia vendetta
Quelli scatenati dai caccia-bombardieri di Israele sono stati attacchi mirati, che hanno colpito le postazioni da cui gli sciiti di Hezbollah scagliano quotidianamente centinaia di razzi verso sud. Un'azione, quindi, preventiva per impedire o almeno rallentare la pioggia di missili e droni verso il nord di Israele. Per le autorità libanesi si è trattato di uno degli attacchi via aria portati da Israele dall'ottobre dello scorso anno, dopo il raid di Hamas.
Nel suo discorso di ieri Hassan Nasrallah, che ormai parla da capo di Stato, ha ammesso che gli attentati contro Hezbollah (con i quali sono stati fatti esplodere prima migliaia di cercapersone e, a distanza di 24 ore, centinaia di walkie talkie, causando decine di morti e alcune centinaia di feriti) , ha ammesso che è stata la più grande violazione della sicurezza di Hezbollah dalla sua fondazione negli anni '80 e hanno rappresentato un duro colpo per l'organizzazione.
Gli attacchi "hanno oltrepassato tutte le linee rosse", ha detto Nasrallah: ''Il nemico ha superato tutti i controlli, le leggi e la morale".
Il precipitare della situazione del campo ha fatto intensificare i tentativi delle cancellerie maggiormente impegnate nella ricerca di soluzioni per il Medio Oriente. Ieri, alla vigilia della riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di oggi, a Parigi si sono incontrati i vertici delle diplomazie di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia. Il Libano, ormai testimone della devastazione del suo territorio, con il ministro degli Esteri, Abdallah Bou Habib, ha avvertito che ''il palese attacco alla sovranità e alla sicurezza libanese'' rappresenta uno sviluppo pericoloso che potrebbe ''segnalare una guerra più ampia''.
Intanto l'IDF ha confermato che i piani di battaglia israeliani per il fronte settentrionale erano stati "completati e approvati" (in sostanza, sono state spostate al Nord unità combattenti fino a pochi giorni fa impegnate a Gaza).
Il discorso di Nasrallah di ieri è stato valutato con attenzione dagli analisti, molti dei quali concordano nel fatto che il leader di Hezbollah doveva ''sfidare'' manifestamente Israele, ma non si è impegnato in un'ulteriore escalation, che avrebbe potuto portare a una guerra che gli sponsor di Hezbollah a Teheran hanno cercato di evitare. Il leader di Hezbollah aveva anche una necessità sul fronte interno al movimento, rassicurando i suoi seguaci scossi dall'operazione israeliana che è stata una umiliazione per un'organizzazione che si vanta della propria sicurezza. Nasrallah ha comunque ''incassato'' l'appoggio del comandante delle Guardie rivoluzionarie iraniane, Hossein Salami, per il quale Israele dovrà affrontare "una risposta schiacciante da parte dell'asse della resistenza".