Cronache dai Palazzi - La legge di bilancio fa il miracolo e ricompatta il sindacato
- di: Redazione
Quel che non ti aspetti - dopo lunghi mesi in cui le tre principali centrali sindacali sono andate quasi in ordine sparso nel confronto con il governo - sta per materializzarsi, in previsione dell'amaro calice che potrebbe essere chiesto di bere agli italiani, un cocktail di tagli e (forse) nuove tasse che proprio non va giù alla maggior parte della gente.
Cgil, Cisl e Uil, davanti alla prospettiva dell'insieme di misure che il governo sarà costretto ad adottare per fare sì che la legge di bilancio sia capace di evitare di peggiorare la situazione - guardando al debito pubblico, cui non si riesce a mettere ordine -, hanno riallineato le loro posizioni, che si erano sin troppo diversificate nel recente passato.
Cronache dai Palazzi - La legge di bilancio fa il miracolo e ricompatta il sindacato
Da quando, cioè, già prima dell'avvento della maggioranza di centro-destra e l'inizio del mandato di Giorgia Meloni, la Cisl aveva imboccato la strada del confronto acritico, mentre Cgil e Uil avevano scelto la linea dura, soprattutto in occasione delle manovre di bilancio (come ricorderà lo stesso Mario Draghi).
Ora però, davanti alla prospettiva di tempi bui, tutti - parlando dei sindacati - sembrano essere d'accordo nel fare sentire la loro voce, attraverso lo strumento dello sciopero generale, sul quale, in via di ipotesi, tutti potrebbero concordare, dimenticando i contrasti del recente passato.
Uno sciopero generale che sarebbe un segnale negativo per il governo che, sebbene continui a sottolineare i suoi successi economici, ora deve fare i conti con ''lo scoglio degli scogli'', la legge di bilancio sulla quale, come da tradizione, non tutti possono essere d'accordo.
Soprattutto se, tra le misure che essa conterrà, ci sono i tanto giustamente vituperati tagli alla sanità pubblica, alla scuola e, tanto per restare legati alla tradizione, alle pensioni.
Su questo, la voce di Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, s'è fatta sentire: ''Non si deve assolutamente toccare la spesa sociale: lavoro, previdenza, sanità, famiglia, contrattazione''. Il fatto, poi, che l'abbia detto dopo un incontro con la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha un evidente suo peso politico, perché sancisce la saldatura del sindacato con il partito capofila dell'opposizione. Lo stesso aveva fatto il capo della Uil, Pierpaolo Bombadieri, che aveva incontrato Schlein la scorsa settimana.
Che la situazione nel confronto governo-triplice stia andando verso una china molto ripida lo si capisce anche dal fatto che l'assemblea della Cgil abbia conferito al suo segretario, Maurizio Landini, mandato per definire un percorso di mobilitazione, che potrebbe concludersi con uno sciopero.
Ma non è tanto questo che dovrebbe preoccupare - sempre che ritenga di farlo - il governo sul fronte sindacale, quanto il fatto che la Cgil dà per scontato che la prossima legge di bilancio sarà fatta di lacrime e sangue, intervenendo di falce e non di cesello su sanità, scuole e ricerca, previdenza, contratti, conferimenti agli enti locali (con prevedibili contraccolpi per i servizi erogati), investimenti.