Caro ministro Lauterbach, come si dice in tedesco ''l'ha fatta fuori dal vaso''?

- di: Bianca Balvani
 
Leggere quel che ha detto il ministro della Salute tedesco sul caldo in Italia, preso a pretesto per ''profonde'' considerazioni sul nostro patrimonio turistico, ricorda tanto quei ragazzi o ragazze che vedono un esemplare bellissimo del sesso opposto (o magari dello stesso, non importa) che non li degna di uno sguardo, dicendo che ''comunque non sono interessanti''.
Ecco: è questo che ha fatto Karl Lauterbach, ministro federale  tedesco della Salute, che ha pensato bene di dispensare pillole di conoscenza durante un viaggio di piacere in Italia, quasi incredulo del fatto che le condizioni atmosferiche eccezionali (come lo è l'ondata di caldo che, da giorni, interessa il Paese) gli dessero la possibilità di lanciare strali avversi contro di noi. 
La contrapposizione sostanziale tra italiani e tedeschi è antica (magari non quanto quella con i francesi, però da secoli ineguagliabile) , anche se tantissimi turisti, studiosi, appassionati d'arte valicano i confini ogni anno, apprezzando la nostra ''offerta''. E questo proprio non deve essere andato giù all'esponente dell'Spd, che, nella vita privata, è medico epidemiologo, cosa che dovrebbe fare presupporre che i suoi ragionamenti abbiamo una base scientifica e non siano fatti a cavolo.

Caro ministro Lauterbach, come si dice in tedesco ''l'ha fatta fuori dal vaso''?

Come invece ha fatto lanciandosi in considerazioni che meriterebbero d'essere ignorate, se non venissero da un personaggio pubblico, che riveste un incarico di altissima responsabilità. 
Invece, tradendo il rigore e la continenza, Lauterbach, usando il suo profilo social, ha fatto delle affermazioni che, partendo dal dato generale (l'ondata di caldo che sta investendo in questi mesi enormi porzioni del pianeta), ha usato per dire la sua sull'Italia, quasi che il nostro sia il solo Paese a fare i conti con la canicola
''L’ondata di caldo qui è spettacolare. Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. Un’era volge al termine'', ha scritto il ministro, mischiando cose che dovrebbero essere invece ben distinte e mostrando, oltre ad una mancanza di rispetto verso un altro Paese (amico, per quello che può valere) per eventi legati a fattori climatici, anche una bella dose di ignoranza. Ma anche di superbia, supponenza, arroganza, dicendo che le nostre chiese, soprattutto quelle più antiche (costruite con materiali che non sono gli stessi di oggi e che quindi seguivano criteri di progettazione ben diversi), ''dovrebbero essere aperte nelle ondate di caldo durante il giorno e offrire protezione''. Non c'è che dire: se a fare queste affermazioni fosse un venditore ambulante di salsicce e crauti di Hannover (con il massimo rispetto per questa meritevole categoria) l'avremmo accettato, nella consapevolezza che forse non ha tutti gli strumenti di conoscenza necessari. Ma non lo possiamo accettare da un ministro, persino laureato (in quale università abbiamo paura a chiederlo). Eppure l'esponente del governo tedesco s'è sentito autorizzato a dire la sua (negativa) sull'Italia. Cosa che i nostri politici non hanno fatto, ad esempio, qualche anno fa quando vastissime aree della Germania furono teatro di inondazioni devastanti, frutto anche esse dei mutamenti climatici. 
Questione di stile.
Resta difficile da capire come l'esimio ministro Lauterbach possa essere figlio dello stesso Paese che diede i natali a Wolfgang Goethe che due secoli fa ''cantò'' le bellezze del nostro Paese, guardandole con ammirazione e rispetto, doti che evidentemente mancano al suo connazionale nostro contemporaneo. Che probabilmente è animato da un'inconfessabile invidia per quel che abbiamo noi e lui, in Germania, non ha. 
Ma ormai, con i social che hanno perso la funzione di comunicazione tra soggetti per diventare una mazza ferrata nelle mani di chi li utilizza a fini politici, tutti possono parlare, a cominciare da herr Lauterbach che riteniamo, forte delle sue teutoniche convinzioni, non farà marcia indietro, magari ammettendo che ha esagerato o, come dicono a Roma, l'ha fatta fuori dal vaso. Ma non per mancanza di mira, esclusivamente perché, dimenticando che i nobili dell'800 vivano in Italia per saziare la loro voglia di arte e di sapere, ha detto una fesseria. 
Addio, signor ministro, e nel caso non conoscesse, oltre alla nostra cultura, ala nostra storia, alla nostra cultura dell'accoglienza, anche la nostra lingua, lebe wohl, Herr Minister. 
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