Olimpiadi, il CIO ha già deciso: l'Italia andrà i Giochi senza inno e bandiera

- di: Daniele Minuti
 
Fra le tante, molto probabilmente troppe, grane che il Governo attuale deve riuscire a sbrogliare in tempi brevi per via della crisi dell'esecutivo (e perché no, anche per quella del paese intero dal punto di vista economico e sanitario), c'è quella dello stato dello sport italiano.

La gestione della pandemia ha lasciato segni profondi nell'intero panorama sportivo del nostro paese, fra inattività forzate a livello dilettantistico e enormi problemi finanziari nelle fasce più alte di ogni disciplina. Ma la frittata più grande sembra arrivare dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano e dall'esecutivo, il cui operato rischia seriamente di far gareggiare gli atleti azzurri ai prossimi giochi senza la bandiera tricolore.

Da molti mesi, il CONI è sotto la lente d'ingrandimento del CIO perché dopo la riforma dello sport la sua mancanza di autonomia e competenza viola l'articolo 27 della Carta Olimpica. È stato chiesto più volte ai vertici dello sport italiano di modificare questa disposizione e l'Esecutivo del Comitato Olimpico Internazionale si riunirà mercoledì 27 gennaio per decidere le sorti della spedizione italiana a Tokyo (nella speranza che le Olimpiadi si disputino in maniera regolare).

Eppure, secondo le indiscrezioni riportate da Repubblica, la decisione sarebbe stata già presa: il CIO ha già scelto di "revocare" bandiera e inno italiano a tutti gli atleti azzurri che disputeranno i Giochi e che quindi sfileranno con il vessillo del Comitato e che saranno quindi costretti ad ascoltare l'inno Olimpico dopo le medaglie al posto di quello di Mameli.

Una sanzione molto pesante a livello di immagine per il CONI e che potrebbe avere ripercussioni anche in vista dei giochi invernali, già assegnati a Cortina per l'edizione che si terrà all'inizio del 2026. La beffa maggiore riguarda il fatto che per porre un correttivo basterebbe un decreto legge che ne sancisca l'autonomia e indipendenza, che poteva essere incluso nella legge di stabilità approvata il 30 dicembre ma di cui non c'è traccia. Se la decisione del CIO sarà confermata, sarebbe una delle peggiori figure che lo sport italiano abbia mai fatto a livello internazionale, con prevedibili ripercussioni sul ministro Spadafora e su tutte le alte sfere del Comitato Olimpico Nazionale Italiano.
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