L’invecchiamento è una delle principali sfide che la salute dovrà affrontare nel prossimo futuro. In particolare, nel nostro Paese che, secondo i dati Eurostat, è il più anziano d’Europa. In questo contesto, per riuscire a mantenere il proprio stato di salute e benessere, oltre a un’alimentazione equilibrata e a uno stile di vita sano e attivo, un aiuto importante - soprattutto in età avanzata - può essere fornito dall’uso appropriato di integratori alimentari. A pochi giorni dalla Giornata Mondiale dei nonni e degli anziani, che si celebra il 24 luglio prossimo, Integratori & Salute, l’associazione che rappresenta il settore degli integratori alimentari in Italia e che fa parte di Unione Italiana Food, ha fotografato il ruolo degli integratori nella popolazione over 65. Allo stesso tempo, in collaborazione con il professor Giovanni Scapagnini (Professore di Nutrizione Clinica presso l’Università degli Studi del Molise e Vicepresidente della Società Italiana di Nutraceutica SINUT) ha analizzato le caratteristiche e i plus degli integratori alimentari nella terza età.
Terza età, ruolo degli integratori per mantenere lo stato di benessere: oggi li utilizzano 8 italiani su 10 over 65
“L’invecchiamento patologico e il rischio d’insorgenza delle malattie croniche legate all’età sono strettamente correlati alla disregolazione dei processi infiammatori. Tra le sostanze cruciali per la regolazione di questi processi ci sono gli acidi grassi essenziali, noti come Omega 3 - afferma il Prof. Giovanni Scapagnini, Professore di Nutrizione clinica presso l’Università degli Studi del Molise -. Adeguati livelli di Omega 3 sono fondamentali per mantenere in salute il nostro organismo e favorire un sano invecchiamento. Oltre al consolidato ruolo sulla salute del cuore e del cervello, questi acidi grassi danno origine a molecole che svolgono un ruolo centrale nel controllo dell'infiammazione. Gli Omega 3 sono essenziali, senza di essi non potremmo sopravvivere ma non siamo in grado di produrli e possiamo assumerli solo attraverso la dieta e l'integrazione. Approvvigionarsi di acidi grassi essenziali polinsaturi del tipo Omega 3, noti per i loro effetti benefici sulla salute, può contribuire, soprattutto in età avanzata, a gestire i processi infiammatori e a ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiache, o il diabete, o ancora malattie neurodegenerative e altre condizioni di rischio legate all'avanzare dell’età”.
Secondo un recente studio condotto dal Future Concept Lab e commissionato da Integratori & Salute, negli ultimi 12 mesi, l’83% degli italiani over 65 ha utilizzato almeno un integratore (di fronte a una media nazionale del 73%). In particolare, sono i supplementi per le ossa e per le articolazioni quelli più utilizzati nella terza età: vi ricorre il 43% degli over 65. Un dato quasi doppio rispetto alla media nazionale, che si attesta al 24%. Tra i più adoperati dalla silver generation, ci sono anche gli integratori per i problemi intestinali: ne fa uso 1 over 65 su 4 (25%, contro una media del 17%), e anche i supplementi per il benessere cardiovascolare, usati dal 17% (contro una media del 9%). L’acquisto degli integratori da parte delle persone più avanti con l’età passa soprattutto attraverso i canali tradizionali. Gli over 65 si informano principalmente presso i professionisti della salute come medico e dietologo (58,6%) e oltre 8 su 10 (l’82%) acquistano i prodotti in farmacia o parafarmacia (la media nazionale è del 70%). Per il 63%, infine, l’integratore ‘del futuro’ dovrebbe essere assunto senz’acqua ed essere più facilmente deglutibile. Negli ultimi mesi sono apparse numerose review che evidenziano come l’assunzione di vitamina D sia molto importante nella terza età, per i suoi effetti sul sistema immunitario, neurologico e sull’apparato muscolo-scheletrico. Questa vitamina aiuta a preservare, inoltre, le funzioni cognitive. Per l’assunzione della vitamina D è fondamentale l’esposizione ai raggi solari, che però risulta spesso insufficiente nelle persone che hanno superato i 60 anni e che rischiano maggiormente la comparsa della osteoporosi. Altrettanto utile, soprattutto dopo i 65 anni, è l’assunzione di vitamina B12, indispensabile per la formazione dei globuli rossi e per il buon funzionamento del sistema nervoso. Nelle persone anziane, però, spesso può manifestarsi una certa difficoltà nell’assorbimento di questa vitamina, dovuta anche ai cambiamenti delle funzionalità gastriche o alla ridotta assunzione di alimenti che ne sono ricchi, come i cibi di origine animale (carne, pesce, latticini). In tutti questi casi, gli integratori alimentari possono rappresentare un valido supporto per colmare le carenze esistenti.
“I problemi più comuni nella terza età ai quali gli integratori possono dare un aiuto concreto includono l'osteoporosi, la sarcopenia e i disturbi del sistema immunitario - ricorda il Prof. Scapagnini -. Per quanto riguarda l’osteoporosi, gli integratori a base di calcio, vitamina D e altri minerali possono contribuire a mantenere una buona densità ossea e a ridurre il rischio di fratture. Riguardo alla sarcopenia (che è la perdita di massa e forza muscolare associate all'invecchiamento), gli integratori di proteine e aminoacidi - come la leucina - possono svolgere un ruolo importante nel preservare e migliorare la massa muscolare negli anziani, contribuendo a contrastarne i disturbi. È utile ricordare che dopo i 65 anni il fabbisogno giornaliero di proteine aumenta da 0,8 g/kg a 1,2 g/kg, e nel caso di malattie croniche si può arrivare fino 2 g/kg al giorno: quantitativi difficilmente presenti nell’alimentazione degli anziani. Per il sistema immunitario, oltre agli stessi aminoacidi, è la vitamina D ad avere un importante effetto benefico e la sua assunzione è particolarmente importante per gli anziani, che potrebbero manifestarne la carenza. Infine, anche la vitamina C è un antiossidante prezioso, che può sostenere il sistema immunitario e ridurre i processi infiammatori”.
Il declino cognitivo è una delle principali preoccupazioni per la salute degli anziani, ma due recenti studi sembrano suggerire un modo semplice per aiutarli a rallentare il processo. L'assunzione giornaliera di un integratore multivitaminico, infatti, sembrerebbe in grado di preservare la memoria, rallentando il peggioramento delle funzioni cognitive in età avanzata: è ciò che emerge da uno studio dei ricercatori della Columbia University e del Brigham and Women's Hospital di Boston, di recente pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. Più di 3.500 adulti di età superiore ai 60 anni hanno assunto in modo casuale un integratore multivitaminico giornaliero o un placebo per tre anni. Alla fine di ogni anno, i partecipanti hanno eseguito una serie di valutazioni cognitive progettate per testare la funzione della memoria dell'ippocampo, un'area del cervello che è interessata dal normale invecchiamento. Alla fine del primo anno, la memoria è risultata migliorata per le persone che assumevano un multivitaminico quotidiano, rispetto a quelle che assumevano il placebo. I ricercatori hanno stimato dunque un guadagno di tre anni di capacità funzionali, con benefici maggiori nei cardiopatici.
Durante la terza età, anche i problemi di digestione e di mobilità intestinale possono influire negativamente sullo stato di salute. “Il microbiota intestinale – spiega il Prof. Scapagnini – svolge un ruolo molto significativo nel processo di invecchiamento in salute. Un microbiota equilibrato e diversificato è associato a una migliore funzione intestinale, a una riduzione delle infiammazioni e a una serie di altri benefici per la propria vita. Al contrario, la disbiosi (ossia uno squilibrio del microbiota) può contribuire al deterioramento del processo di invecchiamento. In questo contesto, i probiotici - che sono microorganismi benefici per l'intestino - stanno assumendo un ruolo sempre più importante nella gestione dell'invecchiamento. La loro assunzione può favorire un equilibrio del microbiota intestinale, ridurre l'infiammazione e contribuire a una migliore salute generale”.
Soprattutto nei mesi estivi, la mancanza di stimolo alla sete può provocare negli anziani il rischio di incorrere nella disidratazione. In termini di prevenzione - insieme ad una serie di riguardi, tra cui: non uscire nelle ore più calde, avere sempre una bottiglia d’acqua a disposizione, consumare pasti leggeri e preferire la frutta - andrebbe considerato anche il corretto uso di integratori, ove necessario. “Gli anziani - afferma il Prof. Scapagnini - possono essere particolarmente vulnerabili alla disidratazione, in parte a causa di un sistema di regolazione della sete meno efficiente e quindi di una minore percezione del desiderio di bere. Pertanto, è fondamentale che siano incoraggiati a bere regolarmente e adeguatamente. Durante le giornate calde dell’estate, è ancora più importante mantenere un'adeguata idratazione, a causa dell'aumento della perdita di liquidi attraverso il sudore. In queste situazioni, bere una quantità sufficiente di acqua non è l'unico aspetto da considerare. Integratori di sali minerali o bevande elettrolitiche potrebbero essere una scelta intelligente per reidratarsi, poiché contribuiscono a ripristinare gli elettroliti persi attraverso la sudorazione. Gli elettroliti, come il magnesio e il potassio, sono infatti molto importanti per il mantenimento dell'equilibrio idrico e del corretto funzionamento del corpo”.
Con l’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei costi dei servizi sanitari nazionali, gli integratori possono rappresentare una risorsa utile per migliorare la qualità della vita e contribuire a contenere la spesa sanitaria. Del resto, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, un terzo dei cittadini italiani afferma di aver dovuto rinunciare a prestazioni e/o interventi sanitari per indisponibilità delle strutture e liste di attesa. Un’elaborazione PwC Italia su dati Food Supplements Europe ha stimato in 1,3 miliardi di euro il potenziale risparmio annuale del sistema sanitario nazionale correlato a minori casi di ospedalizzazione, se le persone over 55 o a rischio di malattie cardiovascolari assumessero regolarmente Omega 3. Allo stesso tempo, se la popolazione a rischio assumesse giornalmente Calcio e Vitamina D, si potrebbero riscontrare minori fratture ossee correlate all’osteoporosi ed avere così un potenziale ulteriore risparmio per il SSN di 0,7 miliardi di euro.