Istat, declino demografico nelle aree interne

- di: Barbara Bizzarri
 

Nelle aree interne italiane, la crisi demografica accelera a una velocità doppia rispetto al trend nazionale. Nei comuni meno accessibili ai servizi essenziali, la popolazione si riduce in media del 7,7% dal 2014 al 2024, mentre la media nazionale di decrescita è del 2,2%.

Istat, declino demografico nelle aree interne

Morterone (provincia di Lecco) rappresenta il comune con meno abitanti in Italia (34 residenti al 1° gennaio 2024), mentre Gela (Caltanissetta) è il comune interno più popoloso con 70.811 abitanti. Entrambi segnano perdite significative: a Gela, il sindaco riferisce di difficoltà legate alla chiusura della raffineria locale e di iniziative in corso per attirare giovani e turisti. Nonostante i fondi ottenuti, la spesa rimane un ostacolo per progetti infrastrutturali, richiedendo un miglior coordinamento con il governo centrale.

L’aggiornamento della mappatura dei comuni italiani, integrata nella programmazione dei fondi strutturali 2021-2027, classifica i comuni in cinque categorie sulla base dei tempi di percorrenza verso i centri con servizi di istruzione, sanità e mobilità. In particolare, 382 comuni risultano ultraperiferici, con tempi di percorrenza oltre i 65 minuti. Le province più colpite in termini di isolamento e spopolamento sono Salerno (42 comuni ultraperiferici), Nuoro (38) e Potenza (38). Anche il tasso di natalità è inferiore alla media nazionale, con una riduzione del 36,1% tra il 2008 e il 2023 nelle aree ultraperiferiche.

Dal 2002 al 2023, circa 3,5 milioni di persone hanno migrato dalle aree interne verso centri urbani o hanno scelto di espatriare, una tendenza intensificata negli ultimi due anni post-pandemia. Nel 2023, gli espatri dalle aree interne sono stati pari a 2,3 ogni mille abitanti, contro 1,8 a livello nazionale.

La Strategia nazionale per le aree interne (Snai), avviata dal governo dieci anni fa con fondi europei e nazionali, è intervenuta su 2.148 progetti, di cui solo il 17% completati. Il 59% è in corso e il 20% non verrà realizzato. La programmazione successiva (2021-2027) è in fase di stallo, e il sindaco di Castel Del Giudice evidenzia la necessità di rendere la Snai una politica ordinaria, viste le difficoltà attuali.

Nel Ddl di Bilancio 2025, si nota l’assenza del contributo destinato ai comuni con meno di 1.000 abitanti, una misura che, secondo l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), dovrebbe essere reintrodotta per sostenere la resilienza delle aree interne. In parallelo, il disegno di legge Montagna all’esame del Parlamento prevede un miliardo di euro in dieci anni per contrastare lo spopolamento nelle aree montane, risorse che Anci ritiene insufficienti.

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