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Istat: nel 2024 oltre 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta, dato stabile ma allarmante

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Istat: nel 2024 oltre 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta, dato stabile ma allarmante

La povertà in Italia resta su livelli critici. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat, nel 2024 vivono in povertà assoluta più di 5,7 milioni di persone, pari al 9,8% della popolazione residente, un dato sostanzialmente stabile rispetto al 2023. Le famiglie in difficoltà economica sono circa 2,2 milioni, l’8,4% del totale, senza variazioni significative rispetto all’anno precedente.

Istat: nel 2024 oltre 5,7 milioni di italiani in povertà assoluta

Dopo anni di rincari energetici, inflazione e crescita stagnante, il quadro tracciato dall’Istat mostra una povertà strutturale che il rallentamento dei prezzi non è riuscito a invertire. La stabilità delle percentuali, spiegano gli esperti, non è un segnale positivo: “Vuol dire che il disagio resta radicato, anche in presenza di un’inflazione in calo e di misure di sostegno al reddito”.

Il rischio, aggiunge l’Istat, è che la povertà diventi cronica, soprattutto nelle fasce più fragili: nuclei numerosi, famiglie con minori e lavoratori precari.

Il divario tra italiani e stranieri
Tra i dati più rilevanti c’è il forte divario etnico e sociale. L’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie con almeno uno straniero è del 30,4%, e sale al 35,2% per i nuclei composti solo da cittadini stranieri.
Al contrario, nelle famiglie composte esclusivamente da italiani, la quota scende al 6,2%, confermando una spaccatura profonda nell’accesso a reddito, casa e servizi.

Le famiglie straniere, osserva l’Istat, sono spesso più numerose e vivono in contesti urbani dove il costo della vita è più elevato.

Povertà relativa in lieve aumento
Sul fronte della povertà relativa, che misura le difficoltà economiche rispetto alla media della popolazione, si registra un leggero peggioramento.
Nel 2024 coinvolge il 10,9% delle famiglie italiane, contro il 10,6% del 2023, per un totale di oltre 2,8 milioni di nuclei.
Tra gli individui, l’incidenza cresce al 14,9%, pari a 8,7 milioni di persone, un incremento di quattro decimi di punto rispetto all’anno precedente.

L’Italia delle disuguaglianze

Il rapporto Istat evidenzia come le differenze territoriali restino marcate: Sud e Isole concentrano le quote più alte di povertà assoluta, mentre il Nord mostra livelli più contenuti ma in crescita, soprattutto tra i giovani e i lavoratori autonomi.
La stagnazione salariale e l’aumento del costo della vita continuano a colpire i redditi medio-bassi, riducendo il margine di risparmio e accrescendo la vulnerabilità economica.

L’Istat rileva inoltre che l’incidenza della povertà è più elevata tra le famiglie con figli minori, in particolare con tre o più bambini, dove la soglia supera il 20%.

Il nodo delle politiche di contrasto
Nonostante le misure di sostegno introdotte negli ultimi anni – dal Reddito di cittadinanza al nuovo Assegno di inclusione – la platea dei poveri non si restringe.
Molti interventi, spiegano gli analisti, hanno avuto effetti parziali e non omogenei sul territorio. La sfida per il 2026 sarà rendere più mirate le politiche sociali e collegarle a un rilancio del lavoro stabile e ben retribuito.

L’Italia, avverte l’Istat, “resta un Paese con profonde disuguaglianze economiche e territoriali”, dove oltre un decimo della popolazione “vive ancora in condizioni di deprivazione grave o a rischio di esclusione sociale”.

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