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L'Istat conferma il 2020 come "annus horribilis" per l'economia italiana

- di: Daniele Minuti
 
L'Istat conferma il 2020 come 'annus horribilis' per l'economia italiana
Istat ha diffuso i dati relativi all'ultimo biennio economico nei Conti economici nazionali 2018-2020, andando di fatto a certificare una sensazione che ormai chiunque fosse convinto corrispondesse a realtà: l'anno scorso è stato nerissimo per l'intero comparti economico italiano, per via delle conseguenze della pandemia da Covid-19.

Numeri assolutamente attesi che, però, una volta elencati fanno un effetto ancor più impressionante: o scorso anno il Prodotto Interno Lordo ai prezzi di mercato è stato pari a 1.653.577 milioni di euro, dato che si traduce in una contrazione di entità eccezionale dell'economia, con un calo di 8,9 punti percentuali rispetto all’aumento (comunque minimo) fatto segnare nel 2019, cioè del 0,4%.

L'Istat registra anche un crollo degli investimenti fissi lordi (-9,2%), dei consumi finali nazionali (-7,8%), e delle esportazioni (-14%). Scende in maniera vertiginosa anche il valore aggiunto in volume dell'economia nel suo insieme, che ha perso l'8,7%, con un -6,3% nell'agricoltura, un -10,9% nell'industria, un -6,4% nelle costruzioni e un -8,3% nei servizi. L'unico segno positivo riguarda i servizi di informazione e comunicazione (+1,8%), mentre il crollo più marchiato è quello del comparto che raggruppa commercio all'ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli, trasporto e magazzinaggio, servizi di alloggio e di ristorazioe, scesi addirittura di 16,6 punti percentuali.

Per quanto riguarda le famiglie lo scorso hanno ha visto una discesa del reddito disponibile del 2,9% in valore e del 2,6% in termini di potere d'acquisto. Tutto ciò si è tradotto in un calo dei consumi privati addirittura dell'11% accompagnato dall'aumento della tendenza al risparmio, arrivata al 15,6% rispetto all’8% del 2019. In questo scenario, la pressione fiscale è comunque aumentata toccando il 42,8% contro il 42,4% dell'anno precedente. Un fenomeno che secondo l'Istat è dovuto alla minore flessione delle entrate fiscali e contributive (-6,7%) rispetto a quella del Prodotto Interno Lordo.
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