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Colloqui Usa-Iran, Roma esclusa: si tratta in Oman. Ma Tajani apre le porte al dialogo

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Colloqui Usa-Iran, Roma esclusa: si tratta in Oman. Ma Tajani apre le porte al dialogo
I colloqui tra Iran e Stati Uniti, che nei giorni scorsi sembravano destinati a svolgersi a Roma, si terranno invece in Oman. L’annuncio è arrivato in modo secco dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghai, che ha spiegato come la decisione sia maturata “in seguito a consultazioni con tutte le parti”. Muscat torna quindi a giocare un ruolo da mediatore regionale, sfruttando la propria neutralità riconosciuta e i legami consolidati sia con Teheran sia con Washington. Il cambio di sede non è solo logistico: è un segnale che l’Iran intende mantenere il controllo sui tempi e i luoghi del negoziato, evitando l’Europa come scenario, almeno in questa fase.

L’Italia si propone, ma resta alla finestra

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato la disponibilità dell’Italia a ospitare futuri round di dialogo, sostenendo che “Roma è sempre aperta al confronto, soprattutto quando si parla di pace e stabilità”. Una dichiarazione che arriva all’indomani del confronto costruttivo avvenuto tra le delegazioni a livello tecnico, e che riflette la volontà italiana di restare protagonista nella scena diplomatica internazionale. Tuttavia, l’esclusione della capitale italiana dalla prossima tornata rappresenta una frenata per le ambizioni del governo Meloni in politica estera. Il dossier iraniano resta delicato, e Teheran sembra preferire interlocutori meno esposti agli equilibri euro-atlantici.

Trump: “L’Iran sia ricco, ma senza bomba”

Sul fronte americano, a dettare la linea è ancora una volta Donald Trump. In un intervento a margine di un incontro con industriali, ha chiarito la sua posizione sull’Iran: “Voglio che diventi un paese ricco, ma senza il nucleare”. Una dichiarazione che richiama in parte la filosofia già adottata nei suoi precedenti mandati: apertura economica in cambio della rinuncia al programma atomico. Tuttavia, in un contesto geopolitico completamente cambiato, la proposta rischia di apparire semplicistica. L’Iran continua a spingere sulla propria autonomia strategica, mentre l’arricchimento dell’uranio procede, con livelli tecnici che preoccupano l’AIEA.

Kallas approva il dialogo, ma restano le incognite

La premier estone Kaja Kallas, tra le voci europee più rigide verso Teheran negli ultimi mesi, ha definito il ritorno al confronto “un passo nella giusta direzione”. Ma ha anche avvertito che ogni forma di dialogo dovrà essere accompagnata da verifiche rigorose. “Serve trasparenza, e l’Iran deve dimostrarla sul campo”, ha detto. L’Europa, sebbene resti ai margini del tavolo, guarda con attenzione allo sviluppo dei colloqui: da una parte la speranza.
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