La Borsa di Milano archivia una mattinata debole, trascinata verso il basso dalle crescenti tensioni commerciali innescate dalle ultime mosse protezionistiche dell’amministrazione Trump. L’indice Ftse Mib arretra dello 0,7%, fermandosi a quota 35.593 punti, in un contesto in cui prevale l’attesa e la prudenza. Gli operatori guardano con crescente preoccupazione alla spirale di ritorsioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, in particolare dopo che la Casa Bianca ha annunciato nuove restrizioni sulle esportazioni dei chip Nvidia verso Pechino, con ricadute sui titoli tech e sull'intero sentiment di mercato.
Piazza Affari in calo: automotive sotto pressione, pesa l’onda lunga dei dazi USA
A soffrire maggiormente è il comparto automobilistico, già sotto stress per le incertezze normative in Europa e le nuove barriere imposte dagli USA. In fondo al listino figura Iveco, in calo del 3,46%, seguita da Stellantis che perde il 2,97%. Proprio durante l’assemblea degli azionisti, il presidente John Elkann ha lanciato l’allarme: “Le scelte politiche in materia di dazi e normative ambientali mettono l’industria dell’auto in una situazione di pressione senza precedenti”. Il messaggio è chiaro: il settore si trova schiacciato tra protezionismi crescenti e transizione ecologica sempre più costosa. Male anche Ferrari (-0,73%) e Pirelli (-1,58%), in un contesto di vendite diffuse.
Energetici in controtendenza: bene Snam e Italgas
Unico comparto in lieve controtendenza è quello energetico. Snam guida il Ftse Mib con un +1,94%, seguita da Italgas a +1,69%. Segno più anche per Enel (+0,83%) e Eni, seppur con un marginale +0,02%. Le utilities si confermano un rifugio difensivo in giornate di volatilità, grazie anche a un quadro regolatorio più stabile rispetto ad altri settori. In calo invece STM, che perde l’1,91%, risentendo del clima negativo intorno ai titoli tecnologici, bersagliati dalla guerra commerciale a colpi di chip tra Washington e Pechino.
Finanziari in affanno, mentre Banco Bpm guarda a Mps
Negativa la giornata anche per il comparto finanziario, che paga l’incertezza sui mercati e la debolezza dei titoli bancari. Banco Bpm cede l’1,18%, Mps scende del 1,99%, Mediobanca -1,04%, Unicredit -0,87% e Intesa Sanpaolo -0,64%. L’unica nota interessante è l’annuncio di Banco Bpm, che ha comunicato l’intenzione di votare a favore della delega al consiglio di amministrazione di Mps per un eventuale aumento di capitale. L’operazione sarebbe funzionale all’offerta pubblica volontaria che Siena ha lanciato su Mediobanca, alimentando nuove speculazioni nel panorama bancario.
Telecomunicazioni e consumi: Tim si difende, Campari brinda al bilancio
Nel settore delle telecomunicazioni, si distingue Tim che sale dell’1,36%, sostenuta da aspettative di riorganizzazione e interesse speculativo. Bene anche Campari (+0,54%), dopo l’approvazione da parte dell’assemblea dei soci del bilancio e del dividendo, che confermano la solidità del gruppo nel comparto beverage.
In generale, la seduta milanese risente del clima di nervosismo internazionale e della mancanza di driver interni in grado di sostenere l’indice. I riflettori restano puntati sulle evoluzioni del dossier USA-Cina, con l’Europa nel ruolo scomodo di spettatrice coinvolta.