Banca Finint, l'Ad Innocenzi: "Mostrata resilienza e capacità di crescere in un anno difficile"

- di: Redazione
 
I buoni risultati 2020 nonostante le incertezze che la pandemia ha provocato sui mercati, il nuovo Piano strategico che rafforza le attività core business ma che guarda anche oltre, i trend del mercato, le grandi trasformazioni in atto nel sistema bancario, A colloquio con Fabio Innocenzi, neo Ad di Banca Finint.

Il Gruppo Banca Finint ha messo a segno nel 2020 un buon bilancio (margine finanziario e da servizi +5,8%, margine di intermediazione +3,2%, utile netto +43,5% grazie anche a componenti non ricorrenti) dal quale emerge un’ottima capacità di resilienza e la conferma della solidità del modello di business. Dottor Innocenzi, quali sono i punti di forza di questo modello?
Nella sua storia, Banca Finint ha maturato una solida expertise nel Corporate e Investment Banking con prodotti innovativi come i minibond/basket bond, la strutturazione di operazioni di cartolarizzazione e nelle attività di gestione svolte attraverso i fondi alternativi di Finint SGR. Il modello di business ha una vocazione verso le attività ricorrenti, anticicliche e a basso assorbimento di capitale, con servizi ad alto valore aggiunto e personalizzati sulle esigenze dei clienti. Questo ha permesso, anche in un anno particolarmente incerto caratterizzato dalla crisi pandemica, di evidenziare resilienza e capacità di crescere. I risultati ottenuti sono infatti la sintesi del contributo di tutte le aree in cui la società è attiva e, in particolare, la strutturazione e gestione delle operazioni di cartolarizzazione, l’organizzazione e gestione di operazioni di debito strutturato (basket bond), la strutturazione e collocamento di minibond, le attività di asset management e la consulenza finanziaria e aziendale. Insomma, la banca ha impostato un proprio percorso di crescita articolato, forte della solida posizione patrimoniale e della capacità di adattarsi a scenari in continua evoluzione.

Focus sui segnali che stanno giungendo da questi mesi del 2021. Quali i segmenti di business che mostrano le migliori prospettive per l’anno in corso?
Interessanti i primi mesi dell’anno sia sul lato delle cartolarizzazioni, che sono state via via rimodellate anche alla luce di interventi esterni come le moratorie sul credito, che nel business di competenza della SGR che ha visto una crescente attenzione sia verso i fondi esistenti che la richiesta di nuove iniziative. La banca si è poi attrezzata per l’ampliamento dell’attività nel settore dei Npe.
Nella seconda parte del 2021 potremmo assistere ad un’accelerazione del mercato dei minibond e dei canali di finanziamento alternativi per le imprese che durante l’emergenza pandemica hanno visto un rallentamento a seguito della possibilità per il mercato di beneficiare degli ingenti pacchetti di garanzie governative e a una crescita del campo delle attività di finanza di sistema (basket bond) su base regionale e settoriale.

Il 10 maggio scorso è stato approvato il nuovo Piano strategico 2021 - 2023 di Banca Finint, con obiettivi ambiziosi di crescita come il margine di intermediazione a 81,5 milioni di euro (+49,3% nel triennio) e l’utile ante imposte a 34,8 milioni di euro (+85% nel triennio) a fine Piano. Quali sono i punti chiave, le scelte strategiche di fondo del Gruppo?

Il modello di business di Banca Finint assomiglia molto a quello di una società di servizi, rivolta alle imprese a ai clienti istituzionali, con in più la licenza bancaria che, sottoponendoci al rispetto di particolari requisiti di patrimonializzazione, diventa un elemento distintivo e di tutela della clientela. Il piano che abbiamo presentato dà continuità a questo approccio rafforzando i business esistenti ed affiancandone altri con caratteristiche simili. Da un lato accelera la crescita nelle aree di business “core” rappresentate dal filone del Corporate e Investment Banking con la strutturazione e gestione di operazioni di cartolarizzazione, minibond e basket bond e dall’attività di Asset Management svolta da Finint SGR. Dall’altro aggiunge nuovi ambiti di sviluppo complementari all’attuale core business, quali il Wealth Management, con un focus particolare sul Private Banking, e le opportunità rappresentate dal filone legato all’acquisto e gestione di crediti NPE, in un’ottica di diversificazione.

Più in dettaglio, il Piano strategico prevede anche un’accelerazione nelle attività di Asset Management svolte attraverso la società di gestione del risparmio Finint Investments Sgr, che peraltro nel 2020 ha avuto un risultato netto in crescita del 23,5%. Quali sono, in questo ambito di attività, i driver su cui si basa l’accelerazione che intendete imprimere?
I driver su cui si basa la crescita nel campo dell’Asset Management sono il Private Capital, ovvero Private Debt, Private Equity, Turnaround, gli NPL, il Real Estate declinato con una focalizzazione particolare sull’housing sociale e sullo student housing, sull’energia pulita e sui temi della rigenerazione urbana. In linea con una visione di sviluppo in ottica di sostenibilità, il 50% degli asset investiti risponderà a logiche di sostenibilità (ESG). Inoltre, si guarderà con interesse alle opportunità in campo normativo favorite dal legislatore europeo per consentire ai prodotti che investono in asset illiquidi di poter essere collocati su clientela anche non professionale (prodotti Eltif). Il piano prevede per Finint SGR risultati in forte crescita nel triennio 2021 – 2023 con un aumento delle masse in gestione che passerà dai 2,7 miliardi di euro attuali ai 3,5 miliardi di euro nel 2023 (+29,6%).

Lo scorso aprile avete siglato un accordo in esclusiva per l’acquisizione di Banca Consulia, avviando le due diligence in previsione anche della fusione fra i due istituti. Quale valenza strategica ha questa operazione nell’ambito del percorso tracciato dal Piano Strategico 2021 - 2023?

L’acquisizione di Banca Consulia darebbe un’accelerazione importante alla nostra strategia di crescita nel Wealth Management. Consulia è specializzata nel private banking, conta circa 150 consulenti finanziari, quasi 3 miliardi di masse in gestione, ed è leader nella consulenza avanzata alla clientela. Con un’eventuale acquisizione, si creerebbe una perfetta complementarietà con il nostro business con sinergie sui clienti, sui prodotti e sui servizi.

L’11 e 12 maggio scorsi avete organizzato un evento dal titolo “Cartolarizzazioni con collateral reale, gli ultimi trend raccontati dai protagonisti”. Cosa, in sintesi, emerge in un segmento che negli ultimi anni è stato alla ribalta? Quale il ruolo di Banca Finint in questa partita?
Anche grazie all’evoluzione della normativa, negli anni si è assistito a un intensificarsi dello strumento della cartolarizzazione e a un sempre maggior allargamento della loro portata su asset e su operatività nuove: immobili, beni mobili, contratti di leasing, crediti di imposta, crediti deteriorati, bond e titoli di debito. Banca Finint è stata pioniere nella strutturazione delle prime operazioni realizzate in Italia nella cartolarizzazione di crediti su tutte le principali categorie di attivi, nonché promotrice dei primi progetti di operazioni di finanza strutturata aventi ad oggetto bond e titoli di debito. Oggi Banca Finint gestisce più di 400 operazioni realizzate da un totale di oltre 300 società di cartolarizzazione e relativi veicoli d’appoggio. Con riferimento alle cartolarizzazioni con GACS, Banca Finint è coinvolta - con diversi ruoli - in 32 delle 35 operazioni ad oggi realizzate in Italia, tra cui le prime due operazioni con GACS di crediti leasing. Operando come Master Servicer in oltre 100 cartolarizzazioni di crediti non performing (di cui due con GACS) per un valore lordo totale di circa 58 miliardi di Euro, Banca Finint è leader nel mercato italiano dei Master Servicer per AuM di NPLs (fonte report «The Italian NPL Market - December 20» di PwC). Tra le operazioni più innovative realizzate nel corso del 2020, si segnala la prima cartolarizzazione immobiliare ai sensi dell’articolo 7.2 della Legge 130/99, prima del suo genere ad applicare le ultime novità normative in materia di cartolarizzazione dei proventi derivanti dalla titolarità di beni immobili. L’obiettivo è di continuare a mantenere la leadership in questo settore, affiancando all’attività tradizionale la continua ricerca di nuovi segmenti di mercato grazie ad un team dedicato di oltre 160 professionisti fortemente specializzati nelle diverse aree di competenza.
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