Intervista a Bruno Sed, presidente dell’Ospedale Israelitico

- di: Tommaso Piras
 

Iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma e all’albo speciale degli Avvocati ammessi al Patrocinio in Corte di Cassazione e alle giurisdizioni superiori, nonché esperto di diritto societario, bancario e fallimentare, Bruno Sed è in carica da circa un anno come Presidente dell’Ospedale Israelitico della Capitale.

L’Ospedale israelitico è certamente un’eccellenza della città. Come nasce e qual è la sua storia?
“L’ospedale nasce da una confraternita di una comunità ebraica che fin dall’esistenza del ghetto di Roma ha creato un’istituzione che si occupasse degli anziani e dei malati. Nell’800 il comune di Roma ha concesso alla comunità l’utilizzo della struttura sull’isola Tiberina, in quanto la popolazione della comunità ebraica non poteva utilizzare gli ospedali dello Stato Pontificio, riservati esclusivamente ai cittadini cattolici.
Con l’unità di Italia e successivamente alla guerra, questo ospedale ha avuto un sostanziale sviluppo. Negli anni ‘70 è stato creato l’ospedale di via Fulda, il quale, in seguito, fu accreditato dal servizio sanitario nazionale, diventando un ospedale che si rivolge a tutta la cittadinanza. Non è solo un ospedale gestito da un consiglio di amministrazione indicato dalla comunità ebraica, ma è un ospedale aperto a tutta la collettività”.

L’ospedale si trova in una posizione strategica.
“Tra il San Camillo ed il Sant’Andrea non ci sono altri ospedali, quindi, il nostro ospedale va a colmare l’assenza di altre strutture. Dal punto di vista della Asl e della Regione, è considerato un’offerta sanitaria rilevante e irrinunciabile per la popolazione. Un’altra particolarità del nostro ospedale è che rimane chiuso il sabato e aperto la domenica, in quanto rispetta i principi dello Shabbat ebraico. L’ospedale, quindi, rappresenta un punto di riferimento per chi lavora il sabato e, al contrario, ha a disposizione la domenica. Abbiamo una struttura di odontoiatria a tariffe sociali molto frequentata dalla cittadinanza di Fiumicino; l’ortodonzia dei ragazzi di Fiumicino è gestita interamente da noi. Il genitore, in questo modo, ha più facilità a liberarsi la domenica. Così come per Tac e risonanze: se qualcuno ha la necessità di accompagnare un genitore anziano, ma è impossibilitato durante la settimana, la domenica può essere un’opportunità”.

L’ospedale è considerato un’eccellenza. Quali sono i suoi punti di forza?
“Come dicevo, l’ospedale israelitico nasce con un’attenzione particolare verso gli anziani e, ancora oggi, è specializzato in geriatria. Ovviamente ci sono altre specialità, ma mantiene questa vocazione storica di lunga tradizione e di attenzione nei confronti di una certa categoria di malati. Inoltre, alcuni medici di alto profilo, soprattutto nel settore di ortopedia, hanno fondato delle vere e proprie scuole innovative per le quali, sopratutto per quanto riguarda gli arti come mano, spalla e gomito, l’ospedale è considerato superiore a quelli pubblici di rilievo. Inoltre c’è l’aspetto psicologico: particolare attenzione viene data al rapporto con il paziente.

Iniziative in programma?
“L’ospedale israelitico è un ente civilmente riconosciuto ed è un ente di culto, l’unico ente di culto ebraico in Europa che gestisce un ospedale. Questo perché dal punto di vista dell’approccio ebraico alla malattia e sofferenza, c’è l’imperativo morale di occuparsi di chi è malato. E’ un’attività che la comunità ebraica, che io rappresento, vuole mettere al servizio di tutta la popolazione. La comunità ebraica riceve tanto dalla collettività e in questa maniera restituisce qualcosa alla collettività stessa.
Proprio in quanto ente religioso, noi svolgiamo una intensa attività istituzionale che riguarda sia attività culturali in campo medico, dalla organizzazione di convegni a tema medico, come ad esempio quello organizzato per parlare della nuova legge Gelli sulla responsabilità medica, sia iniziative a sfondo più religioso per far conoscere la cultura ebraica, che è sempre un aspetto interessante per i nostri utenti, medici ed infermieri. Vogliamo costantemente affiancare la nostra attività tipica medica a iniziative per la cittadinanza, ad esempio attraverso il Calendario contro l’Anoressia, oppure con la Giornata della Donna offrendo delle visite ginecologiche gratuite”.

Sicuramente l’ospedale ha attraversato un periodo difficile, ma ormai la fase critica è stata ampiamente superata.
“Mi sono insediato i primi di novembre dell’anno passato, subentrando ad un commissario straordinario che ha gestito per circa un anno l’ospedale. Io sto gestendo la fase di riapertura in quanto, dopo l’indagine avviata dalla Procura della Repubblica, l’ospedale è stato chiuso per 3 mesi. A seguito di un provvedimento legislativo, l’ospedale è stato riaperto con un commissario prefettizio, che attualmente è in carica nei rapporti con la regione, rapporti che, al momento, sono ancora in una fase delicata perché c’è un ampio e articolato contenzioso. L’ospedale, dal punto di vista della sua attività, è sostanzialmente sano e c’è un controllo approfondito nell’attività dell’ospedale stesso: siamo passati da un controllo delle cartelle cliniche a campione ad un controllo totale delle cartelle cliniche, dunque su tutti gli aspetti che riguardano rimborsi e rapporti con la regione. Per quanto riguarda le indagini, attendiamo fiduciosi il lavoro della magistratura: è nel nostro interesse che si arrivi ad un chiarimento. Se qualcuno ha sbagliato dovrà giustamente pagare. Noi, nonostante il momento di crisi subìto, stiamo cercando di pagare tutti i fornitori e di non licenziare nessuno. Abbiamo pagato i dipendenti anche quando l’ospedale era chiuso. È stata una scelta politica voluta per non creare allarme sociale all’interno dell’ospedale. L’intenzione del CDA che presiedo, è quella di completare la ristrutturazione dell’ospedale nel più breve tempo possibile, per passare ad una fase di rilancio. Abbiamo molte idee e anche proposte di collaborazione da parte di altri enti di levatura internazionale per lo sviluppo di nuove terapie e nuovi modi per affrontare le malattie legate alla quarta età, come quelle degenerative del cervello, il Parkinson, l’Alzheimer e la demenza senile. Abbiamo a tal proposito fatto un accordo con l’EBRI lo European Brain Research Institute, fondato dal premio nobel Rita Levi-Montalcini.

Parlando di numeri, quanti utenti avete all’anno?
“L’ospedale ha 126 posti letto, le visite ambulatoriali oltre 800 mila l’anno circa, con un’intensa attività di Day Ospital. Il fatturato dell’ospedale è di circa 40 milioni. Prima avevamo un importo più elevato in quanto il budget era più sostanzioso. L’ospedale israelitico è una realtà da un centinaio di anni e l’intenzione del CDA è di proseguire l’attività nel miglior modo possibile al servizio della cittadinanza, perché non tutto si fa per denaro ma anche per soddisfazione personale. In questo caso la soddisfazione di una comunità ebraica, la più antica dell’occidente, di fornire un servizio alla cittadinanza cercando di migliorare la vita delle persone. Noi siamo un gruppo di volontari (la nostra attività è fornita a titolo assolutamente gratuito!) che mette a disposizione le proprie capacità per l’interesse collettivo. Ognuno a seconda delle proprie possibilità dovrebbe dare qualcosa alla collettività ed alla comunità e questo è il nostro modo di farlo”.

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