Tridico (INPS): "È il momento di interventi contro precarietà e salari bassi"

- di: Daniele Minuti
 
Pasquale Tridico, Presidente dell'INPS, ha parlato in un'intervista a La Stampa dicendo la sua sulle necessarie misure da mettere in campo per accompagnare adeguatamente la ripresa economica dopo il miglioramento della situazione sanitaria.

INPS, il Presidente Tridico: "Necessari interventi contro precarietà e salari bassi, la crescita sia inclusiva"

"Questo è il momento per attuare interventi contro i salari bassi e la precarietà" - ha spiegato Tridico - "subito dopo dobbiamo pensare a sostenere l'occupazione di donne e giovani, dato che la crescita c'è ma deve essere inclusiva. Appena possibile, sarà necessario favorire la stabilità dei lavoratori, anche con incentivi mirati, perché, se dobbiamo crescere come stiamo facendo ora, è bene che la crescita sia per tutti: esistono strumenti che col tempo possono essere gradualmente reintrodotti, ad esempio si può riattivare il decreto dignità oppure introdurre il salario minimo. Ma più di tutto bisognerebbe occuparsi di giovani e donne, che dovrebbero essere sempre più incentivati nel mercato del lavoro. In questo caso gli strumenti sono molti, ma si rivolgono sempre a platee ristrette, mentre occorrerebbe alleggerire i criteri di accesso a decontribuzione donna e decontribuzione giovani già introdotti in passato per rendere queste misure più efficaci".

Nell'intervista, il Presidente dell'INPS esorta ad avere più attenzione alle giovani madri in modo da ridurre il fenomeno delle donne che non tornano al lavoro dopo aver partorito, proponendo 3 anni di esonero contributivo a una lavoratrice che rientra dalla maternità, in modo che diventi un requisito per l'accesso alla decontribuzione, incentivando così l'occupazione femminile e sostenendo la natalità.

Infine Tridico si è concentrato sul Reddito di Cittadinanza: "Si tratta di un trasferimento di risorse ai due decimi più poveri della distribuzione del reddito, un dividendo sociale che lo Stato assicura a tutti i cittadini perché considera che sotto una certa soglia non si può vivere. Uno strumento di contrasto della povertà a cui però è necessario affiancare progetti e processi di inclusione e di formazione. Il problema non è cambiare il RdC ma far funzionare tutto quello che ci sta intorno".
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