Medio Oriente: Hamas ammette, forse commessi ''errori'' durante l'attacco

- di: Redazione
 
Mentre l'esercito israeliano sta aumentando le sue attività a Khan Younis, Hamas, per la prima volta, afferma che ''forse'' nel corso dell'attacco del 7 ottobre sono stati commessi degli ''errori'', quasi ammettendo che la azioni dei suoi miliziani sono andate oltre l'aspetto ''militare'' dell'azione.

Medio Oriente: Hamas ammette, forse commessi ''errori'' durante l'attacco

Fornendo per la prima volta la sua "versione dei fatti" riguardo a quanto accaduto nel corso dell'attacco a Israele, Hamas ha riconosciuto, in un documento, che "forse sono stati commessi degli errori" nel "caos" causato dal "crollo improvviso dell'apparato militare e di sicurezza" al confine tra Israele e Gaza.

Tuttavia, Hamas ha negato di aver preso di mira civili, tranne ''per sbaglio e durante gli scontri con le forze di occupazione''. Comunque per Hamas l’ operazione è stata un ''passo necessario'' e una ''risposta normale'' a ''tutti i complotti israeliani contro il popolo palestinese''.

Nel suo documento, Hamas chiede nuovamente ''la fine immediata dell'aggressione israeliana''. Da parte sua, Israele, che mira ad annientare il movimento islamico a Gaza, rifiuta qualsiasi fine dei combattimenti senza il rilascio degli ostaggi. Lo stesso primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato, in un video, di avere rifiutato ''categoricamente'' le condizioni palestinesi di Hamas per la liberazione degli ostaggi, dopo la pubblicazione di questo rapporto.

Tornando alla guerra sul terreno, l'esercito israeliano ha annunciato di avere ''eliminato i terroristi'' e di avere scoperto sabato un tunnel in cui erano stati rinchiusi ''una ventina di ostaggi'', con ''poco ossigeno e una terribile umidità''. L'IDF in particolare ha riferito che i suoi soldati hanno trovato dei disegni realizzati da un bambino di cinque anni, prigioniero di Hamas.
Da parte sua, Hamas ha segnalato numerosi attacchi aerei e colpi di artiglieria, in particolare a Khan Younis, la grande città del sud, ora epicentro dei combattimenti del 107esimo giorno di guerra. Secondo le Nazioni Unite, in un territorio devastato dai combattimenti, la popolazione è esposta al rischio di carestie ed epidemie. Per l'Onu, almeno 1,7 dei circa 2,4 milioni di abitanti sono sfollati.
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