Germania: il settore edile resta il grande ''malato''

- di: Redazione
 
Non sono bastate le promesse di future misure del governo di Berlino per fare uscire il settore edile tedesco da una crisi profonda e, soprattutto, lunga. Una situazione che, a detta di qualche analista, è semplicemente ''disastrosa''. Non è un'affermazione volutamente ad effetto perché lo confermano i numeri, impietosamente evidenti.
A maggio i permessi di costruzione (corrispondenti alle concessioni edificatorie), stando alle cifre raccolte e ufficializzate la scorsa settimana, sono diminuiti del 24,2% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e di quasi il 40% rispetto a maggio 2022.

Germania: il settore edile resta il grande ''malato''

E la situazione va addirittura aggravandosi, se è vero che i dati mostrano che, nei primi cinque mesi dell'anno, i permessi di costruzione per le case unifamiliari sono diminuiti di oltre il 31%, mentre quelli per le case plurifamiliari sono diminuiti di oltre il 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le prospettive sono negative anche per tutto il mercato tedesco del mattone, considerando che la costruzione di abitazioni richiede in genere circa due anni dal rilascio del permesso alla fase finale. Quindi il calo di oggi avrà ripercussioni anche domani.

La crisi del settore edile in Germania si trascina da tempo, ma quest'anno ha toccato minimi storici, anche per effetto dell'inflazione e dei tassi di interesse elevati, che hanno penalizzato il settore. E un miglioramento della situazione attuale, quindi con uno stabile raffreddamento della parabola dei prezzi ed un abbassamento dei tassi di interesse, potrebbe non servire, nel breve-medio periodo, a fare ripartire la macchina, anche perché gli alti costi per le famiglie per costruire case rimangono il problema fondamentale.

Poco, poi, sono servite le promesse del governo di aiutare il settore, dicendo che nel bilancio 2025 saranno previsti investimenti per il settore.
Il piano annunciato si articolerà su finanziamenti per aumentare l’edilizia popolare a prezzi accessibili e supporto finanziario per le famiglie che costruiscono case a impatto climatico zero.
Annunci significativi, ma, dicono gli esperti del settore, ancora una volta insufficienti per rappresentare quel punto di svolta che si auspica. Quindi, non occorrono solo finanziamenti, ma anche tagli fiscali o costi di transazione più bassi.

E trattandosi di promesse quelle del governo non danno certezze ad un settore che, invece, per il suo profilo, ha bisogno di fatti concreti. Perché questa indeterminatezza mina la possibilità di una pianificazione futura, soprattutto perché le misure legate al bilancio saranno probabilmente applicabili solo per un anno anziché a lungo termine.

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