Gaza: FAO lancia appello per cessazione delle ostilità e ripresa delle operazioni umanitarie

- di: Barbara Leone
 
La popolazione di Gaza sta sperimentando livelli catastrofici di insicurezza alimentare e un alto rischio di carestia a causa del conflitto, ed il rischio continua ad aumentare. A dirlo è stato ieri il Vicedirettore Generale della FAO, Maurizio Martina, durate un Dibattito aperto ad alto livello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione dei civili nei conflitti armati. Qui, Martina ha lanciato un appello per la cessazione delle ostilità e per il ripristino dello spazio necessario alla fornitura di assistenza umanitaria multisettoriale in tutta la Striscia di Gaza, il ripristino dei servizi di base ed l’eliminazione del rischio di carestia. Questo include il ripristino immediato delle forniture idriche transfrontaliere, della distribuzione di elettricità, delle strutture sanitarie, idriche e di gestione dei rifiuti, della produzione e distribuzione alimentare, dei servizi finanziari, di telecomunicazioni ed altro. Il Vicedirettore Generale ha sottolineato l’importanza della riapertura dei valichi di confine anche per il traffico commerciale. I beni di prima necessità devono poter entrare e attraversare tutta la Striscia senza limitazioni, ha affermato.

Gaza: FAO lancia appello per cessazione delle ostilità e ripresa delle operazioni umanitarie

“Tutte le parti devono rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto umanitario internazionale e i diritti umani, proteggere i civili e i beni necessari per la loro sopravvivenza. Un cessate il fuoco immediato e la pace sono prerequisiti per la sicurezza alimentare, e il Diritto al Cibo è un diritto umano fondamentale”, ha affermato Martina. Secondo l'ultima analisi della Integrated Food Security Phase Classification (IPC), si stima che l'intera popolazione di circa 2,2 milioni di persone nella Striscia di Gaza si trovi in una situazione di Crisi o peggio (Fasi IPC 3 e superiori), la percentuale più alta di persone che sperimentano un'insicurezza alimentare acuta di tale gravità mai classificata, nel mondo, dall'IPC. Si stima che circa il 50% della popolazione si trovi in una situazione di Emergenza (Fase IPC 4) e almeno una famiglia su quattro (più di mezzo milione di persone), secondo una stima prudente, versi ora in condizioni Catastrofiche o simili alla carestia (Fase IPC 5).

Martina ha poi riassunto l’impatto devastante del conflitto sui sistemi agroalimentari nella Striscia di Gaza. A cominciare dalle severe limitazioni alla fornitura di carburante, che stanno paralizzando il funzionamento delle infrastrutture idriche e degli impianti di desalinizzazione, la produzione e distribuzione di derrate alimentari di base e la fornitura di elettricità; i blackout elettrici stanno ostacolando severamente le attività agricole, di lavorazione e distribuzione del cibo e le infrastrutture idriche. L’unica centrale elettrica di Gaza ha smesso di funzionare l’11 ottobre a causa della mancanza di carburante. Le forniture elettriche dalle autorità israeliane sono state interrotte a partire dal 12 ottobre. L’unica elettricità disponibile a Gaza deriva da impianti fotovoltaici e generatori, per i quali il carburante scarseggia; la mancanza di acqua sicura, necessaria per la preparazione del cibo, persiste. Alla fine di dicembre, la disponibilità di acqua era pari al 7 percento dei livelli precedenti al mese di ottobre, con fonti limitate al trasporto di acqua su camion, un impianto di desalinizzazione funzionane e una sola delle tre linee di approvvigionamento idrico funzionante.

Si stima che circa il 97 percento delle acque sotterranee di Gaza non siano idonee al consumo umano. Ed ancora: il settore commerciale è stato decimato a causa della mancanza quasi totale - dovuta alle restrizioni - di beni essenziali di importazione, incluso il cibo. L’impossibilità di importare alimenti ha causato un rapido esaurimento delle scorte. La capacità di produrre pane – un alimento fondamentale nella dieta locale – è stata gravemente colpita dai danni diretti, in combinazione con la mancanza di elettricità, carburante, acqua e grano. Prima del conflitto, Gaza era autosufficiente nella produzione della maggior parte della frutta e della verdura; il conflitto ha gravemente compromesso questa situazione. Immagini satellitari del dicembre 2023 mostrano un declino significativo della salute e della densità dei raccolti lungo la Striscia di Gaza, se confrontati con le ultime sei stagioni. E questa è una conseguenza diretta del conflitto.

Al 15 febbraio 2024, oltre il 46 percento dei terreni coltivati lungo la Striscia di Gaza è danneggiato a causa del conflitto. Le infrastrutture agricole sono state devastate, con i danni maggiori riportati dalle strutture di ricovero per animali, allevamenti di pecore, di bestiame da latte, stalle domestiche e negli allevamenti di pollame. La raccolta delle olive e degli agrumi, che solitamente avviene tra ottobre e novembre, e che rappresenta un’importante fonte di introiti, è stata colpita gravemente dalle ostilità lungo tutta la Striscia di Gaza. La mancanza di accesso al foraggio e i danni causati dai bombardamenti aerei hanno colpito pesantemente gli allevatori, con molti di loro che denunciano perdite ingenti di bestiame. Si presume che entro gennaio 2024, tutto il pollame per la produzione di carne sia stato macellato o sia morto a causa della mancanza di acqua e mangime. La mortalità dei vitelli è stimata tra il 50 e il 65 percento e si calcola che circa il 70 percento dei bovini da latte e il 50 percento dei piccoli ruminanti siano morti.

Il settore ittico, importante fonte di cibo e reddito per Gaza e che fornisce impiego indiretto a circa 100 mila persone, è paralizzato a causa della distruzione e dei danni alle infrastrutture portuali, all’attrezzatura ittica e al blocco totale di accesso al mare.
La riunione è stata convocata dalla Guyana e dalla Svizzera a seguito di una nota dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA), datata 22 febbraio, sulla situazione dell’insicurezza alimentare a Gaza. La nota è stata inviata al Consiglio di Sicurezza in conformità con la risoluzione 2417 del 24 maggio 2018, che richiede al Segretario Generale di riferire rapidamente su "situazioni di rischio di carestia indotta da conflitti e di diffusa insicurezza alimentare". Sono intervenuti alla riunione anche Ramesh Rajasingham, Direttore Coordination Division di OCHA, Carl Skau, Vice Direttore Esecutivo e Chief Operating Officer del Programma Alimentare Mondiale.

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