Alba Rohrwacher incanta nel film di Brizé: amore e ricordi al Sacher
- di: Cristina Volpe Rinonapoli
C’è un tempo che si colloca oltre le stagioni, un tempo sospeso che non appartiene né al passato né al presente, ma che si insinua come un filo sottile tra i ricordi e le occasioni perdute. "Le occasioni dell’amore" di Stéphane Brizé è esattamente questo: un racconto fuori dal tempo, ambientato in una cittadina balneare spogliata dal calore dell’estate e avvolta nel silenzio malinconico dell’inverno.
L’anteprima del film, tenutasi al Cinema Sacher di Roma, ha visto la partecipazione di Nanni Moretti, dell’attrice Alba Rohrwacher e del regista Stéphane Brizé. Con brevi ma toccanti interventi, i protagonisti hanno introdotto l’opera, sottolineandone il valore emozionale e il profondo legame con i temi universali dell’amore e della memoria.
Protagonisti di questo incontro fuori stagione sono Mathieu (Guillaume Canet), un attore di successo in fuga dal peso della sua celebrità, e Alice (Alba Rohrwacher), un’insegnante di pianoforte che sembra aver trovato pace in una vita semplice e ordinata. I due si incontrano in un lussuoso centro termale, luogo che diventa teatro di un passato che ritorna, di emozioni sopite che riemergono con la forza di un’ondata improvvisa.
Brizé, con il suo stile minimalista e intenso, costruisce un film che si muove tra i silenzi, gli sguardi, i gesti piccoli ma carichi di significato. Mathieu e Alice non si raccontano con le parole, ma con le esitazioni, le fughe e i ritorni. È un dialogo dell’anima che Brizé cattura con una delicatezza disarmante, lasciando allo spettatore lo spazio per immergersi in quel vuoto pieno di sensazioni che accompagna i protagonisti. Alice e Mathieu portano con sé il peso delle scelte compiute, dei rimpianti e delle possibilità mai colte. Ma non è un film sul rimorso: è piuttosto una riflessione sul coraggio di guardare indietro senza perdere lo sguardo sul presente. Ciò che li unisce non è solo l’amore di un tempo, ma anche il riconoscimento delle ferite che ciascuno ha cercato di nascondere nel corso degli anni.
L’interpretazione di Guillaume Canet e Alba Rohrwacher è magistrale. Canet, con il suo volto segnato da una stanchezza esistenziale, rende perfettamente la fragilità di un uomo che ha tutto, tranne la capacità di accettare sé stesso. Rohrwacher, d’altro canto, dà vita a una donna complessa, apparentemente serena, ma profondamente consapevole delle sue scelte e delle sue rinunce. I due attori, insieme, costruiscono un equilibrio sottile, una danza che oscilla tra attrazione e distacco.
Il paesaggio invernale diventa un personaggio a sé, un riflesso dell’interiorità dei protagonisti. Le spiagge deserte, le strade vuote, il rumore del mare in sottofondo: tutto contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, quasi irreale. È come se l’ambiente stesso fosse una metafora del loro stato d’animo, un luogo dove il tempo si ferma per lasciare spazio all’introspezione.