Gabriele (ConFederSicurezza e Servizi): "Serve più attenzione per il settore della vigilanza privata"

- di: Daniele Minuti
 
Si è tenuto a Roma, presso la sede di Confcommercio, il convegno “Intelligence e Cybersecurity. La sicurezza nazionale nel contesto di mercato”, presentato da ConFederSicurezza e Servizi incentrato sul tema della sicurezza nazionale, dell'intelligence e della cybersecurity fra sfera privata e pubblica, con un focus sulla transizione del comparto privato al digitale.

Si è svolto il convegno di ConFederSicurezza su Intelligence e Cybersecurity

Nel corso dell'evento è stato presentato uno studio (in cooperazione con Format Research) che va ad analizzare la vigilanza privata nel nostro Paese, settore che conta oltre 1.300 imprese in Italia, di cui però solo poco più di un terzo (462) sono certificate dal Ministero dell'Interno.

Le aziende del comparto sono principalmente di piccole dimensioni (l'82,3%) e quasi metà del totale ha sede nel Mezzogiorno, occupando più di 96.000 lavoratori. Il 57,6% degli occupati si divide fra Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna.

Il 76,5% dei lavoratori di settore lavorano all'interno di società di capitali e sono principalmente uomini fra i 30 e i 49 anni. Le perdite subite nella prima fase del Covid sono state mediamente recuperate dai servizi di vigilanza tradizionale mentre quelli fiduciari hanno visto una crescita del fatturato fra il 10% e il 15%.

Luigi Gabriele
, presidente di ConFederSicurezza e Servizi (nella foto), ha commentato: "Un comparto che inquadra, ad oggi, circa 100.000 unità, crediamo meriti la massima attenzione da parte del legislatore e delle istituzioni, non solo come acritici, seppure giusti, controllori, quanto piuttosto per un intelligente affiancamento nella valutazione delle nuove realtà in cui la filiera della sicurezza si estrinseca, così da favorire la miglior apertura ai nuovi mercati oggi rappresentati. Un’impresa che in un mercato non produce ricchezza non garantisce e non incrementa l’occupazione. Per produrre ricchezza c’è bisogno di regole uguali per tutti, così da rimuovere i limiti che oggi non ci consentono di accedere a pieno titolo ai mercati esteri".

Marco Proietti, presidente del Forum nazionale Professioni, ha aggiunto: "Lo Stato italiano dovrebbe avviare un percorso di aggiornamento e compenetrazione con il privato per tutelare qualsiasi dato. La violazione delle banche dati mette a rischio l'ordine pubblico. L'archiviazione dei dati non è un problema, ma lo è l'uso che se ne fa".
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