Forum Hotellerie: "Tariffe alberghiere del 2023 aumentate del 12,5% nel periodo estivo"

- di: Barbara Bizzarri
 

Si è appena svolta al Palariccione la prima edizione del Forum Hôtellerieorganizzato dalla software house Zucchetti e dalla società di consulenza AlbergatorePro in collaborazione con Federalberghi, HBenchmark e Nexi, che ha voluto fotografare lo stato di salute del mondo alberghiero, incrociando dati che provengono in tempo reale da software gestionali installati su oltre 25.000 hotel, col fine di elaborare previsioni e strategie per il futuro a sostegno di un settore cardine per l’economia italiana.

Turismo, Forum Hotellerie: "Nel 2023, tariffe alberghiere aumentate del 12,5% nel periodo estivo"

“Abbiamo sentito la forte esigenza di condividere con i tanti operatori di settore, che da anni sosteniamo nei loro processi di digitalizzazione, una nuova metodologia di business e di gestione. Grazie alla sinergia fra Zucchetti e AlbergatorePro e ai vari player coinvolti, abbiamo dato una risposta concreta agli albergatori, basata sull’innovazione e sulla possibilità di impostare una sapiente strategia. Ad esempio, con i nostri strumenti di intelligenza artificiale per l’analisi della domanda alberghiera, unitamente ai nostri software di revenue management, forniamo le informazioni indispensabili per stabilire la più vantaggiosa e competitiva tariffa per la vendita delle camere, aumentando così la redditività degli hotel in modo sistematico”, ha dichiarato Angelo Guaragni, amministratore Zucchetti Hospitality

Dall’analisi emerge che, nel 2023, la tariffa media giornaliera in Italia per una camera doppia in hotel è aumentata del 10,9% rispetto al 2022, arrivando a 174,4€, con lago e montagna protagonisti della crescita maggiore a fronte di un +12,5% nel periodo estivo, mentre la crescita dei ricavi complessivi degli alberghi è stimata attorno al 12,4%. Lo scorso anno si è anche consolidato il trend che vede aumentare le prenotazioni digitali direttamente sul sito delle strutture a discapito delle piattaforme di booking, con +169,1% rispetto al periodo pre-pandemia. Quanto ai turisti stranieri che nel 2023 hanno speso maggiormente in Italia per pernottare in hotel, primeggiano gli statunitensi, seguiti da svizzeri, austriaci e tedeschi. La bella stagione alle porte sembra prospettare un 2024 di ulteriore vigore: il 24,9% delle camere disponibili tra maggio e settembre risultano già prenotate nelle prime sei settimane dell’anno, dato in crescita rispetto allo stesso momento del 2023.

Lo scorso anno, la tariffa media giornaliera per camera doppia estiva nelle località di mare è aumentata del 7,9% rispetto al 2022 (+32,4% rispetto al 2019) con una media di 187,4€ a fronte di un lieve calo occupazionale delle camere, ovvero -2,7% (occupato complessivamente il 76,5%). Per quanto riguarda il lago, è stato registrato un aumento del 12,5% (+42,1% rispetto al 2019) con una media di 188,5€ per stanza. Anche in questo caso l’occupazione è leggermente diminuita, 1,5%, (occupato il 76,5%). In montagna, durante la stagione invernale, la tariffa è cresciuta dell’11,9% rispetto al 2022 arrivando a 211,4€ (+21,6% rispetto al 2019). L’occupazione in questo caso è cresciuta del 13,4% arrivando al 75,4% delle camere, dato incoraggiante ma ancora distante dall’81,5% di occupazione del 2019. Durante il periodo estivo, invece, la montagna registra un aumento del 12,5%, raggiungendo i 164,6€, +47% rispetto al 2019, mentre si è registrato un calo di occupazione del 3,2% sul 2022 (68,9% delle camere occupate). Segnali di crescita anche dei costi in città, calcolata nei 12 mesi dello scorso anno, con +9,2% sul 2022 e 120,1€ di media, +28,7% sul 2019. Cresce anche l’occupazione nelle aree urbane: +5,7% (73,8% delle camere disponibili). 

“Nel 2023 la tariffa media in hotel è cresciuta del 10,9% rispetto al 2022 arrivando quasi a doppia l’inflazione dello stesso periodo. Il trend di crescita cavalca l’onda del revenge tourism manifestatosi con la fine delle restrizioni post pandemia. Nonostante la flessione incontrata tra fine primavera e inizio estate a causa della crescita dei tassi di interesse che ha tolto potere d’acquisto alle famiglie e da un meteo sfavorevole che ha imposto gli operatori di convivere con alluvioni, super-celle e incendi estivi, gli hotel italiani hanno fatto registrare performance complessivamente superiori rispetto al 2022. ADR e occupazione previsionale sono in crescita anche per il 2024 con i primi dati aggiornati a febbraio che confermano il trend positivo dell’ultimo biennio anche in vista della stagione estiva”, spiega Gian Marco Montanari, Amministratore Delegato di AlbergatorePro.

Rispetto ai canali digitali di prenotazione nei quattro principali cluster, le OTA (Online Travel Agencies) rimangono sempre lo strumento principale, complice la proposta di prezzi spesso più accessibili, ma dal 2019 sono in continua e corposa crescita le prenotazioni dirette sui siti delle strutture: il 2023 rispetto alla situazione pre-pandemica le ha viste aumentare del 27,8% al mare, 57,1% al lago, 272,1% in città e addirittura del 319,4% in montagna. Quanto alle modalità di prenotazione nelle località balneari, regna ancora sovrana la prenotazione offline (47%), seguono le OTA con il 23% dell’incidenza, i tour operator con il 19% e il sito web con l’11%. 

Considerando, poi, la provenienza degli ospiti, nel 2023 gli statunitensi hanno speso mediamente più di tutti con 278,94€, in particolare nelle località di lago (359,2€). Seguono gli svizzeri con 205,86€, maggiormente disposti a spendere per la montagna nel periodo invernale (264,5€), gli austriaci con 158,32€ e i tedeschi con 151,46€. Questi ultimi sono invece propensi a spendere maggiormente per soggiorni al mare, con costi rispettivamente di 189,3 e 176,9€. Chiudono questa classifica gli italiani, con 155,56€, ma il dato non desta particolare interesse dato che i nostri connazionali godono spesso di case di proprietà in cui trascorrere le vacanze. La durata media della permanenza per le suddette nazionalità nei principali cluster, emerge che al mare sono gli svizzeri a pernottare più a lungo con 7,8 giorni in media, in montagna i tedeschi d’inverno (6,1 giorni) e gli italiani d’estate (6,5 giorni), al lago sempre i tedeschi (6,3 giorni) e in città gli statunitensi (3,5 giorni). Analizzando, invece, i dati relativi ai pagamenti digitali nel 2023 risulta che la clientela straniera rappresenta circa il 50% dei turisti con ticket medi, ovvero spese che possono includere servizi accessori oltre a quelli inclusi nella camera, superiori del 45% rispetto alla clientela italiana. I più elevati provengono da Dubai (407€), Arabia Saudita (347€), Austria (339€), Stati Uniti (323€), Malta (313€), Lussemburgo (313€), Svizzera (298€) e Canada (278€).

I modelli previsionali dei software gestionali utilizzati per elaborare l’analisi, raccontano rispetto al periodo compreso tra maggio e settembre 2024 che l’occupazione già acquisita è del 21,6% al mare, 34,2% al lago, 25% in montagna e 18,8% in città. In tutti i casi, rispetto al medesimo momento di osservazione del 2023, si è verificato un aumento tra lo 0,4% e il 2,5% dell’occupazione acquisita, a dimostrazione del fatto che si sta lentamente consolidando la cultura della prenotazione anticipata per non incappare in costi di pernottamento più elevati.

“Prenotare in anticipo non impatta positivamente solo sulle tasche del turista”, conclude Montanari “ma anche e soprattutto sulla qualità del servizio che gli verrà erogato, dato che gli operatori del settore hanno così modo di organizzare la stagione per tempo, anche sul piano del reperimento di forza lavoro adeguata numericamente e qualificata professionalmente”.
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