Fincantieri

 

Fincantieri sta vivendo un momento importante della sua storia. I ricavi in crescita sono assicurati per gli anni a venire da un carico di lavoro che, per certezza e visibilità di lungo periodo, non ha eguali nel panorama industriale del Paese”. Ha ragione da vendere, l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono. Perché l’ambizioso piano industriale 2018-2022 del gruppo ha trovato confermenei primi nove mesi del 2018, nonostante il confronto con il corrispondente semestre del 2017 non fosse facile, visto che anche lo scorso anno Fincantieri aveva ottenuto risultati molto brillanti.
I numeri parlano da soli. Alla luce dei risultati del terzo trimestre 2018, i ricavi sono cresciuti, rispetto ai primi nove mesi del 2017, dell’8,5% (da 3,575 a 3,878 miliardi di euro), con l’Ebitda che sale al 7,3% dei ricavi e proventi, rispetto al precedente 6,5%. Numeri che confermano le aspettative di crescita per l’intero 2018, già emersa nella semestrale, per tutti i settori del gruppo.
Quanto al dettaglio dei ricavi, l’incremento registrato è dovuto alla crescita del 6,5% del settore ‘shipbuilding’, che nel primo semestre 2018 rappresenta il 76,3% dei ricavi complessivi, di quello ‘offshore’ (+22,2%) e della voce “Sistemi, componenti e servizi” (+24,8%).

Una meraviglia italiana
Il Gruppo Fincantieri si conferma uno dei più importanti complessi cantieristici al mondo e il primo per diversificazione e innovazione. È leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera e operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore, dalle navi speciali e traghetti a elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni e trasformazioni navali, produzione di sistemi e componenti meccanici ed elettrici e nell’offerta di servizi post vendita. Una meraviglia italiana, quindi, apprezzata in tutto il mondo. Con oltre 230 anni di storia e più di 7mila navi costruite, Fincantieri ha infatti sempre mantenuto in Italia il suo centro direzionale, nonché tutte le competenze ingegneristiche e produttive che caratterizzano il proprio specifico know-how. In Italia Fincantieri conta  8.400 dei circa 19.000 dipendenti complessivi.

Il futuro appare ancora più solido e promettente per ribadire la leadership di mercato e un ruolo da protagonista nella cantieristica europea.
È soprattutto il futuro a mostrare la forza della struttura industriale e commerciale di Fincantieri. Ancora l’Ad Bono: “Il backlog (ossia il totale degli ordini in attesa di essere soddisfatti dal Gruppo, ndr) segna un nuovo record, arrivando oltre i 32 miliardi, con consegne fino al 2027. Forti di questo, stiamo ponendo concretamente le basi per una crescita che ci vedrà protagonisti dell’industria navale e della difesa europea. Come abbiamo di recente annunciato, insieme a Naval Group siamo infatti pronti a dare il via all’alleanza, tramite la costituzione di una joint venture, che renderà entrambi più competitivi sullo scenario mondiale. Allo stesso tempo, il rinnovo dell’accordo con Leonardo rappresenta un importante esempio di come Fincantieri si adoperi per rafforzare il sistema Paese, valorizzando ai fini dell’export le eccellenze italiane”. 
Cifre che testimoniano la capacità di Fincantieri di costruire e consegnare puntualmente prodotti ad altissimo valore aggiunto. Questi ordinativi assicureranno lavoro a tutti i cantieri italiani per gli anni a venire; solo nel 2018 saranno sviluppati in Italia circa 15 milioni di ore di produzione, dando un contributo fondamentale all’export del Paese.
Insomma, un futuro che si prospetta brillante e che, evidenzia ancora Bono, Fincantieri ha saputo crearsi “con le proprie risorse”. Un futuro che, così come appare oggi, “assicura stabilità in termini di lavoro e di margini per i prossimi anni”.
Una realtà forte e un futuro altrettanto robusto sono necessari alla mission che il piano industriale 2018-2022 traccia per Fincantieri, rinforzando la leadership acquisita: quella del consolidamento dell’industria cantieristica europea. Perché solo chi ha ‘mani forti’ può competere in un settore così tecnologicamente avanzato e complesso, dove la concorrenza è forte e dove sinergie e alleanze si possono fare solo se si è dotati di un assetto di primissimo piano e di strategie adeguate. E qui, tra le numerose intese sottoscritte e le firme, va segnalato che Fincantieri e Naval Group hanno comunicato di avviare le discussioni per la definizione dei termini e delle condizioni per la costituzione di una joint venture paritaria (50/50) che rappresenta il primo passo verso la creazione di una più ampia alleanza, come previsto dall’accordo intergovernativo siglato il 27 settembre 2017 a Lione. Un accordo che fa parte di un vasto progetto di collaborazione tra Italia e Francia nell’ambito della cantieristica europea.

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