L'Europarlamento approva il primo piano al mondo con regole per governare l'IA

- di: Redazione
 
Il Parlamento dell’Unione Europea ha approvato oggi, primo consesso politico elettivo al mondo, un piano di regole per governare l’intelligenza artificiale. Il piano è stato approvato con 523 voti a favore, 46 contrari e 49 voti astenuti. ''L’Europa è ORA un punto di riferimento globale nel campo dell’intelligenza artificiale'', ha scritto su X Thierry Breton, il commissario europeo per il mercato interno.

L'Europarlamento approva il primo piano al mondo con regole per governare l'IA

Un atto pionieristico, l'ha definito la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, affermando che consente l'innovazione, salvaguardando al tempo stesso i diritti fondamentali. Metsola, in un post, ha detto che ''l'intelligenza artificiale fa già parte della nostra vita quotidiana. Ora farà parte anche della nostra legislazione''.

Il regolamento dovrebbe entrare in vigore alla fine della legislatura, a maggio, dopo aver superato le verifiche finali e avere ricevuto l’avallo del Consiglio europeo. L’attuazione sarà poi scaglionata dal 2025 in poi.
Da parte di alcuni Paesi - tra cui Francia e Germania, che hanno delle startup nel settore della IA - è stato comunque espresso il timore che l’autoregolamentazione, sulla base di un piano sovranazionale, penalizzi il progresso dell’Europa per competere con le aziende cinesi e americane nel settore tecnologico.

La settimana scorsa, l’Unione dato attuazione ad una legislazione sulla concorrenza, destinata a contenere l'aggressività dei giganti americani. Il Digital Markets Act consente all'Unione europea di reprimere le pratiche anticoncorrenziali delle principali aziende tecnologiche e costringerle ad aprire i propri servizi in settori in cui la loro posizione dominante ha colpito gli operatori più piccoli e la libertà di scelta degli utenti. Nel mirino della legislazione ci sono i giganti americani del settore Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft e la cinese Bytedance.

Il campo è molto delicato poiché un uso distorto dell'intelligenza artificiale potrebbe ledere la libertà di scelta e opinione. Come evidenziato negli ultimi mesi (in considerazione che il 2024 sarà un anno di molte importanti elezioni nazionali e di quelle europea e presidenziale negli Stati Uniti) i governi temono soprattutto la possibilità che i deepfake – che generano falsi eventi, tra cui foto e video – vengano utilizzati per condizionare l'esercizio del voto.

Alcuni sostenitori dell’intelligenza artificiale si stanno già autoregolamentando per evitare la disinformazione, come ha fatto ieri Google in relazione ad un uso distorto del chatbot Gemini.
''L’AI Act" - ha commentato Dragos Tudorache, un europarlamentare che ha seguito l'iter dei negoziati in sede Ue - "non è la fine del viaggio, ma, piuttosto, il punto di partenza per un nuovo modello di governance costruito attorno alla tecnologia. Dobbiamo ora concentrare la nostra energia politica nel trasformare la legge nei libri in una realtà concreta", ha aggiunto.
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